COME VA A Misano diluvia. Le F4 sono schierate in fila nella corsia box con le rain montate frustrando un po’ il morale dei presenti, che all’idea di girare con 20.000 euro sotto il sedere in queste condizioni hanno l’entusiasmo di un bambino davanti ad un piatto di minestrone. Evidentemente però qualcuno lassù ama la MV e come per miracolo una giornata che prometteva di essere indecente si trasforma in un pomeriggio di sole, con anche quel poco di vento sufficiente ad asciugare rapidamente la pista.
UMIDO CHE PAURA Il primo turno, tuttavia, lo facciamo ancora con le rain montate, e nella situazione peggiore: con la pista un po’ bagnata e un po’ asciutta, che unito al riverbero del sole ti fa girare a chiappe strette su ritmi da mototurista; un po’ poco per capire una moto da 174 cv che tuttavia fa intuire come una delle caratteristiche della F4 non sia cambiata. Ovvero, l’apri chiudi fin troppo brusco che la nuova centralina non è riuscita ad eliminare, pur riducendolo un po’.
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UNICA TRA LE QUATTRO Poco male, perché al secondo turno la situazione è finalmente tornata normale e possiamo gustarci la MV in scioltezza, alzando il ritmo. MV che dimostra certamente dei miglioramenti sul fronte ciclistico, ma che non si è scostata di molto dalle caratteristiche di guida che la rendono unica nel panorama delle quattro cilindri sportive. Riduzione di peso (soprattutto a livello di ruote) e nuovi freni hanno, in effetti, migliorato il comportamento dinamico anche se resta immutata la filosofia di Tamburini, che vuole moto dall’avantreno inchiodato all’asfalto e dalla stabilità inarrivabile.
BISTURI A QUATTRO CILINDRI Una caratteristica che appartiene anche a questa R, precisa e piantata sul davanti come poche altre moto al mondo, ma per questo anche non estremamente reattiva e persino un po’ affaticante da guidare alla lunga. Le putrelle da 50 mm offrono, infatti, una stabilità di sterzo non comune facendo capire che la MV gradisce ancora una guida fatta di ingressi velocissimi in curva e di tanta scorrevolezza, manco fosse una bicilindrica. Tanto, una volta messa lì, niente la smuove dalla linea impostata e quindi le correzioni in corso d’opera, la guida sporca o le "spigolate" sono poco gradite alla F4. L’arrivo dei nuovi cerchi e il calo generale del peso hanno avuto invece l’effetto di migliorare la discesa in piega e di velocizzare le manovre nelle varianti, frangenti in cui la vecchia MV mostrava un po’ il fianco. Ora pur non essendosi trasformata in libellula si è comunque avvicinata alla migliore concorrenza. Così come si è avvicinata nella frenata.
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FRENA FORTE Finalmente viene meno uno dei reali punti deboli della F4, che con l’arrivo delle radiali Brembo può permettersi di fare la voce grossa anche in staccata, dove la potenza non manca (anche se con una trazione alla leva piuttosto decisa) e la modulabilità è ai massimi livelli. Peccato che non ci sia stato tempo di lavorare con gli assetti; purtroppo, vista la mattinata fradicia di pioggia, le moto erano state ammorbidite parecchio nelle tarature, così quando l’asfalto si è asciugato, pur irrigidendole un po’, ci siamo trovati ad essere distanti dall’assetto ottimale.
MOVIMENTO LENTO La moto, quindi, si muoveva un po’ sia in staccata (dove l’affondamento troppo repentino della forcella non consentiva di forzare a dovere la frenata) sia in accelerazione, a causa di un ammortizzatore dall’idraulica un po’ sfrenata che faceva sì che il retrotreno pompasse un po’. Sicuramente con un po’ più di tempo a disposizione avremmo potuto trovare un setting più appropriato per sfruttare la notevole cavalleria del quattro cilindri MV, che senz’altro si riconferma uno dei più grintosi attualmente in produzione.
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In piega con le Rain
MOTORE CATTIVO La pienezza di erogazione e la cattiveria di questo motore non sono in discussione: già a meno di 7.000 giri si avverte che c’è tanta spinta (i rapporti sono anche un po’ più corti di quelli delle giapponesi) anche se la frustata dei cavalli arriva a circa 9.500 giri (con però un po’ di vibrazioni avvertibili al manubrio) per proseguire fino ai 13.000 indicati del limitatore. Un range molto ampio che consente a chi guida la MV di poter usare il cambio in due modi.
MIGLIORE PROTEZIONE In molte curve di Misano si potevano, infatti, utilizzare due differenti marce senza essere troppo penalizzati in uscita di curva. Tra l’altro, alzando il ritmo e facendo lavorare il motore a regimi più alti viene un po’ meno anche il problema dell’apri-chiudi. Al di la dell’impegno fisico che la MV impone al suo pilota, mi sento comunque di promuovere il nuovo cupolino che protegge meglio e con minori turbolenze di quello precedente.
Fonte: http://www.motorbox.com/
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