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Mercato elettrico: le minicar hanno ucciso le due ruote elettriche

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    Mercato elettrico: le minicar hanno ucciso le due ruote elettriche

    L'analisi: nonostante gli incentivi e le spinte "politiche" verso la mobilità elettrica, gli scooter e moto a batteria non decollano. A beneficiarne sono le quattro ruote


    Il mercato dell'elettrico, confinato in poche righe alla fine di ogni comunicazione mensile di ANCMA, non interessa a nessuno. Le due ruote endotermiche (moto e scooter) vanno bene, anzi benissimo. Fatto sta che la mobilità sostenibile rappresenta comunque una macchia antiestetica su una tovaglia immacolata: la si può nascondere sotto a un piatto perché dà fastidio, ma comunque c'è.

    Analizzando i macrodati, emerge infatti come il mercato elettrico ad aprile ha registrato 897 unità e un calo del 12,14%. Negativo sia l'andamento dei ciclomotori (-22,84%), sia quello degli scooter (-11,73%). Il cumulato annuo dei veicoli a zero emissioni si ferma a 3.034 unità, pari a una flessione davvero importante del 20,76%. Ed è un dato doppiamente negativo, a fronte di un mercato che viene abbondantemente foraggiato con
    cospicui incentivi statali, già stanziati fino al 2026. Che, ricordiamo, possono arrivare a coprire fino al 40% del valore del mezzo e fino a 4mila euro se c'è una contestuale rottamazione di un vecchio veicolo.


    LE VENDITE PREMIANO LE MICROCAR ELETTRICHE

    Di fronte a questa autentica pioggia di soldi, qualunque scooter elettrico diventa concorrenziale al suo corrispettivo endotermico, anche alla luce del fatto che gli elettrici non pagano il bollo in quasi tutte le regioni italiane e ormai la questione della scarsa autonomia è stata abbondantemente superata dalla attuale tecnologia delle batterie. Eppure sempre meno italiani li comprano. Già, perché il dato di vendita del 2024, se analizzato in profondità, rivela un malessere grave da parte delle due ruote. Nelle classifiche i primi 4 veicoli sono tutte minicar: nell'ordine troviamo Citroen Ami (omologato ciclomotore, 1673 unità immatricolate), Xev Yoyo (quadriciclo targato, 597 pezzi),
    Fiat Topolino (ciclomotore, 532) e Aixam E-City (237). Tutti veicoli che, si badi bene, beneficiano degli stessi incentivi destinati alle due ruote.

    ELETTRICO? ROBA DA RICCHI

    La vera domanda, a questo punto, è: chi è il cliente dell'elettrico in Italia? Il suo identikit vede un pubblico di età trasversale, residente in un grande centro urbano, tendenzialmente già altospendente di suo. Chi compra una microcar? Di sicuro una famiglia che ha già un'auto e cerca un secondo veicolo per gli spostamenti di breve raggio in centro. O ancora, quella
    famiglia che cerca un veicolo più sicuro di un cinquantino per il proprio figlio o figlia di 14 anni, fresco di patente AM. E ancora, chi compra uno scooter elettrico? A vedere i dati di vendita, considerando che il primo veicolo a due ruote è il targato BMW CE 04(quinto posto, 210 immatricolazioni), si direbbe che è un cliente auto altospendente in cerca di un secondo mezzo "di servizio" per il commuting, che rivesta anche il ruolo di status symbol.

    Scendendo le posizioni troviamo poi i mezzi elettrici di due colossi della mobilità come Yamaha e Honda (rispettivamente sesta col Neo's, 203 pezzi, e settima col EM1-e, 188, ma nessuna delle due vive di elettrico, si tratta più di presidiare un territorio inesplorato piantando una bandierina), seguiti poi da Seat col suo Mo Escooter (e anche qui si rientra un po'come BMW nella fattispecie del cliente automotive, non di quello motociclistico tradizionale). Chiudono la classifica della top 10 Talaria col suo plurimarcia elettrico TL 4000 Sting (138 pezzi), una sorta di mosca bianca in questo panorama di mezzi col variatore, e Askoll con suo
    Es3 Evo(137).

    Insomma, la svolta green in Italia è ancora di là da venire. E alla luce dei risultati attuali, il boom di vendite dell'elettrico registrata nel 2022 (con 11.399 targati e 5.371 ciclomotori) è stata un fuoco fatuo.


    notizia da: dueruote.it
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