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Ma è sempre meglio partecipare no?
da motoblog:
Diciamolo pure chiaramente, la Honda Deuville incarna il classico modello di moto che raramente riesce a suscitare nei motociclisti particolari pulsioni o quell’interesse bramoso tipico di molte moto sportive. Una moto vista in questo più spesso come un mero mezzo di trasporto che come qualcosa capace di emozionarci trasportandoci per qualche istante in un’altra dimensione.
Anche io nonostante gli anni di esperienza e le innumerevoli moto provate mi sono trovato qualche mese fa a vedere affiorare dentro di me le sopracitate titubanze man mano che si avvicinava il mio primo appuntamento con la incriminata Deuville. Ma come accade praticamente sempre quando si parla di oggetti dotati di due ruote e un motore nulla si rivela più sbagliato che avere dei preconcetti, o ancor peggio, dare dei giudizi assoluti senza avere provato per bene e a fondo il mezzo in questione.
Accade così che tralasciate in garage le solite sportive, naked e supermotard all’ultimo grido che per la maggior parte dell’anno la fanno all’interno del nostro box per test approfondimenti, comparative o confronti incrociati mi ritrovo così a compiere i classici spostamenti quotidiani su una fiammante Deuville. Accade così che dopo due tre giorni di studio reciproco, qualche impennata e le prime pieghe decise la giovane Deuville sotto le nostre terga avvia la trasformazione da zucca in carrozza.
O forse lo è sempre stata se i nostri miopi occhi non leggessero dentro ogni moto attraverso la banale e limitativa equazione: estetica + cavalli = divertimento. Basti pensare che dopo circa una settimana la cotta presa in precedenza per mezzi intelligenti e fruibilissimi su strada quali nell’ordine: R 1200 GS, Honda Transalp, Yamaha XJ6, KTM 690 e Suzuki Gladius iniziavano a vacillare fortemente davanti al connubio di comfort, praticità, maneggevolezza, doti dinamiche e facilità di guida messe in mostra dalla insospettabile Deuville, che scalava così in pochi giorni le classifiche di gradimento assolute tra le moto per utilizzo stradale che vorremmo avere sempre in garage.
Un giro di consulta con gli altri tester e colleghi, tutti dal polso pesante e soliti utilizzare moto sportive per scoprire che quelle conferme che cercavamo in loro si stanno trasformando in un pericoloso coltello a doppia lama. Perché con la scusa di provarla un po’ meglio e capirla più a fondo tutti sembrano decisi a voler scambiare il proprio mezzo con la nostra piccola Deuville. Qualcuno ne apprezza la seduta ampia comoda e estremamente confortevole, altri lodano la frenata unita alla ottima protezione aerodinamica, qualcuno ne ammira la capacità di carico nonostante un ingombro laterale delle valige del tutto in linea con gli ingombri di molte moto e scooter seppur privi di valige.
Ma ciò su cui tutti non possono fare a meno di concordare è sulla sue doti di fantastica piegatrice, bilanciata, rapidissima nello scendere in piega, maneggevole nelle reazioni, pochi metri e ti trovi a gestire con facilità e grande confidenza angoli di piega che su strada raramente se solito toccare, sia pur con moto sportive e teoricamente più prestazionali. Sarà la posizione di guida e il manubrio ben posizionato, saranno le pedane piuttosto alte per il tipo di moto o quel suo avantreno dalle geometrie “sane” e azzeccate, o il motore stretto con baricentro ben posizionato, ma la fase di percorrenza di curva messa in luce dalla Deuville stupisce anche quelli di noi più avvezzi alle grandi inclinazioni.
Altro aspetto fondamentale che riceve un plauso unanime è la capacità di questa moto di percorrere grandi chilometraggi, o strade lunghe e tortuose con uno sforzo e un affaticamento veramente minimo da parte del guidatore. In questo ci ricorda molto la mitica Fazer 1000 del 2003, un’altra moto che esaltava la maneggevolezza unita alla facilità di guida. Risultato di tutto questo è che ogni qualvolta i tester uscivano per una prova o anche solo per scorrazzare liberamente per dei tortuosi tratti montani ce ne era sempre uno che inforcava la piccola Deuville, risultando sempre poi quello che ad ogni sosta si lamentava per l’inutilità della stessa poiché lui poteva andare avanti tranquillamente fino a cena senza il riscontrare il minimo problema di affaticamento.
Ovviamente nelle accelerazioni più violente la Hondina allungava un po’ il collo nel tentativo di mantenere nella propria visuale alcune potenti sportive, ma una volta sul misto il ritmo si avvicinava con grande stupore dei piloti più scettici e sportiveggianti. Con tali premesse viene fugato ogni dubbio sulla successiva scelta della moto da affidare al prode “giacomino” con cui affrontare da apripista della manifestazione, la durissima manifestazione stradale delle 20.000 pieghe. La moto apripista è la prima che parte al mattino che passa per tutti i controlli orari dettando la marcia all’intera manifestazione e assicurandosi che lungo il tragitto non ci siano intoppi, oltre a segnare il passo per tutto lo staff disseminato lungo il percorso che dovrà attivarsi subito dopo il passaggio dell’apripista.
Le richieste erano chiare quindi, una moto agile veloce e maneggevole sul misto e sullo stretto, che permettesse al pilota di fermarsi il meno possibile lungo i 500km giornalieri di curve e tornati costellati di insidie di vario tipo. Mai scelta fu più azzeccata, con l’apripista che giungeva relativamente in forma ogni sera a fine tappa, mantenendo sempre con un vantaggio di qualche ora sui rpimi e più rapidi partecipanti. Il secondo test è quello cittadino, dove il comfort offerto dal comparto sospensioni, unito all’ampia sella, la fa preferire facilmente a qalsiasi scooter. Mentre proprio nel traffico urbano abbiamo più tempo per osservarne la qualità costruttiva, dalle plastiche agli assemblaggi, alle numerose soluzioni di ergonomia e praticità, come le valige comunicanti ed il vano portaoggetti psto sul lato del cruscotto.
Nulla è lasciato al caso dai materiali alle forme e questo giustifica la nota che ci sembrava un po’ negativa, quella relativa al prezzo con i suoi 8.500€ che la pongono su un target più elevato rispetto a numerose moto della relativa concorrenza. Forse il prezzo unito all’estetica poco incisiva ne limitano leggermente la diffusione, proponiamo a mamma Honda però degli efficaci demo ride su questo modello che tanto sa scuotere e stregare quanti si trovino alla sua guida. Perché sulle strada aperte al traffico, quando una moto è studiata e progettata esattamente per questo, la differenza c’è e si vede chiaramente. Pensando poi ai numerosi scooter dal costo di oltre 7.000€ il prezzo della Deuville assume connotati piuttosto diversi.
Proprio il test di questa Deuville si è inserito negli ultimi mesi un confronto dal più ampio respiro che ha visto coinvolte le migliori moto sul mercato prelevate dai segmenti più diversi e lontani tra loro, per confrontarne pregi e difetti e stilare una ideale classifica della moto più efficace, fruibile, pratica, veloce e divertente presente oggi sul mercato. Il tutto senza dimenticare il classico rapporto qualità prezzo che aveva una sua voce dedicata, esattamente come il divertimento di guida che la stessa era in grado di generare. Un confronto multiplo a eliminazioni successive di cui presto presenteremo i dettagli e che ha visto la piccola Deuvile portarsi inaspettatamente molto avanti nella classifica generale.
Chiudiamo questo pezzo ricordando la economicità di esercizio, grazie al consumo parco del valido bicilindrico che garantisce percorrenze intorno ai 20 km litro, oltre alla presenza del cardano che oltre a semplificare la manutenzione non introduce variazioni degne di nota ne sull’assetto ne tantomeno sulla risposta della trazione in fase di accelerazione così come in frenata.
La sobria ed elegante carenatura infine protegge bene dalla pressione aerodinamica, mentre la potenza frenante è quasi eccessiva, legata al sistema CBS (di serie su ogni versione) e abbinata su questo esemplare all’efficace ABS combinato Honda, pur non disinseribile.
Il parabrezza (regolabile in cinque posizioni) crea un buono scudo anche per il passeggero senza strani effetti sulla visibilità nell’uso notturno. Molto buona la velocità massima, che non fa rimpiangere troppo le performance della più potente e pesante Pan European, mentre in face di accelerazione qualche cavallo in più non avrebbe certo guastato.
Scheda Tecnica
Motore
Bicilindrico a V di 52°, 4 tempi, 8 valvole, raffreddato a liquido (SOHC),
Cilindrata 680,2 cm3
Alesaggio x Corsa 81 x 66 mm
Rapporto di compressione 10 : 1
Potenza massima 48,3 kW a 8.000 min-1 (95/1/EC)
Coppia massima 66,2 Nm a 6.500 min-1 (95/1/EC)
Regime del minimo 1.200 min-1
Capacità totale olio 3,2 litri
Alimentazione
Iniezione elettronica (PGM-FI)
Corpi farfallati: 40 mm
Filtro aria: Di carta a secco, del tipo a cartuccia
Capacità serbatoio carburante: 19,7 litri (compresi 3,5 litri di riserva)
Impianto elettrico
Accensione: Digitale transistorizzata con anticipo elettronico
Anticipo d’accensione: 10° BTDC (minimo) ~ 45° BTDC (8.900 min-1)
Candela: DPR8EA-9 (NGK); X24EPR-U9 (ND)
Avviamento: Elettrico
Capacità batteria: 12V / 14 AH
Alternatore: 452 W
Faro anteriore: 12V 55W x 1 (anabbaglianti) / 55W x 1 (abbaglianti)
Trasmissione
Frizione: Lubrificata, multidisco con molle
Funzionamento frizione: Meccanico, con attuazione a cavo
Tipo di cambio: A 5 rapporti
Riduzione primaria: 1,763 (67/38)
Riduzione Finale: 3,091 (34/11)
Trasmissione finale: A cardano
Ciclistica
Telaio: A doppia trave romboidale con tubi in acciaio
Dimensioni: 2.218 x 810 x 1.320 mm (parabrezza alto: 1.491 mm)
Interasse: 1.476 mm
Inclinazione cannotto di sterzo: 28° 50′
Avancorsa: 115 mm
Raggio di sterzata: 3,1 m
Altezza della sella: 806 mm
Altezza da terra: 156 mm
Peso a secco: 236 kg
Peso in ordine di marcia: 256,6 kg (A: 113 kg; P: 143,6 kg)
Massima capacità di carico: 192 kg
Sospensioni
Anteriore: Forcella telescopica da 41 mm, escursione 115 mm
Posteriore: Monoammortizzatore regolabile nel precarico, escursione 122,5 mm
Cerchi e Pneumatici:
Anteriore: A tre razze in alluminio presso fuso con sezione a “S” 17 x MT3.50 - 120/70 ZR17 (58W)
Posteriore: A tre razze in alluminio presso fuso con sezione a “S” 17 x MT4.50 - 150/70 ZR17 (69W)
Impianto frenante
Anteriore: Doppio disco idraulico da 296 x 4,5 mm con pinze a tre pistoncini combinati e pastiglie in metallo sinterizzato
Posteriore: Disco idraulico da 276 x 6 mm con pinza a due pistoncini e pastiglie in metallo sinterizzato
Prezzo 8.850€ f.c.
si meglio della vecchia ma mi sembra una moto inutile, almeno qui in italia, ne avrò viste in giro 2 o 3 negli anni
e invece secondo me per il commuting urbano, il tragitto casa-lavoro, vacanze è il mezzo ideale...più divertente di uno scooterone e comunque pratico, consuma poco ed è affidabile...di certo non è un mezzo adrenalinico...
c'è da dire che 8850€ non mi sembra un prezzo molto competitivo......considerando che, a parte il motore.., il telaio sembra veramente lo stesso della vecchia revere...
La Deauville ? in commercio da oltre 10 anni, ed ? nata ESATTAMENTE da una costola della Revere, moto poco apprezzata in Italia (ma si sa, gli italiani sono motociclisti sui generis...)
E' la moto ideale per chi, come me, la utilizza al posto dell'automobile: affidabilit? totale e manutenzione minima, ottima protezione dalle intemperie e eccellente capacit? di carico.
Ok, non ? la moto che ti fa strappare i capelli, non te lo fa diventare duro , ma ti porta dove vuoi senza fare uno starnuto e coccolandoti al meglio, spingendo col suo cuore generoso tutto il carico che vorrai farle portare.
Quando morir? l'Africa Twin ? la pi? papabile alla successione
Se vedr? che riesco a montarle le catene da neve (qui nevica parecchio forte, e i tassellati non bastano ) senza problemi come con l'Africa, non avr? alcun dubbio
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