Progettata nel 1977 dall’ingegner Alfieri (ex Maserati) per competere nelle gare di Endurance, era dotata di un monumentale sei cilindri a V di 90° da un litro di cilindrata con raffreddamento a liquido e distribuzione bialbero a catena, che svolgeva, assieme al telaio tubolare in cromo molibdeno in cui era inserito trasversalmente, una funzione portante. L’intento dei progettisti nella realizzazione di questa poderosa unità propulsiva era quello di fornire una base di partenza per una soluzione modulare: infatti, dal V6 sarebbero dovuti derivare altri motori di minore cilindrata e frazionamento, destinati ad equipaggiare altre motociclette della Casa veneta, che però non avrebbero mai visto la luce.
I 140 cv a oltre 11.000 giri della versione finale del potente sei cilindri (numeri vicinissimi ai contemporanei motori di Formula Uno), ottenuti anche grazie alla testata a 4 valvole, erano trasferiti alla ruota posteriore da un cambio a 5 rapporti e da una trasmissione a cardano, soluzione abbastanza insolita per una moto da corsa, ma che aveva una sua logica alla luce della destinazione “endurance” di questa stupenda creatura a due ruote
I 140 cv a oltre 11.000 giri della versione finale del potente sei cilindri (numeri vicinissimi ai contemporanei motori di Formula Uno), ottenuti anche grazie alla testata a 4 valvole, erano trasferiti alla ruota posteriore da un cambio a 5 rapporti e da una trasmissione a cardano, soluzione abbastanza insolita per una moto da corsa, ma che aveva una sua logica alla luce della destinazione “endurance” di questa stupenda creatura a due ruote
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