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Il primo ERZBERG non si scorda mai

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    #1

    Il primo ERZBERG non si scorda mai

    PARTENZA
    Inutile spendere troppe parole su quello che ? successo nei giorni prima della partenza, ma come potrete intuire, tra moto da gommare e motori da richiudere (e anche riaprire 12 ore prima della partenza) siamo arrivati lunghissimi anche a questo appuntamento.
    NO MATTER! Tutto ? bene quello che finisce entro mercoled? mattina alle 9, ora alla quale ci ritroviamo da Rino per la partenza, con il piccolo particolare che non abbiamo mai provato a caricare le nostre quattro saltafossi su un carrello che ne terrebbe tre.
    Forti della decennale esperienza nel Tetris unitamente al proverbiale ?culo?, l?armata brancaleone bolognese (Tequila, Rino, Vash e Zib) riesce a stipare tutte le moto e tronfi dei 70 metri di cinghie che abbiamo utilizzato per impacchettarle ci dirigiamo verso il casello dell?A13. Tequila, in qualit? di cicciorallysta-inside, decide che un buon viaggio comincia sempre con una rotonda e un paio di svincoli presi a manetta. Con una certa soddisfazione ci rendiamo conto che nonostante il carrello stesse per sorpassare il camper, non abbiamo perso nessuna delle nostre amate moto e con un occhio al navigatore di Rino procediamo verso l?Austria.

    Gi? qualche chilometro prima di Eisenerz, l?Erzberg Mountain fa capolino tra gli altri monti. Gli ultimi raggi di sole colpiscono la roccia nuda rendendola ancora pi? maestosa. Immaginate di vedere un?imponente montagna, 1465 metri di elevazione, lavorata a gradoni, riprendendo vagamente lo schema dei terrazzamenti liguri. Qui per? non si allevano verdi vigneti per la produzione del Cinque Terre DOC, bens? piloti incazzati come bisce che al mattino fanno colazione con caff? e rocce ad alto contenuto in ferro (35% circa).



    La mattina seguente dopo l?abbondante colazione offerta dall?organizzatissimo gruppo di R80GS (nutella, pandistelle e caffelatte ma senza rocce? noi non siamo piloti) ci dirigiamo verso la tenda per la registrazione, dove consegniamo lo scarico di responsabilit? in cambio del pass-braccialetto, numeri di gara adesivi, gadget vari e Redbull-cola d?ordinanza. Ci fanno perfino una foto con la webcam che mi fa riaffiorare i tristi ricordi di emigrante italiano al JFK poco pi? di un anno fa. Qualcuno dice che c?? un assicurazione da 15 euro, io penso che da precario non ho assolutamente bisogno di pseudocertezze, ancora meno se devo pagarle pi? di due birre medie. Ma la mia risatina termina presto: veniamo a sapere che l?assicurazione serve per pagare il trasporto con l?elicottero in caso di caduta. Senza assicurazione in caso di trasporto con elisoccorso, l?organizzazione si riserva di staccare una fatturina da tremila euro. Scemi s?, ma non cos? benestanti: si ritorna in fila e si paga facendo i mille scongiuri del caso.

    Dopo la verifica tecnica dei mezzi torniamo al camper, dove a Vash comincia a prudere la manetta. Decidiamo quindi di uscire alla ricerca di qualche angolino tranquillo per prendere le misure con la cava di ferro e i suoi derivati. Procedendo anche solo a bassissima velocit? mi accorgo di quanto sia facile finire in terra con questo fondo misto di sabbia, ghiaia e roccia incazzata. Stranamente per? tutti parlano un gran bene del grip in questo angolo di inferno ricavato all?interno del paradiso delle alpi stiriane. Ci possono essere due spiegazioni plausibili: o si sono bevuti il cervello dopo averlo marinato nella grappa, oppure io sono una gran pippa. Probabilmente sono vere entrambe. In ogni caso questo sar? il terreno di gara e devo farmelo piacere. Cos?, da buon stradista pluridecennale e futaiolo plurisborone cerco di adattarmi: con la mente ritorno a quella volta sul crinale dei Casoni, ricoperto da 30 cm di neve e trovo che oggi il grip sia squisitamente eccezionale.

    Zigzaghiamo tra le tende e i camper, ma la stradina termina dietro l?accampamento di alcuni austriaci. Vash si ricorda quel posto e sporgendosi di sotto mi fa cenno di seguirlo. Provo ad avanzare in maniera sospettosa, lentamente, ma non riesco a vedere cosa ci sia sotto di noi. Cominciamo bene! Immaginate di essere sul fianco di una montagna, proprio in corrispondenza del dirupo. Una grossa cascata di sabbia e ghiaia vi separa dal fondo della fossa. Sapevo che sarebbe successo ma non ero ancora adeguatamente preparato.

    la fossa
    [YOUTUBE]XbcK_GIXxWE[/YOUTUBE]
    [YOUTUBE]os-cQEQy1TQ[/YOUTUBE]

    Come spesso accade la prima discesa la si fa trattenendo il respiro, gli sfinteri e contando nell?aiuto di Sorella Gravit?. La successiva risalita ? un atto di fede nei confronti del motore, sperando anche di avere la corretta posizione di guida, da l? in poi ? un brivido adrenalinico a met? strada tra il panico e la soddisfazione. Le successive servono per placare la crisi di astinenza.


    IRON ROAD PROLOGUE 1

    [YOUTUBE]5UKAe6dKucE[/YOUTUBE]

    La mattina del venerdi la tensione ? ai massimi livelli ed ? scomparso ogni barlume di buonsenso: la moto sar? a posto? Il serbatoio ? mezzo pieno o mezzo vuoto? Con troppa benzina l?XR sar? troppo pesa? Va pi? forte il treno o ? pi? buono il gelato? Ci mettiamo in fila per aspettare il nostro turno di qualifica cronometrata. La tensione ci mette alla prova e il cancelletto sopraelevato sembra non avvicinarsi mai. Un turbinio di pensieri si susseguono e la pressione della mia prima vera gara ufficiale si fa sentire anche nei paesi bassi: ho perso il cavalletto assieme a un pezzo di telaio molto tempo fa e mi faccio tenere la moto da Vash mentre cerco di portare a termine l?ennesima pisciatina isterica.
    Avrei voluto ricordarmi meglio il tracciato, avrei dovuto riguardare la registrazione onboard almeno un paio di volte, tanto per capire cosa c?? dopo il terzo tornante. Probabilmente il cervello fuma e si vede anche a distanza: Rino ? proprio dietro di me e mi fa dono di una delle sue perle: ?Occhio Zib! Il tracciato di gara ? 13 km?. Sembra scontato ma non lo ? affatto, soprattutto ora con il cervello in pappa.
    Finalmente viene dato il via al pilota che mi precede, esito per un attimo, ma poi la ragazza con il lettore del transponder mi fa segno di salire sulla rampa. Mollo la frizione, colpetto di gas e salgo. Sono sotto l?arco della Red Bull, di fronte a me il primo rettifilo di un tracciato lungo e velocissimo, che alternando larghissimi stradoni a tornanti in salita, ci porter? all?arrivo situato a quota 1465m slm.
    Partenza: dopo il brivido e lo sconforto iniziale l?unico pensiero ? arrivare in cima nel minor tempo possibile. La strada ? larga, troppo larga? larghissima e rimango sempre con il dubbio di dove mettere le ruote. Da anni sto cercando di dimostrare che la miglior distanza tra due punti ? sicuramente la curva, ma in questo caso la sfida con il cronometro mi impone di stare il pi? possibile interno, per curvare velocemente e spalancare immediatamente, arrivando nel pi? breve tempo possibile al prossimo cambio di direzione.
    Da dietro uno scollinamento vedo dei commissari di gara e sulla mia destra dei coni, intuisco che sto sbagliando ma non vedo altra via di uscita, cos? dopo una vigorosa pedata sul freno posteriore giro a destra passando in mezzo ai coni verso la strada laterale. Mentre riapro a tutto gas il dubbio mi fa voltare di nuovo verso i commissari che si sbracciano animatamente: direzione sbagliata, imprecazione nel casco e cambio repentino di direzione. Il tornante con la deviazione a destra era poco pi? avanti.
    Ho perso un sacco di tempo e se prima la possibilit? di qualificarmi era remotissima, ora diventa una certezza: non ce la far? mai!
    Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Non potevo chiedere di meglio: posso dare tutto il gas che voglio perch? da ora in poi mi concentrer? solo sul divertimento. Purtroppo la mia preparazione atletica risulta Non Pervenuta, sono fermo da un sacco di tempo e cos?, curva dopo curva sento la muscolatura dell?avambraccio destro diventare sempre pi? dura, aprire il gas e tenerlo spalancato diventa per me uno sforzo sovrumano. Nei tratti veloci il manubrio dell?XR rema come un gondoliere sotto anfetamine e mi ritrovo a mollare l?acceleratore pi? volte per tentare di riprendere la mobilit? del braccio.
    [YOUTUBE]GFg7ruVe5Cc[/YOUTUBE]
    Salendo di quota il fondo diventa pi? compatto e stabile ma io sono stanco e disidratato come una prugna secca adagiata sulla superficie di un lago salato prosciugato. Per fortuna vedo in lontananza le ultime curve e l?arco della Red Bull: sono arrivato in cima, probabilmente con uno schifo di tempo, ma sono arrivato in fondo! Purtroppo qualche minuto pi? tardi apprendo che Francesco Catanese ? caduto, Furio e qualcun altro del gruppo si sono fermati per chiedere come stava ma ovviamente cicciolungoculodivelluto li ha rassicurati e fatti ripartire. Scopriremo pi? tardi che la sua Morini Granpasso l?ha disarcionato violentemente. Il bollettino medico elenca forte botta alla testa, spalla lussata, frattura della testa dell?omero e vasta tumefazione alla gamba e a tutto il fianco destro per l?impatto contro le rocce.
    Dicono che faccia parte del rovescio della medaglia, dicono che ? da mettere in preventivo, ma la realt? ? che te ne rendi veramente conto solo quando capita a te o a un tuo caro.
    Sono contentissimo di essere arrivato in fondo, ma quando tolgo il casco realizzo quanta pazzia c?? a far correre il nostro involucro di carne e ossa su questi veloci feticci metallici, nell?intento di scoprire il nostro limite ed eventualmente spostandolo pi? in l?.
    Ne vale forse la pena? Talvolta ci sono domande che non necessitano di risposta. Questa ? una di quelle. La scintilla ti fa correre, ti fa scalare le montagne, La scintilla ti illumina gli occhi quando ti volti e pensi a quello che hai fatto e a quello che ancora puoi fare, la scintilla ti tiene in vita.

    La sera a cena siamo ospiti dei ragazzi di R80GS. Nel loro enorme gazebo c?? un attrezzatissima cucina da campo con cui preparano un ottima e abbondante pasta per reintegrare le energie disperse nella cava. Nella fredda montagna dal cuore di ferro l?impegno di tante persone mosse dalla stessa passione crea questi momenti di socialit? dove si possono stringere nuove amicizie o consolidare vecchie conoscenze. Questa ? la seconda grande lezione del Gigante di Ferro


    IRON ROAD PROLOGUE 2
    Il sonno ? talvolta interrotto dalla musica o dal rombo di qualche motore, ma le prime luci del sabato fanno capolino dalle pareti della cava arrivando fino al nostro camper. Oggi sar? una lunga giornata, la nostra seconda chance. Ma non per Rino. Visibilmente scosso dall?incidente di Francesco non ? nello spirito giusto per correre la seconda manche. Decide quindi di posizionarsi sul tracciato e immortalare il passaggio delle nostre maglie azzurre. Mi spiace molto che non possa godersi l?ultima sparata cronometrata ma capisco benissimo la sua posizione.
    Questa volta non posso sbagliare strada, devo mettercela tutta per capire fino a dove posso spingermi. Prima della partenza ce la prendiamo comoda e traffichiamo un po? sulle moto. Ne approfitto per smontare e smartellare allegramente il paramani destro, accartocciato da un sacco di tempo mi costringe a tenere la leva freno in una posizione abbassata e assolutamente innaturale. Le pietre intorno al camper sono meglio di qualsiasi dima, sono molte, di ogni forma e mi permettono di ridare l?aspetto originario al vecchio ma indispensabile paramani. Rimonto il tutto e mi preparo, ora manca veramente poco allo start. Ma ? proprio in quel momento che Tequila si rende conto di avere il cavo frizione completamente sfilacciato. Non perdiamo tempo e smontando il serbatoio ci accorgiamo che le vibrazioni gli hanno fatto perdere anche due viti di sostegno. Grazie all?aiuto di Bistecca e Vash riusciamo a effettuare la sostituzione di filo e guaina a tempo record. Ci dirigiamo verso la partenza praticamente per ultimi del nostro gruppo, ma non ? ancora finita. La mia manopola del gas non ha pi? ritorno e non ? il caso di rischiare di rimanere a gas aperto in gara, ne tantomeno lungo un tracciato come questo. Tequila mi consiglia di tornare al camper per una veloce quanto provvidenziale abluzione a base di WD40. Risolvo il problema e mi precipito di nuovo alla partenza. Stavolta non c?? Rino a rammentarmi di collegare la manetta al cervello ma ? come se continuasse a ripetermelo. Tant?? che mi volto e rammento a Vash la lunghezza del percorso. Lui ride e nel frattempo la fila avanza, tocca quasi a noi.

    [YOUTUBE]yESvwxk2jFY[/YOUTUBE]

    Partenza: fin dalla prima frenata mi accorgo che in traiettoria si sono creati dei gran avvallamenti, la pista ? notevolmente rovinata rispetto al venerdi. Ovviamente ripeto lo sbaglio fatto il giorno precedente: carichissimo di adrenalina parto a cannone da subito e dopo tre curve sono gi? bello bolso e ansimante. L?avambraccio destro duro e privo di reattivit? mi rende difficile spalancare il gas e tenere la moto in carreggiata. Cerco di continuare stringendo i denti ma a due minuti dalla partenza una grande pozza d?acqua mi fa perdere la pedana destra nonostante l?avessi presa riducendo molto la velocit?. Arrivato sulla salita stretta vedo un sacco di gente che agita le braccia e preso da smania di egocentrismo lo prendo come un incitamento per farla a cannone. In realt? il significato era ?rallentare?, per evitare i crateri formatisi nella parte finale della rampetta. Me ne accorgo quando ? troppo tardi, cerco di salvare il possibile e riesco per puro culo ad arrivare in cima, dove vengo premiato dagli scatti di Rino e di un altro fotografo dell?organizzazione.




    [YOUTUBE]EYeMSLs7oWw[/YOUTUBE]

    La mia tecnica enduristica ? ancora molto acerba: gli appoggi (questi sconosciuti) andrebbero presi con brio ma proprio non mi vanno gi?, inoltre un sacco di dritti mi fanno finire fuori traiettoria facendomi perdere tempo a dover controllare il posteriore nella sabbia smossa. Cerco allora di recuperare il possibile raddrizzando presto e tenendo aperto pi? che posso. Rino non sarebbe molto fiero di questa tecnica prettamente agricola, soprattutto dopo aver investito un sacco di tempo per inculcarmi un po? della buona pratica enduristica.
    Il responso del cronometro: undici minuti e ventitre secondi.
    Il responso di Zib: non vedo l?ora di tornarci nel 2010.
    Last edited by Zib; 21-06-09, 12:13.

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    #2
    Squadra che vince non si cambia, infatti sabato sera si torna dai fantastici padovani di R80GS: pasta, ciccioli, mortadella, tomini sottolio, speck morbido che ancora me lo sogno e per finire una porchetta da antologia. Il tutto annaffiato da abbondante prosecchino e SERENITA?.

    HARE SCRAMBLE
    I migliori 500 piloti dell?Iron Road Prologue hanno la possibilit? di partecipare alla gara della domenica: il temibilissimo Hare Scramble. La classifica generale mi esonera da questo ambito quanto gravoso compito: sono 701esimo e per qualificarmi avrei dovuto essere almeno 31 secondi pi? veloce. Ma non importa perch? ci posizioneremo tra il sesto e il settimo gate per aiutare gli italiani che si sono qualificati. Assieme a Tom (canadese del team Husaberg) e Bruno (endurista sudafricano ma figlio di emigrati italiani) seguiamo una guida austriaca che ci porta lungo il fianco della montagna, in uno spiazzo aperto e libero da alberi. Non c?? un sentiero, ma un vago segno di calpestamento (come se fossero passate 5 o 6 persone al massimo) largo poche decine di centimetri che risale il fianco della scarpata e porta ad una stradina secondaria. A fatica raggiungiamo la stradina e non oso pensare come sia possibile affrontarla in sella ad una moto. Decidiamo quindi di rendere le cose meno impossibili perlomeno per i primi piloti che arriveranno, inizialmente scavando un leggero scasso nel terreno e successivamente stabilizzandone il fianco con qualche grossa pietra trovata l? intorno. Poco dopo ci raggiunge anche Rino, era nel bosco a qualche gate successivo ma la mancanza di luce rendeva difficilissimo ottenere dei buoni scatti nonostante la sua ottima reflex. A poco meno di un ora dalla partenza i piloti cominciano ad arrivare alla nostra salita e la maggior parte di loro si ferma proprio sotto di noi, chiedendo espressamente aiuto. Qualcuno prova anche a salire ma basta veramente poco per perdere il posteriore e scivolare gi? dalla scarpata. Fortunatamente siamo attrezzati di corde e cinghie cosicch? all?occorrenza ci precipitiamo per spingere e/o tirare. Tra un pilota e l?altro penso a quanto sia fantastica questa gara: anche se non mi sono classificato ho comunque la possibilit? di partecipare alla gara in maniera attiva, da questo posto privilegiato, aiutando piloti che non conosco ma che ci fanno emozionare ad ogni metro guadagnato verso l?arrivo.

    Nel pomeriggio l?avventura volge al termine, carichiamo le moto e ripartiamo in direzione Bologna. E? da due giorni che non mi lavo e decido di buttarmi nella doccia del camper per togliermi di dosso sabbia e fatica. L?acqua gelida ? il colpo finale che prosciuga le ultime energie rimaste.
    Durante il viaggio scarichiamo le foto e i video di questa fantastica avventura austriaca e il pensiero va gi? alla prossima edizione di questa incredibile kermesse motoristica. Arriviamo in citt? a mezzanotte passata, scarico la moto dal carrello, saluto i compagni di viaggio e imbocco la tangenziale. Una volta a letto chiudo gli occhi e mi sembra di vedere la polvere rossa del gigante di ferro: il piccolo ricordo di una grande avventura


    RINGRAZIAMENTI

    KARL KATOCH per essersi inventato l'ERZBERGRODEO
    VALE, FURIO e tutto il gruppo Africa Twin Italia per l'organizzazione del DesertTwins Racing Project, per il tour nella cava con Cyril Depres, la cena nel Vip Lounge e tutte le altre opportunit? solo per noi
    BISTECCA per la grappa e la compagnia nel paddock
    GIADA per averci consegnato l'attestato di partecipazione come nelle gare vere e per il tempo trascorso insieme
    STEVE e ALESSANDRO per le cazzate sempre abbondanti e bellissime. Dovete unirvi al Fossom Team!
    TEQUILA per aver creato il Fossom Camper Erzberg Edition, per aver spazzato le nostre briciole, i nostri culi e per l'ottima pasta del precario
    VASH per essere stato il mio compagno di salite, discese e cadute durante i quattro giorni di anarchia enduristica
    RINO per avermi fatto conoscere un sogno chiamato ERZBERG e per tutto il tempo passato sull'XR
    PONCH per avermi regalato i guanti e per avermi tirato nella schiena gli stivali nuovi (ps: mi piangeva il cuore rodarli nella cava, cos? li ho usati solo una sera per andarci a mangiare).

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      #3
      Domenica poco prima del passaggio dei barbari (RedBull Hare Scramble) tra il gate 6 e 7
      Zib, Bruno, Rino, a canadian guy and some other friends are building a better way for our hero running the red Bull Hare Scramble through the Erzberg Mountain

      Zib, Bruno, Rino, a canadian guy and some other friends are building a better way for our hero running the red Bull Hare Scramble through the Erzberg Mountain

      Zib, Bruno, Rino, a canadian guy and some other friends are building a better way for our hero running the red Bull Hare Scramble through the Erzberg Mountain



      Arrivano i piloti
      Zib and other helping hands trying to help some pilots during the Red Bull Hare Scramble 2009. In order ofa apparition: Teddy Blazusiak, Chris Birch, Andrea...

      Zib and other helping hands trying to help some pilots during the Red Bull Hare Scramble 2009. In order ofa apparition: Ben Hemingway, Ralf Scheidhauer, Gra...

      Zib and other helping hands trying to help some pilots during the Red Bull Hare Scramble 2009. In order ofa apparition: ALESSANDRO RIVA, Thomas Gunther, Die...

      Zib, Rino and other helping hands trying to help some pilots during the Red Bull Hare Scramble 2009. In order ofa apparition: Martin Freinademetz, Sven Kied...



      Il giro in paese del giovedi sera (tipo mad sunday al TT)
      Ogni giovedi sera prima della gara l'amena località montana di Eisenerz festeggia i piloti arrivati da 33 diverse nazioni e 4 continenti. Non importa che tu ...

      What happens in Eisenerz stays in Eisenerz :D La parata esce dalla cava per andare a gommare il tranquillo paese di Eisenerz

      What happens in Eisenerz stays in Eisenerz :D La parata esce dalla cava per andare a gommare il tranquillo paese di Eisenerz

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        #4
        Grandissimo!!!

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          #5
          devo finire di leggerlo ma cmq stupendo resoconto e sopratutto esperienza fantastica Complimenti e rispetto

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            #6
            come direbbe il discotecaro di Zelig....


            "TI STIMO FVATELLO"

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            • Font Size
              #7


              bellissimo report

              Last edited by aciachi; 21-06-09, 21:25.

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                #8
                Grandissimo!
                Ma quanto costa l'iscrizione?...

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                • Font Size
                  #9
                  GG ti vedo quasi convinto

                  30 euro per il Rocket Ride
                  80 euro per l'Iron Road Prologue
                  150 euro per Prologue + Hare Scramble (se non ti classifichi ? prevista la restituzione)

                  3000 euro se hai bisogno dell'elicottero ma non hai sottoscritto l'assicurazione

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                  • Font Size
                    #10
                    se ti fossi classificato avresti dovuto fare quel passaggio impestato in cui aiutavi a salire? con l' xr poi?!

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                    • Font Size
                      #11
                      I motociclisti veri sono quelli come te...

                      Quelli che si buttano, che vanno oltre la paura, che seguono l'emozione piuttosto che la performance...

                      Altro che TC, DDT e DVD!

                      Grande!

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                      • Font Size
                        #12
                        Originally posted by ska77c View Post
                        I motociclisti veri sono quelli come te...
                        Quelli che si buttano, che vanno oltre la paura, che seguono l'emozione piuttosto che la performance...
                        Altro che TC, DDT e DVD!
                        Grande!



                        Originally posted by dEUS View Post
                        se ti fossi classificato avresti dovuto fare quel passaggio impestato in cui aiutavi a salire? con l' xr poi?!
                        magari trovavo qualcuno pi? matto di me che mi tirava su con una cinghia :scossa:

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                          #13
                          mamma mia che spettacolo complimenti.

                          La cam che hai è ottima.

                          La passione che ci metti è da riferimento.

                          Il risultato direi che è fantastico, se ci ritorni il prossimo anno conosci già il percorso e puoi anche qualificarti non eri distante.

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                          • Font Size
                            #14
                            grazie Gabri!
                            Purtroppo ogni anno cambiano il percorso e comunque non è proprio una passeggiata, perlomeno per me che pratico enduro da poco più di un anno.

                            Non dovrei dirlo per scaramanzia, ma l'anno prossimo vorrei tornarci con una stradale che sta aspettando le tassellate :cimo2:
                            Last edited by Zib; 22-06-09, 19:44.

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                            • Font Size
                              #15
                              maria che spettacolo! voglio andarci domani, dammi subito tutte le info!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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