Prodotta dal 1955 al 1961, la Vespa GS, cioè “Gran Sport”, è tra i modelli che hanno fatto la storia della casa di Pontedera e tra i più ricercati dai collezionisti
La nascita della Vespa GS
La Vespa GS (Gran Sport) debutta nel 1955, presentandosi fin da subito come un'innovazione per il mondo delle due ruote. Pensata per soddisfare le richieste dei vespisti più esigenti, il modello GS si distingueva per potenza e sportività, suggerendo fin da subito un animo piuttosto “aggressivo”. Il motore è un “possente” 146,5 cm3 a due tempi, con scocca portante in acciaio, sospensioni a molle elicoidali e ammortizzatori idraulici. Il colore? Un inconfondibile grigio metallizzato. In vendita a un prezzo di 178.000 lire, diventa rapidamente il sogno di molti appassionati. La produzione proseguì fino al 1961, ma è il periodo iniziale a consacrarla come icona. Proviamo a ripercorrerne la storia.
955, la prima serie VS1T
La Vespa GS si fa notare fin da subito con la serie VS1T: caratterizzata dai cavi esterni e da un look aggressivo, viene subito ribattezzata "Vespone". Il motore erogava una potenza di ben 8 CV a 7.500 giri, permettendole di raggiungere una velocità massima di circa 100 km/h e di lasciarsi così alle spalle molte moto di pari cilindrata. Questo grazie anche al carburatore montato direttamente sul cilindro, soluzione tecnica all’avanguardia già sperimentata sul modello da gara Vespa Sei Giorni. Il cambio era a 4 marce - frizione a 4 dischi - , i freni a tamburo con anelli in ghisa, le sospensioni con molle elicoidali gli ammortizzatori idraulici. Inconfondibile il design, quasi pionieristico grazie a elementi come il faro montato sul manubrio e il serbatoio integrato nella scocca. Fu prodotta per un solo anno e, ad oggi, è senza dubbio un dei modelli più ricercato dai collezionisti.
L'evoluzione dal 1956 al 1958
Appena un anno dopo, nel 1956, arrivò la serie VS2T, che introdusse migliorie sia estetiche che tecniche. I cavi dei comandi vennero per esempio inseriti all'interno del manubrio, la sella diventò più arrotondata e comoda, mentre lo scudo guadagnò un’elegante rifinitura in acciaio inox. Altre piccole novità furono poi la spia delle luci, che si fece rossa e tonda, e il nuovo contachilometri con quadrante bianco. Dal punto di vista tecnico, venne invece migliorato il sistema di avviamento grazie in particolare all'ottimizzazione del volano e del sistema di accensione, che resero più efficiente la combustione. Così “aggiornata”, la VS2T venne prodotta in un numero maggiore di esemplari - circa 10.000 contro i 6.000 della VS1T, rendendola meno rara ma ancora molto apprezzata dai collezionisti.
Nel 1957 arrivò quindi la VS3T, che mantenne quasi inalterate le caratteristiche della VS2T, ma se ne distingueva per l'affidabilità maggiore, segnale che Piaggio stava puntando a consolidare il successo del modello senza apportare cambiamenti drastici.
Con il 1958 arrivò la VS4T, serie che si adattava alle nuove normative del Codice della Strada inserendo per la prima volta la luce di stop sul fanalino posteriore. Anche qui, l'interruttore del freno diventava un elemento di innovazione, posizionato davanti al pedale. È su questo modello che il gancio del cofano motore si evolve in una versione in alluminio ricurvo, permettendo uno sgancio rapido.
La maturità della GS: la VS5T del 1959-1961
Tra il 1959 e il 1961, la VS5T diventa il punto culminante della serie GS, portando con sé numerose innovazioni tecniche. I tamburi auto ventilati migliorarono il sistema frenante, offrendo una sicurezza superiore rispetto ai modelli precedenti, il fondo scala del contachilometri - ora a ventaglio - arrivò a 120 km/h, a sottolineare la natura sportiva di Vespone, iI parafango anteriore guadagnò un’elegante bordatura di rinforzo, abbinata tra l’altro al nuovo scudetto anteriore in plastica e alla crestina del parafango e la nuova sella, più piatta e morbida rispetto alle versioni precedenti, rese la GS ancor più adatta alle gite fuori porta. Non solo: a partire dal numero motore 0070120, vennero anche implementate altre migliorie, come la posizione della punzonatura ed il nuovo carburatore Dell'Orto UB23S31, con un getto del massimo aumentato a 105 per aumentarne ulteriormente le prestazioni.
In questa sua ultima versione, la GS diventò “la Vespa dei sogni”: veloce, stabile, comoda e, basta uno sguardo, bellissima.
Un’Icona Senza Tempo
In soli sei anni, la Vespa GS ha ridefinito, se non addirittura inventato, il concetto di “scooter sportivo”, trasformandosi da semplice mezzo di trasporto a oggetto di culto. La sua produzione, con 126.350 esemplari in totale, è un risultato eccezionale per Piaggio, che con questo modello ha dimostrato di saper rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più esigente. Il suo motore potente, la cura per i dettagli e l’attenzione alle innovazioni tecniche fanno della Vespa GS una delle Vespe più amate e ricercate, un pezzo di storia che ha segnato un’epoca. Quotazioni
Fermo restando che una Vespa vale il prezzo che il collezionista è disposto a spendere per averla, le quotazioni dell’usato variano, come sempre, in base all’anno, alla versione e, altrettanto importante, alle condizioni del mezzo. Per quanto riguarda la Vespa GS, si oscilla mediamente tra i 3.000 euro per i modelli meno rari o da sistemare, fino a toccare i 10.000 per quelli più ricercati, come ad esempio la VS1T del ’55, completamente restaurati. Ciò detto, poiché chi ne ha una è molto difficile che se ne voglia separare, aspettatevi richieste anche superiori ai 10.000 euro…
notizia da: insella.it
La nascita della Vespa GS
La Vespa GS (Gran Sport) debutta nel 1955, presentandosi fin da subito come un'innovazione per il mondo delle due ruote. Pensata per soddisfare le richieste dei vespisti più esigenti, il modello GS si distingueva per potenza e sportività, suggerendo fin da subito un animo piuttosto “aggressivo”. Il motore è un “possente” 146,5 cm3 a due tempi, con scocca portante in acciaio, sospensioni a molle elicoidali e ammortizzatori idraulici. Il colore? Un inconfondibile grigio metallizzato. In vendita a un prezzo di 178.000 lire, diventa rapidamente il sogno di molti appassionati. La produzione proseguì fino al 1961, ma è il periodo iniziale a consacrarla come icona. Proviamo a ripercorrerne la storia.
955, la prima serie VS1T
La Vespa GS si fa notare fin da subito con la serie VS1T: caratterizzata dai cavi esterni e da un look aggressivo, viene subito ribattezzata "Vespone". Il motore erogava una potenza di ben 8 CV a 7.500 giri, permettendole di raggiungere una velocità massima di circa 100 km/h e di lasciarsi così alle spalle molte moto di pari cilindrata. Questo grazie anche al carburatore montato direttamente sul cilindro, soluzione tecnica all’avanguardia già sperimentata sul modello da gara Vespa Sei Giorni. Il cambio era a 4 marce - frizione a 4 dischi - , i freni a tamburo con anelli in ghisa, le sospensioni con molle elicoidali gli ammortizzatori idraulici. Inconfondibile il design, quasi pionieristico grazie a elementi come il faro montato sul manubrio e il serbatoio integrato nella scocca. Fu prodotta per un solo anno e, ad oggi, è senza dubbio un dei modelli più ricercato dai collezionisti.
L'evoluzione dal 1956 al 1958
Appena un anno dopo, nel 1956, arrivò la serie VS2T, che introdusse migliorie sia estetiche che tecniche. I cavi dei comandi vennero per esempio inseriti all'interno del manubrio, la sella diventò più arrotondata e comoda, mentre lo scudo guadagnò un’elegante rifinitura in acciaio inox. Altre piccole novità furono poi la spia delle luci, che si fece rossa e tonda, e il nuovo contachilometri con quadrante bianco. Dal punto di vista tecnico, venne invece migliorato il sistema di avviamento grazie in particolare all'ottimizzazione del volano e del sistema di accensione, che resero più efficiente la combustione. Così “aggiornata”, la VS2T venne prodotta in un numero maggiore di esemplari - circa 10.000 contro i 6.000 della VS1T, rendendola meno rara ma ancora molto apprezzata dai collezionisti.
Nel 1957 arrivò quindi la VS3T, che mantenne quasi inalterate le caratteristiche della VS2T, ma se ne distingueva per l'affidabilità maggiore, segnale che Piaggio stava puntando a consolidare il successo del modello senza apportare cambiamenti drastici.
Con il 1958 arrivò la VS4T, serie che si adattava alle nuove normative del Codice della Strada inserendo per la prima volta la luce di stop sul fanalino posteriore. Anche qui, l'interruttore del freno diventava un elemento di innovazione, posizionato davanti al pedale. È su questo modello che il gancio del cofano motore si evolve in una versione in alluminio ricurvo, permettendo uno sgancio rapido.
La maturità della GS: la VS5T del 1959-1961
Tra il 1959 e il 1961, la VS5T diventa il punto culminante della serie GS, portando con sé numerose innovazioni tecniche. I tamburi auto ventilati migliorarono il sistema frenante, offrendo una sicurezza superiore rispetto ai modelli precedenti, il fondo scala del contachilometri - ora a ventaglio - arrivò a 120 km/h, a sottolineare la natura sportiva di Vespone, iI parafango anteriore guadagnò un’elegante bordatura di rinforzo, abbinata tra l’altro al nuovo scudetto anteriore in plastica e alla crestina del parafango e la nuova sella, più piatta e morbida rispetto alle versioni precedenti, rese la GS ancor più adatta alle gite fuori porta. Non solo: a partire dal numero motore 0070120, vennero anche implementate altre migliorie, come la posizione della punzonatura ed il nuovo carburatore Dell'Orto UB23S31, con un getto del massimo aumentato a 105 per aumentarne ulteriormente le prestazioni.
In questa sua ultima versione, la GS diventò “la Vespa dei sogni”: veloce, stabile, comoda e, basta uno sguardo, bellissima.
Un’Icona Senza Tempo
In soli sei anni, la Vespa GS ha ridefinito, se non addirittura inventato, il concetto di “scooter sportivo”, trasformandosi da semplice mezzo di trasporto a oggetto di culto. La sua produzione, con 126.350 esemplari in totale, è un risultato eccezionale per Piaggio, che con questo modello ha dimostrato di saper rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più esigente. Il suo motore potente, la cura per i dettagli e l’attenzione alle innovazioni tecniche fanno della Vespa GS una delle Vespe più amate e ricercate, un pezzo di storia che ha segnato un’epoca. Quotazioni
Fermo restando che una Vespa vale il prezzo che il collezionista è disposto a spendere per averla, le quotazioni dell’usato variano, come sempre, in base all’anno, alla versione e, altrettanto importante, alle condizioni del mezzo. Per quanto riguarda la Vespa GS, si oscilla mediamente tra i 3.000 euro per i modelli meno rari o da sistemare, fino a toccare i 10.000 per quelli più ricercati, come ad esempio la VS1T del ’55, completamente restaurati. Ciò detto, poiché chi ne ha una è molto difficile che se ne voglia separare, aspettatevi richieste anche superiori ai 10.000 euro…
notizia da: insella.it