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Harley-Davidson, stop alle politiche woke per non perdere clienti

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    #1

    Harley-Davidson, stop alle politiche woke per non perdere clienti

    A seguito del boicottaggio online portato avanti dalle frange più conservatrici della sua clientela, Harley-Davidson ha annunciato di voler rinunciare alle politiche DEI e ai “diktat woke” promossi in questi ultimi mesi: “Ci concentreremo sul mantenimento della nostra fedele comunità di motociclisti”


    H-D LGTBQ+

    La svolta Woke promossa da Harley-Davidson non è per nulla piaciuta ai tanti fan della casa che, nelle ultime settimane, hanno operato un vero e proprio boicottaggio online. Ma andiamo con ordine.

    Il boicottaggio dei fan

    A capitanare la “rivolta” è stato l’nfluencer conservatore Robby Starbuck che, sul suo profilo X, seguito da oltre mezzo milione di seguaci ha aspramente criticato i “diktat woke”, imposti dall’azienda USA ai suoi dipendenti. Secondo Starbuck, Harley-Davidson avrebbe infatti organizzato un “campo di addestramento per l’imprenditorialità LGBTQ+” presso i suoi uffici aziendali nel Wisconsin, con tanto di “rage room” adiacente a una “stanza delle storie in cui i bambini potevano interagire con le drag queen”. Valori che, secondo l’attivista ed i suoi follower, “non si riflettono su quelli di quasi tutti i motociclisti Harley-Davidson”.

    La svolta di Harley

    Da qui la decisione di Harley-Davidson che, preso atto delle reazioni indignate di tantissimo clienti, ha annunciato di voler rinunciare alle politiche DEI (diversità, uguaglianza e inclusione), con un’attenzione particolare all’assunzione di dipendenti per questioni etniche o culturali. “Siamo rattristati dalla negatività con cui sui social media sono stati accolti i nostri programmi. Non intendiamo dividere in alcun modo la comunità Harley-Davidson”, si legge nella nota diramata dall’azienda”. Stop quindi alla priorità (e non alla parità) a minoranze e donne alla partecipazione di H-D all’Human Rights Campaign, che assegna un punteggio alle aziende in base alle politiche promosse. “Come marchio di consumo - si legge ancora nella nota - ci concentreremo esclusivamente sulla crescita dello sport del motociclismo e sul mantenimento della nostra fedele comunità di motociclisti, oltre al supporto che già forniamo ai primi soccorritori, ai membri attivi dell'esercito e ai veterani”.

    E Jochen Zeitz?

    Resta da capire quale strada sceglierà di prendere Jochen Zeitz,
    CEO di Harley dal 2020 e da tempo ormai in prima linea per ciò che riguarda la promozione delle politiche DEI, incentivate con ingenti donazioni alle campagne Lgbt per la fondazione della Camera di commercio arcobaleno del Wisconsin e l’organizzazione di corsi di formazione ad hoc per i dipendenti.

    Intervistato da Fox News Digital, Starbuck ha invece accolto con entusiasmo la mossa dell’azienda:“Abbiamo un movimento per abbattere le politiche DEI e il wokeism nelle aziende americane e riportare un po’ di buonsenso sul posto di lavoro”.

    notizia da: insella.it


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    #2
    Anche la Jack Daniel's ha rinunciato a sta grandissima schifezza del DEI.

    "Go woke, go broke" dicono negli States.

    Spero che altre aziende seguano il loro esempio.



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      #3
      Anche Budweiser.

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        #4
        Quindi in soldoni in america le aziende vengono pagate per spingere politiche lgbt??

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          #5
          Quindi.... siamo ancora col cervello acceso da qualche parte?

          RISPETTO PER TUTTI... ma spingere una minoranza che pare quasi brutto o svantaggioso non essere LGBTQ?

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            #6
            Originally posted by monikaf View Post
            Anche la Jack Daniel's ha rinunciato a sta grandissima schifezza del DEI.

            "Go woke, go broke" dicono negli States.

            Spero che altre aziende seguano il loro esempio.


            Pare che anche la Disney stia facendo marcia indietro dopo aver scoperto che produzioni con protagoniste la sirenetta nera, la biancaneve nera ecc ecc hanno provocato un corposo calo di spettatori....

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