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Ducati V4
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Io sinceramente trovo il limite di cilindrata anacronistico: come ha detto Mikiff, se un 8 cilindri 3000 dovesse risultare complessivamente migliore, perch? non farlo?
I limiti dovrebbero essere le condizioni al contorno:
guidabilit? (pesi, inerzie, erogazione)
consumi
degrado delle gomme
costi
etc.
Io sono per il liberi tutti, all'interno di limiti sensati
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Originally posted by Torakiky View PostIo sinceramente trovo il limite di cilindrata anacronistico: come ha detto Mikiff, se un 8 cilindri 3000 dovesse risultare complessivamente migliore, perch? non farlo?
I limiti dovrebbero essere le condizioni al contorno:
guidabilit? (pesi, inerzie, erogazione)
consumi
degrado delle gomme
costi
etc.
Io sono per il liberi tutti, all'interno di limiti sensati
.. il limite siamo noi
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Originally posted by MiKiFF View PostVeramente no, il patto ? salvo dato che il limite ? per le moto stradali e vale per la potenza SENZA airbox in pressione, quindi sono ancora tutte dentro.
Last edited by Gianluca Salina; 07-03-17, 13:49.
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Originally posted by Torakiky View PostIo sinceramente trovo il limite di cilindrata anacronistico: come ha detto Mikiff, se un 8 cilindri 3000 dovesse risultare complessivamente migliore, perch? non farlo?
I limiti dovrebbero essere le condizioni al contorno:
guidabilit? (pesi, inerzie, erogazione)
consumi
degrado delle gomme
costi
etc.
Io sono per il liberi tutti, all'interno di limiti sensati
Il mercato infatti sta andando sempre pi? verso cilindrate non standard.
Una volta c'era 600-750-1000 ora si vede di tutto sia come frazionamenti che come cilindrate. Le case fanno il motore secondo coppia e potenza che ricercano ma la cilindrata non ? un vincolo. Le SBK erano le pi? standard per via del campionato ma in futuro mi aspetto anche li cilindrate diverse.
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Ginevra 2017, Claudio Domenicali (Ducati): ?Stiamo lavorando al V4 derivato dalla Mot
Il Salone di Ginevra ? uno dei teatri pi? importanti per il mondo dell'Automotive. Dal 2012, anno dell'ingresso per la Casa di Borgo Panigale nel gruppo Volkswagen, ? diventata ormai tradizione per Ducati presenziare alla kermesse svizzera, occasione in cui Claudio Domenicali, amministratore delegato, incontra la stampa per parlare di presente e futuro dell'azienda.
Il CEO di Ducati inizia ricapitolando rapidamente la situazione del marchio bolognese.
?Chiudiamo il 2016 con 55.400 moto vendute, una gran bell?annata ? la settima consecutiva in crescita. Non cerchiamo la crescita di per s?, ma crediamo che questa crescita sia il risultato dello sviluppo sia nostro che del mercato. Abbiamo presentato diverse novit? 2017, che fanno parte del nostro programma che ci ha portato a crescere del 60% dal 2009, sia sui nostri mercati di riferimento che su quelli emergenti ? Cina, Thailandia e Brasile?.
?Continuiamo anche, naturalmente, a sviluppare il prodotto. Abbiamo appena approvato il nostro piano di sviluppo a cinque anni ? mi piace sottolineare come pur facendo parte del gruppo VW siamo una Casa indipendente, con una situazione economica in positivo per cui tutti i nostri investimenti sono autofinanziati. Per questo 2017 abbiamo un impegno sportivo senza precedenti, con quelli che sono probabilmente i due migliori team in Superbike e MotoGP degli ultimi anni ? non vogliamo solo dare ottimi prodotti ai nostri clienti, ma anche esaltarli con i risultati sportivi?.
Come si sta evolvendo la collaborazione con Audi?
?Siamo nel quarto anno di lavoro insieme, e diversi elementi stanno iniziando a concretizzarsi. Si tratta di un gruppo enorme, con pi? di 600.000 dipendenti. Siamo completamente integrati da un punto di vista finanziario e delle risorse umane, mentre per quanto riguarda il front-end siamo del tutto indipendenti. Le collaborazioni pi? importanti si hanno per esempio nelle vendite, perch? Audi ci sta aiutando ad entrare in mercati dove non siamo presenti o su cui ci dovevamo appoggiare ad importatori pi? o meno indipendenti. La rete vendita Audi ? un grande aiuto in questo aspetto, pur tenendo sempre presenti le differenze di natura delle nostre moto rispetto alle auto?.
Claudio Domenicali in un momento della tavola rotonda
?L?altro aspetto ? naturalmente lo sviluppo del prodotto, in cui lavoriamo a contatto diretto con i colleghi dell?auto, soprattutto relativamente agli aspetti legati alla sicurezza, un concetto probabilmente pi? importante per la moto che per l?auto perch? la prima ovviamente non offre la protezione che viene naturale con l?abitacolo dell?auto. ABS e controllo di trazione sono le due innovazioni pi? evidenti, ma lavoriamo anche sulla sicurezza passiva ? dall?abbigliamento alla comunicazione fra veicolo e veicolo. Puntiamo ad avere moto completamente connesse dal 2020, con il GPS che sapr? posizionare il veicolo con precisione e, attraverso l?integrazione con i sistemi elettronici della moto, l?implementazione di sistemi di frenata assistita che potranno intervenire nel momento in cui ci sar? rischio di collisione, con una frenata dolce che metter? il pilota in condizione di capire che qualcosa sta succedendo?.
Audi ? stata protagonista di una rapida evoluzione per quanto riguarda la mission aziendale. Vi stanno in qualche modo spingendo verso la tecnologia elettrica?
?Stiamo ragionando sempre pi? spesso su questo tema, ma la mobilit? elettrica sulle moto non ? sviluppata come sulle auto. Ducati ? pi? rivolta al segmento entertainment del motociclismo piuttosto che su quello della mobilit? urbana dove queste tecnologie sono pi? rilevanti. Resta il fatto che fare parte del gruppo Audi porta benefici anche da questo punto di vista, ciononostante i problemi di autonomia della tecnologia elettrica render? difficile sviluppare prodotti in linea con il nostro target almeno per i prossimi cinque anni?.
E? possibile invece immaginare nel prossimo futuro moto a guida autonoma?
?Si, ci sono gi? diverse situazioni in cui alcuni sistemi possono controllare l?assetto della moto e stabilizzarla attraverso l?uso di giroscopi. Non sono sicuro che sia una soluzione che prenderemo mai in considerazione, perch? come gi? detto il nostro target punta al gusto nella guida ? che gusto c?? se non ? il pilota a gestire certi aspetti della guida? Certo, dal punto di vista di una moto turistica certi sistemi assumono una certa rilevanza, ma il nostro concetto di sicurezza punta di pi? sugli aspetti della sicurezza attiva e in ci? che possiamo ottenere con l?interconnessione fra i veicoli, per mantenere quanto pi? possibile il fattore divertimento alla guida. Da questo punto di vista siamo molto ottimisti per il futuro: le auto diventeranno sempre pi? noiose, quindi la gente guarder? sempre pi? spesso alle moto per tornare a divertirsi nei momenti di libert? dal lavoro e dagli impegni?.
Per quanto riguarda la sicurezza attiva continuerete la collaborazione con Dainese o state prendendo in considerazione anche altre tecnologie?
?Al momento abbiamo piena fiducia nel sistema D-Air, che riteniamo molto sottovalutato dai motociclisti. Come tutte le innovazioni, c?? una fase di rifiuto iniziale ma crediamo che sia solo questione di tempo. L?airbag ? un balzo epocale in termini di sicurezza per il motociclista ? non esistono sistemi in grado di proteggere il pilota come un airbag. Purtroppo ? una tecnologia che richiede un investimento iniziale molto rilevante da parte del pubblico, e la cultura di questo tipo di sicurezza ? ancora tutta da sviluppare. Ma crediamo che faccia parte della nostra cultura aziendale continuare a portare avanti questo progetto ? siamo l?unica Casa che lavora su questo tipo di tecnologia?.
Jorge Lorenzo in azione nei test di Phillip Island
Parlando di MotoGP, quali sono i vostri obiettivi? Ritenete accettabile vincere pi? gare dell?anno scorso o pensate che con Jorge Lorenzo si debba puntare al titolo?
?E? una domanda difficile ma che non possiamo evitare. Crediamo di essere in fase crescente in termini di risultati, e vogliamo continuare su questa strada. Nel 2013 non siamo mai saliti sul podio, nel 2014 ne abbiamo ottenuto qualcuno, poi nel 2015 e l?anno scorso siamo migliorati vincendo due gare. Vogliamo sicuramente migliorare, ma il titolo ? una questione pi? complessa. Jorge ha guidato la Desmosedici solo tre volte, e ha corso con la sua squadra precedente per ben otto anni ? ci sono tante cose che servono per vincere un titolo, si deve essere i migliori al mondo. Serve il talento, ma anche la flessibilit? per adattarsi ad una moto diversissima. E? impossibile vincere il titolo? No, credo di no, le cose potrebbero migliorare pi? rapidamente di quanto non ci aspettiamo. L'obiettivo auspicabile ? puntare al titolo l'anno prossimo, ma non lo darei assolutamente come un traguardo scontato?.
Restando in tema sportivo ma parlando di produzione di serie, avete gi? parlato di novit? per il mercato. Potete confermare che state lavorando ad una V4 stradale derivata dalla MotoGP?
?Si, confermo. Stiamo lavorando ad una versione stradale del motore V4. Siamo rimasti molto sorpresi dalle prestazioni che stiamo ottenendo con questa piattaforma, e crediamo che sar? una proposta che sapr? entusiasmare i nostri clienti. Sar? una proposta con legami molto stretti con il nostro motore MotoGP, come nessun altro prodotto attualmente disponibile sul mercato. Ma mi devo fermare qui, come potete immaginare?.
E sulla Moto3? Ci sono voci sempre pi? insistenti che parlano di un vostro interesse per questa formula?
?La Moto3 ? un campionato molto interessante per quanto riguarda il prodotto e le prestazioni dei motori. Tutti i nostri tecnici vorrebbero impegnarsi, perch? pensano che con la nostra tecnologia potremmo fare davvero bene. Sarebbe un ottimo sistema per crescere i giovani talenti, ma al momento non abbiamo niente di definito. Per? ci stiamo pensando...?.
Fonte: Moto.it
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