? rimasta la sola 750 cc supersport, ma in Giappone non dormono certo sugli allori: pi? potenza, pi? leggerezza e un design ancor pi? affilato per un grande classico che si rinnova
Superpotenza o massima guidabilit?? Quintali di gomma sull'asfalto in uscita di curva o guida armonica, rotonda e millimetrica? La quadratura del cerchio per Suzuki si chiama GSX-R 750, una sportiva pura, la sportiva della Casa di Hamamatsu.
Una tradizione che si rinnova da oltre 25 anni, e poco importa se le altre industrie motociclistiche hanno via via abbandonato la categoria delle settemmezzo in favore delle superbike da 1000 cc. Le evoluzioni e gli aggiornamenti del progetto 750 per il 2011 hanno un unico comune denominatore: la sportivit? a tutti i costi. E che vi piaccia domare col polso destro mandrie intere di cavalli imbizzarriti o pennellare le traiettorie con precisione chirurgica, la nuova GSX-R potrebbe fare proprio al caso vostro.
In uscita di curva, col gas "in mano" come si dice in gergo, puoi scegliere di fare due cose: spalancare la manetta o trastullarti con l'acceleratore nell'attesa di raddrizzare la moto e poter contare di conseguenza su un maggiore appoggio a terra. Con una 1000 solitamente, visti i cavalli a disposizione, l'istinto di conservazione preme per la seconda ipotesi, mentre con una supersport 600 si ha maggior libert? d'azione. La nuova GSX-R 750 ? pi? vicina a quest'ultima categoria, somigliando pi? a una media cilindrata "vitaminizzata" che a una vera SBK.
Cavalli ce ne sono da vendere, intendiamoci, ma non mettono mai in crisi, grazie anche a una erogazione regolare fin dai medi regimi e alla coppia ben distribuita. Se dovessimo fare un appunto potremmo chiamare in causa solo l'estrema prontezza del motore anche ai bassi regimi, che rispodne cos? energicamente da richiedere un minimo di assuefazione. Detto questo, sembra facile, in sostanza, andar forte con la settemmezzo Suzuki: la maneggevolezza ? quasi sorprendente, tanto la moto ? rapida nei cambi di inclinazione e in ingresso di curva. L'arco di erogazione utile molto ampio (da 8000 a 14.000) consente poi al pilota una guida veloce, redditizia ma anche poco affaticante. In pista si apprezza il rinnovato impianto frenante, potente e modulabile anche se afflitto da una leva che tende ad aumentare la sua corsa dopo pochi giri. La frizione antisaltellamento ? impeccabile nell'intervento e di conseguenza garantisce sempre l'aderenza del pneumatico posteriore.
Da segnalare in positivo anche il cambio, ottimamente spaziato e rapido negli innesti, anche quando viene brutalmente violentato in pista, mentre i pneumatici Bridgestone BT 016 Pro offrono un feeling solo discreto forzando il ritmo in circuito, mostrando la loro inclinazione sportiva stradale.
Spettacolare!!!
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