la mia personalissima recensione delle "tre cugine austriache" che ho posseduto (? cosa assai divina, no?) dal maggio scorso a oggi, dopo la prima infatuazione per vecchia la zia duchessa...
690 SM
Il passaggio dalla strepitosa duke II ? stato un po' traumatico: niente da dire alla ciclistica - a parte il mono per i miei gusti un po' sottodimensionato - ma il motore con la coppia spostata cos? in alto sulle prime ? stato deludente. Tuttavia, dopo aver preso le misure del caso e aver trovato UN nuovo stile per far rendere al meglio il propulsore ? stato solo divertimento e versatilit? da primato (non di rado mi sono scoppiato 1000 km in 2gg con passeggera al seguito senza batter ciglio o quasi...).
Il problema si ? posto al momento di fare qualche modifica di sostanza, lo scarico, innanzitutto: scartata l'ipotesi di veder decadere la garanzia con un aftermarket non akra, di fronte alla prospettiva di spendere l'equivalente di una moto usata per il gioiellino con lo scorpione e nella impresa rivelatasi impossibile di trovare un esemplare usato, ho deciso di investire la suddetta cifra nella cugina "racing" e, complice una straordinaria coincidenza astrale di vendita usato+acquisto del nuovo, con qualche manciata di fogliettoni verdi mi sono portato a casa la bella del gruppo. Lei, appunto:
690 SMC
Prime impressioni "a freddo" (nel senso pi? letterale, visto che l'ho ritirata nel mese di gennaio), positive: motore e frizione migliori della SM (complici anche scarico, filtro, scatola filtro, mappa, trasmissione finale pi? corta) ma qualche prima perplessit? su tutto il resto: dura, alta, rigida, scomoda, ciclistica buona al posteriore, con ottima trazione (secondo me superiore a quella della SM), mono pi? sostenuto, ma anteriore strano assai:ruota lontanissima, con setting standard ingestibile in staccata per l'eccessivo affondamento e legnoso in configurazione sport. Tuttavia, date le basse temperature e le gomme di primo equipaggiamento forse non troppo adatte al tipo di moto, ho sospeso il giudizio in attesa di tempi migliori. Che, puntualmente, sono arrivati in quel di maggio, con i primi giretti tra le curve e l'uscita in pista a chignolo po. Risultato: un disastro. Indurito ulteriormente il mono, con risultati soddisfacenti, la forcella ha continuato a non rispondere ai miei comandi: la sensazione di non sentirla lavorare come si deve era nettissima e quei due turni per me che non sono un manico ma in pista mi sono sempre divertito con tutti i mezzi che ho posseduto sono stati tutt'altro che gradevoli.
Prima di prendere decisioni affrettate, mi sono dato ancora un po' di tempo, pensando che la moto richiedesse ancora un po' di apprendistato per poter essere compresa. Il seguito, in strada, ? stato un crescendo in negativo: moto inutilizzabile in due per tragitti superiori ai 100 km (ok non ? la sua destinazione d'uso) ma anche in solitaria, confidenza con l'anteriore zero: mi sembrava davvero di aver disimparato a guidare e dire che con la papera sul misto di ogni genere raramente mi sono trovato davanti altre moto ben pi? dotate.
Quindi, complice anche un'inattesa esigenza di liquidit? mi sono deciso a darla via e tornare al primissimo amore arancione, la duke II che tante soddisfazioni ha saputo darmi in passato. Succede per? che, mentre ero alla ricerca di un esemplare in buono stato, ecco che il problema economico di cui sopra fortunatamente viene meno e decido che prima di riportare a casa la vecchia duchessa vale forse la pena di andare a scoprire se la sua erede in versione R ? tanto bella quanto efficace. Ed ecco quindi, che nel box arriva uno degli ultimi esemplari ancora disponibili sul mercato italiano:
690 DUKE R
Se anche l'occhio vuole la sua parte, questo ? un mezzo che vale la pena possedere anche solo per l'impatto che produce alla vista... E a dirlo non sono soltanto io che ho un debole per le austriache: provate a lasciarla posteggiata in un luogo di passaggio e guardate che cosa succede... "ma bel giocattolino" ? il commento pi? neutro, tanto per avere un'idea di cosa intendo.
La prima cosa che ho fatto dopo aver percorso i primi metri di statale subito dopo averla ritirata ? un respiro di sollievo: nulla, di questo mezzo, ricorda l'esperienza appena avuta con l'SMC, mentre - al contrario - il family feeling con la SM ? nettamente percepibile. Con qualche differenza: posizione di guida pi? infossata con una sensazione di una minore distanza da terra, anche per l'escursione delle sospensioni inferiore. Pi? rigida, certo, ma qui l'accezione ? positiva, tutt'altra cosa rispetto alla "secchezza" di risposta della SMC. Cambio e frizione: del tutto comparabili a quelli della SM (nonostante la pompa assiale di quest'ultima) nel bene e nel male ovvero nella sensazione di slittamento nell'ultimissima fase della corsa e i leggeri impuntamenti tra 5a e 6a nonostante l'abbassamento della leva del cambio. "Problemi" scomparsi scomparsi dopo il primo tagliando.
I 7 cv in pi? tra il 654 della papera (SMC non paragonabile per la diversa configurazione spiegata prima) e il 690 "vero", va detto, li ho percepiti pi? che altro in termini di una maggiore velocit? a prendere giri ai medi regimi e di una attitudine a farmi insistere a dare gas al limitatore: mentre il 654 all'inizio della zona rossa cominciava a non averne proprio pi?, con il 690 fino all'entrata del limitatore ? tutta roba buona.
La ciclistica delle due non ? paragonabile, basti pensare che arrivato a casa il primo giorno di utilizzo, restando cio? sempre al di sotto dei 5k rpm e senza mai e poi mai cercare la piega mi sono ritrovato con il posteriore completamente chiuso e l'anteriore con pochissimi mm di spalla intonsa... La differenza pi? evidente rispetto alla SM ? una maggiore rigidit? (perfino eccessiva sullo sconnesso), una maggiore precisione e il perfetto "alineamento" (probabilmente non ? la parola giusta, ma credo che renda lo stesso l'idea di ci? che intendo) tra quello che succede alla forcella e quello che succede al mono: nessun bisogno di correggere in piega, nessun ondeggiamento o "seduta" del posteriore in accelerazione, sempre neutra e precisissima anche nelle staccate pi? aggressive. E questo lo posso confermare anche oggi che l'ho potuta spremere ben bene tra le curve di tutti i tipi pedane a terra sulla "mia" valtrebbia e tra le valli bergamasche dove giro di solito.
Le due uscite in pista a castelletto e a ottobiano, al contrario, non sono state granch?, la prima per via delle dunlop alpha-10 che dopo qualche giro andavano in surriscaldamento e che, nel range buono, su quel circuito andavano "guidate" con approccio stradale ginocchio a terra anzich? ostinarsi, come ho fatto io, a guidarle da motard, la seconda a ottobiano perch? con su delle michelin 2CT (che in strada trovo spettacolari per la mia guida e il tipo di moto) l'ho guidata da stradale con la sella originale del 690 (quindi +2cm, troppi per me per guidare di ginocchio su un circuito cos? tortuoso) che ancora avevo in box senza trovare la giusta sensibilit? e in una giornata troppo fredda e umidiccia perch? si riscaldassero prima che il mio fisico di quasi ...enne sedentario mi suggerisse di uscire...
Adesso sono a 2800 km (in meno di un mese), le gomme sono nel mezzo del cammin di loro vita e ho trovato una posizione di guida perfetta tutta sull'anteriore, agevolata dalla sella in gel +2 (quindi +4 rispetto alla seduta originale) e un approccio piede in fuori. L'assetto ? ancora quello standard con la mappa 3. E non ricordo di essermi mai divertito cos? tanto su un mezzo a due ruote.
L'unica nota un po' stonata ? data dalla rapportatura: ho il pignone -1 e nel misto medio (io preferisco spigolare che far scorrere) in cui tra una curva e l'altra ? pi? proficuo tirare la seconda piuttosto che appoggiare la terza vorrei un migliaio di giri in pi?... Mi domando quindi se non abbia forse pi? senso tornare al pignone da 16 oppure aggiungere 2 denti alla corona in modo da gestire in terza tutto ci? che finora ho fatto in seconda. Altra piccola nota di demerito: il cupolino PP ? molto efficace su collo e spalle con la sella standard mentre con quella alta in gel l'aria ? sparata dritta in faccia, forse senza ? meglio.
690 SM
Il passaggio dalla strepitosa duke II ? stato un po' traumatico: niente da dire alla ciclistica - a parte il mono per i miei gusti un po' sottodimensionato - ma il motore con la coppia spostata cos? in alto sulle prime ? stato deludente. Tuttavia, dopo aver preso le misure del caso e aver trovato UN nuovo stile per far rendere al meglio il propulsore ? stato solo divertimento e versatilit? da primato (non di rado mi sono scoppiato 1000 km in 2gg con passeggera al seguito senza batter ciglio o quasi...).
Il problema si ? posto al momento di fare qualche modifica di sostanza, lo scarico, innanzitutto: scartata l'ipotesi di veder decadere la garanzia con un aftermarket non akra, di fronte alla prospettiva di spendere l'equivalente di una moto usata per il gioiellino con lo scorpione e nella impresa rivelatasi impossibile di trovare un esemplare usato, ho deciso di investire la suddetta cifra nella cugina "racing" e, complice una straordinaria coincidenza astrale di vendita usato+acquisto del nuovo, con qualche manciata di fogliettoni verdi mi sono portato a casa la bella del gruppo. Lei, appunto:
690 SMC
Prime impressioni "a freddo" (nel senso pi? letterale, visto che l'ho ritirata nel mese di gennaio), positive: motore e frizione migliori della SM (complici anche scarico, filtro, scatola filtro, mappa, trasmissione finale pi? corta) ma qualche prima perplessit? su tutto il resto: dura, alta, rigida, scomoda, ciclistica buona al posteriore, con ottima trazione (secondo me superiore a quella della SM), mono pi? sostenuto, ma anteriore strano assai:ruota lontanissima, con setting standard ingestibile in staccata per l'eccessivo affondamento e legnoso in configurazione sport. Tuttavia, date le basse temperature e le gomme di primo equipaggiamento forse non troppo adatte al tipo di moto, ho sospeso il giudizio in attesa di tempi migliori. Che, puntualmente, sono arrivati in quel di maggio, con i primi giretti tra le curve e l'uscita in pista a chignolo po. Risultato: un disastro. Indurito ulteriormente il mono, con risultati soddisfacenti, la forcella ha continuato a non rispondere ai miei comandi: la sensazione di non sentirla lavorare come si deve era nettissima e quei due turni per me che non sono un manico ma in pista mi sono sempre divertito con tutti i mezzi che ho posseduto sono stati tutt'altro che gradevoli.
Prima di prendere decisioni affrettate, mi sono dato ancora un po' di tempo, pensando che la moto richiedesse ancora un po' di apprendistato per poter essere compresa. Il seguito, in strada, ? stato un crescendo in negativo: moto inutilizzabile in due per tragitti superiori ai 100 km (ok non ? la sua destinazione d'uso) ma anche in solitaria, confidenza con l'anteriore zero: mi sembrava davvero di aver disimparato a guidare e dire che con la papera sul misto di ogni genere raramente mi sono trovato davanti altre moto ben pi? dotate.
Quindi, complice anche un'inattesa esigenza di liquidit? mi sono deciso a darla via e tornare al primissimo amore arancione, la duke II che tante soddisfazioni ha saputo darmi in passato. Succede per? che, mentre ero alla ricerca di un esemplare in buono stato, ecco che il problema economico di cui sopra fortunatamente viene meno e decido che prima di riportare a casa la vecchia duchessa vale forse la pena di andare a scoprire se la sua erede in versione R ? tanto bella quanto efficace. Ed ecco quindi, che nel box arriva uno degli ultimi esemplari ancora disponibili sul mercato italiano:
690 DUKE R
Se anche l'occhio vuole la sua parte, questo ? un mezzo che vale la pena possedere anche solo per l'impatto che produce alla vista... E a dirlo non sono soltanto io che ho un debole per le austriache: provate a lasciarla posteggiata in un luogo di passaggio e guardate che cosa succede... "ma bel giocattolino" ? il commento pi? neutro, tanto per avere un'idea di cosa intendo.
La prima cosa che ho fatto dopo aver percorso i primi metri di statale subito dopo averla ritirata ? un respiro di sollievo: nulla, di questo mezzo, ricorda l'esperienza appena avuta con l'SMC, mentre - al contrario - il family feeling con la SM ? nettamente percepibile. Con qualche differenza: posizione di guida pi? infossata con una sensazione di una minore distanza da terra, anche per l'escursione delle sospensioni inferiore. Pi? rigida, certo, ma qui l'accezione ? positiva, tutt'altra cosa rispetto alla "secchezza" di risposta della SMC. Cambio e frizione: del tutto comparabili a quelli della SM (nonostante la pompa assiale di quest'ultima) nel bene e nel male ovvero nella sensazione di slittamento nell'ultimissima fase della corsa e i leggeri impuntamenti tra 5a e 6a nonostante l'abbassamento della leva del cambio. "Problemi" scomparsi scomparsi dopo il primo tagliando.
I 7 cv in pi? tra il 654 della papera (SMC non paragonabile per la diversa configurazione spiegata prima) e il 690 "vero", va detto, li ho percepiti pi? che altro in termini di una maggiore velocit? a prendere giri ai medi regimi e di una attitudine a farmi insistere a dare gas al limitatore: mentre il 654 all'inizio della zona rossa cominciava a non averne proprio pi?, con il 690 fino all'entrata del limitatore ? tutta roba buona.
La ciclistica delle due non ? paragonabile, basti pensare che arrivato a casa il primo giorno di utilizzo, restando cio? sempre al di sotto dei 5k rpm e senza mai e poi mai cercare la piega mi sono ritrovato con il posteriore completamente chiuso e l'anteriore con pochissimi mm di spalla intonsa... La differenza pi? evidente rispetto alla SM ? una maggiore rigidit? (perfino eccessiva sullo sconnesso), una maggiore precisione e il perfetto "alineamento" (probabilmente non ? la parola giusta, ma credo che renda lo stesso l'idea di ci? che intendo) tra quello che succede alla forcella e quello che succede al mono: nessun bisogno di correggere in piega, nessun ondeggiamento o "seduta" del posteriore in accelerazione, sempre neutra e precisissima anche nelle staccate pi? aggressive. E questo lo posso confermare anche oggi che l'ho potuta spremere ben bene tra le curve di tutti i tipi pedane a terra sulla "mia" valtrebbia e tra le valli bergamasche dove giro di solito.
Le due uscite in pista a castelletto e a ottobiano, al contrario, non sono state granch?, la prima per via delle dunlop alpha-10 che dopo qualche giro andavano in surriscaldamento e che, nel range buono, su quel circuito andavano "guidate" con approccio stradale ginocchio a terra anzich? ostinarsi, come ho fatto io, a guidarle da motard, la seconda a ottobiano perch? con su delle michelin 2CT (che in strada trovo spettacolari per la mia guida e il tipo di moto) l'ho guidata da stradale con la sella originale del 690 (quindi +2cm, troppi per me per guidare di ginocchio su un circuito cos? tortuoso) che ancora avevo in box senza trovare la giusta sensibilit? e in una giornata troppo fredda e umidiccia perch? si riscaldassero prima che il mio fisico di quasi ...enne sedentario mi suggerisse di uscire...
Adesso sono a 2800 km (in meno di un mese), le gomme sono nel mezzo del cammin di loro vita e ho trovato una posizione di guida perfetta tutta sull'anteriore, agevolata dalla sella in gel +2 (quindi +4 rispetto alla seduta originale) e un approccio piede in fuori. L'assetto ? ancora quello standard con la mappa 3. E non ricordo di essermi mai divertito cos? tanto su un mezzo a due ruote.
L'unica nota un po' stonata ? data dalla rapportatura: ho il pignone -1 e nel misto medio (io preferisco spigolare che far scorrere) in cui tra una curva e l'altra ? pi? proficuo tirare la seconda piuttosto che appoggiare la terza vorrei un migliaio di giri in pi?... Mi domando quindi se non abbia forse pi? senso tornare al pignone da 16 oppure aggiungere 2 denti alla corona in modo da gestire in terza tutto ci? che finora ho fatto in seconda. Altra piccola nota di demerito: il cupolino PP ? molto efficace su collo e spalle con la sella standard mentre con quella alta in gel l'aria ? sparata dritta in faccia, forse senza ? meglio.
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