tratto da motonline.com
Ci siamo ritrovati sul circuito di Losail in concomitanza coi test della Superbike e non abbiamo resistito alla tentazione. Abbiamo chiesto di provare la moto ufficiale di Lanzi e ci ? stato concesso. Pochi giri, ma sufficienti per andare in estasi
Andrea Padovani sta per salire sulla 999 di Lanzi
Losail (Qatar) - ?Allora, appena rientra Lorenzo scarichiamo la telemetria, cambiamo le gomme e poi tocca a te?. La voce, quella di Davide Tardozzi, team manager della squadra ufficiale Ducati Xerox, risuona imperiosa all?interno del box mentre all?esterno si sente l?eco dei motori spremuti al massimo sul rettilineo principale di Losail, in Qatar.
? Il terzo ed ultimo giorno di prove libere della Superbike in preparazione della stagione 2006. E noi di Motonline/Dueruote siamo presenti. Una presenza ingombrante visto che ci accingiamo a posare il nostro fondoschiena nientemeno che sulla moto guidata fino a qualche attimo prima da uno scatenato Lorenzo Lanzi. Cinque giri, tanto durer? il brivido, per cercare di capire cosa si prova ad essere un pilota ufficiale del pi? vittorioso team SBK.
ll logo Dueruote sulla moto pi? titolata del Mondiale Superbike
I meccanici avviano lo strano marchingegno per mettere in movimento la ruota posteriore della 999 F06, un simpatico brusio da scooter che viene sovrastato immediatamente dal baritonale vocione del bicilindrico Desmo. La moto viene portata fuori dal box e il tecnico mi offre i due pregiati semimanubri. Lateralmente la rossa per eccellenza di Borgo Panigale d? l?impressione di essere molto lunga. Da sopra invece ? solo molto alta di sella: non altrettanto marcato ? il dislivello con le pedane. Lanzi non ? proprio un gigante e ci ritroviamo praticamente con le ginocchia in bocca. Il piede scivola sotto la leva del cambio e con un colpetto verso l?alto inseriamo la prima. La frizione a secco, tipicamente da competizione, non aiuta una partenza dolce. Poco male, in un attimo ci ritroviamo a inserire in sequenza le prime marce senza mollare il gas: miracolo dell?elettronica? Seconda, terza, quarta, e il motore gi? comincia ad urlare.
La Ducati 999 F06
Il bicilindrico comunque non rifiuta di girare pulito anche ai bassi regimi: basta solleticarlo un tantino per? per scoprire che il meglio lo d? altrove, passati i 9.000 giri fino all?intervento del limitatore a quota 13.300 circa. Una vera furia in questo range e la ruota anteriore inizia ad accarezzare l?asfalto per lunghi tratti. Brutale? No, non proprio, estremamente corposo - e quando diciamo ?estremamente? stiamo parlando di un bicilindrico che ? realmente una bomba - ma molto omogeneo nella spinta.
Padovani comincia a spingere...
Ma la cosa fantastica di questa 999 ? come si lascia guidare: abituati alle 999 stradali, con cui tocca lavorare di braccia per tirarla dentro in curva, ? stata una gradita sorpresa ritrovarsi in sella a una moto che volta praticamente da sola. La maneggevolezza ? assoluta al pari della velocit? di inserimento in curva e a quella nei cambi di direzione: e tutto ci? si accompagna a una stabilit? infinita a centro curva.
La 999, come la gemella di produzione, non ? comunque una moto che ama traiettorie spigolose: impone una guida rotonda, raccordata, ricompensando con una precisione direzionale assoluta. Questo almeno fin quando la moto rimane piegata. Sul rettilineo principale, infatti, alle alte velocit? abbiamo registrato una certa liquidit? dell?avantreno. Mai nulla di preoccupante, sia chiaro?
La 999 F06 in versione naked
E poi c?? la staccata. Li abbiamo osservati, i piloti veri, in fondo al rettilineo. Gas spalancato fin oltre il ragionevole e poi gi? le marce una dietro l?altra con ritmo sincopato, con la moto che pare voler divorare la ruota anteriore. Mai una sbavatura, solo un?elegante danza che in un attimo li porta al cordolo interno per poi sparire dietro al muretto. Da sopra invece le cose sono ben diverse e le dita abbracciano la leva del freno molto prima di quello che la moto permette realmente: e dire che la potenza decelerante ? infinita. Cinque giri non sono certamente sufficienti per capirne il limite.
La posizione di guida ? fatta su misura per Lanzi, che non ? un gigante: Padovani deborda...
La tabella! Bisogna rientrare: e se faccessimo finta di non vederla? Quasi, quasi? Pennelliamo anche il giro di decelerazione allegri e di l? a un paio di minuti ci presentiamo diligenti nel box. Tardozzi ci guarda: ? soddisfatto che non gli abbiamo demolito la moto. Non ci chiede nemmeno com?? andata. Ride semplicemente e ci rifila solo una sonora pacca sulla spalla?
Ci siamo ritrovati sul circuito di Losail in concomitanza coi test della Superbike e non abbiamo resistito alla tentazione. Abbiamo chiesto di provare la moto ufficiale di Lanzi e ci ? stato concesso. Pochi giri, ma sufficienti per andare in estasi
Andrea Padovani sta per salire sulla 999 di Lanzi
Losail (Qatar) - ?Allora, appena rientra Lorenzo scarichiamo la telemetria, cambiamo le gomme e poi tocca a te?. La voce, quella di Davide Tardozzi, team manager della squadra ufficiale Ducati Xerox, risuona imperiosa all?interno del box mentre all?esterno si sente l?eco dei motori spremuti al massimo sul rettilineo principale di Losail, in Qatar.
? Il terzo ed ultimo giorno di prove libere della Superbike in preparazione della stagione 2006. E noi di Motonline/Dueruote siamo presenti. Una presenza ingombrante visto che ci accingiamo a posare il nostro fondoschiena nientemeno che sulla moto guidata fino a qualche attimo prima da uno scatenato Lorenzo Lanzi. Cinque giri, tanto durer? il brivido, per cercare di capire cosa si prova ad essere un pilota ufficiale del pi? vittorioso team SBK.
ll logo Dueruote sulla moto pi? titolata del Mondiale Superbike
I meccanici avviano lo strano marchingegno per mettere in movimento la ruota posteriore della 999 F06, un simpatico brusio da scooter che viene sovrastato immediatamente dal baritonale vocione del bicilindrico Desmo. La moto viene portata fuori dal box e il tecnico mi offre i due pregiati semimanubri. Lateralmente la rossa per eccellenza di Borgo Panigale d? l?impressione di essere molto lunga. Da sopra invece ? solo molto alta di sella: non altrettanto marcato ? il dislivello con le pedane. Lanzi non ? proprio un gigante e ci ritroviamo praticamente con le ginocchia in bocca. Il piede scivola sotto la leva del cambio e con un colpetto verso l?alto inseriamo la prima. La frizione a secco, tipicamente da competizione, non aiuta una partenza dolce. Poco male, in un attimo ci ritroviamo a inserire in sequenza le prime marce senza mollare il gas: miracolo dell?elettronica? Seconda, terza, quarta, e il motore gi? comincia ad urlare.
La Ducati 999 F06
Il bicilindrico comunque non rifiuta di girare pulito anche ai bassi regimi: basta solleticarlo un tantino per? per scoprire che il meglio lo d? altrove, passati i 9.000 giri fino all?intervento del limitatore a quota 13.300 circa. Una vera furia in questo range e la ruota anteriore inizia ad accarezzare l?asfalto per lunghi tratti. Brutale? No, non proprio, estremamente corposo - e quando diciamo ?estremamente? stiamo parlando di un bicilindrico che ? realmente una bomba - ma molto omogeneo nella spinta.
Padovani comincia a spingere...
Ma la cosa fantastica di questa 999 ? come si lascia guidare: abituati alle 999 stradali, con cui tocca lavorare di braccia per tirarla dentro in curva, ? stata una gradita sorpresa ritrovarsi in sella a una moto che volta praticamente da sola. La maneggevolezza ? assoluta al pari della velocit? di inserimento in curva e a quella nei cambi di direzione: e tutto ci? si accompagna a una stabilit? infinita a centro curva.
La 999, come la gemella di produzione, non ? comunque una moto che ama traiettorie spigolose: impone una guida rotonda, raccordata, ricompensando con una precisione direzionale assoluta. Questo almeno fin quando la moto rimane piegata. Sul rettilineo principale, infatti, alle alte velocit? abbiamo registrato una certa liquidit? dell?avantreno. Mai nulla di preoccupante, sia chiaro?
La 999 F06 in versione naked
E poi c?? la staccata. Li abbiamo osservati, i piloti veri, in fondo al rettilineo. Gas spalancato fin oltre il ragionevole e poi gi? le marce una dietro l?altra con ritmo sincopato, con la moto che pare voler divorare la ruota anteriore. Mai una sbavatura, solo un?elegante danza che in un attimo li porta al cordolo interno per poi sparire dietro al muretto. Da sopra invece le cose sono ben diverse e le dita abbracciano la leva del freno molto prima di quello che la moto permette realmente: e dire che la potenza decelerante ? infinita. Cinque giri non sono certamente sufficienti per capirne il limite.
La posizione di guida ? fatta su misura per Lanzi, che non ? un gigante: Padovani deborda...
La tabella! Bisogna rientrare: e se faccessimo finta di non vederla? Quasi, quasi? Pennelliamo anche il giro di decelerazione allegri e di l? a un paio di minuti ci presentiamo diligenti nel box. Tardozzi ci guarda: ? soddisfatto che non gli abbiamo demolito la moto. Non ci chiede nemmeno com?? andata. Ride semplicemente e ci rifila solo una sonora pacca sulla spalla?
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