fonte Moto.it
Piace a tutti. Perfino ai bmwisti, categoria di motociclisti generalmente interessati esclusivamente, o quasi, ai prestigiosi modelli della Casa bavarese. Ma la Ducati Multistrada 1200 S ? davvero una bella moto, dalla spiccata personalit? estetica e dalle grandi qualit? tecniche. Ecco perch?, ovunque si vada con la bicilindrica di Borgo Panigale, si viene seguiti da occhi curiosi e interessati e spesso ti viene anche chiesto un giudizio. Molti con la stessa motivazione: "Voglio comprare una moto, ma non vorrei prendere la solita GS: la Multistrada mi sembra una valida alternativa".
Lo ?, anche se l'anima ? differente, perch? rimane pur sempre una Ducati, quindi con una caratterizzazione maggiormente sportiva rispetto a quella di una BMW (e di qualsiasi altra Casa). Un mezzo polivalente, estremamente divertente in qualsiasi situazione, dalla citt? all'autostrada, dai passi di montagna ai tranquilli spostamenti, dalle statali veloci alle strade bianche: me ne sono reso conto totalizzando quasi 6.000 km in meno di un mese, percorsi quest'estate all'inseguimento dei GP di Gran Bretagna (Silverstone), Olanda (Assen) e Catalunya (Barcellona).
La mia non ? e non vuole essere una prova tradizionale - compito che lascio volentieri ai colleghi di Moto.it, molto pi? bravi ed esperti di me (grazie Giovanni: ecco qui la prova. Ndr) -, piuttosto un test in giro per l'Europa fatto da un normale appassionato di moto.
APPROCCIO TRAUMATICO
L'approccio, dico la verit?, ? piuttosto traumatico. La Ducati mi ha affidato la versione "S", ovvero quella pi? sofisticata, con le quattro mappature differenti per il motore (caratteristica presente anche sulla versione base) e le sospensioni Ohlins regolabili elettronicamente. Altra peculiarit?, comune a entrambi i modelli: la chiave elettronica. Un aggeggio che ritengo "infernale", assolutamente inutile, con nessun vantaggio - a mio modo di vedere, naturalmente - rispetto a una chiave tradizionale. In pratica, funziona cos?: basta che la "mattonella" (cos? soprannominata tanto ? grossa e pesante...) sia nel raggio di tre metri dalla centralina, che la Multistrada si mette in moto con un bottone posto sul lato destro del manubrio. Ma per riuscirci, devi sapere come fare. Non solo, e qui anticipo due inconvenienti della chiave elettronica emersi durante il viaggio: una volta accesa, la moto continua a funzionare anche se non si ha pi? con s? la chiave (per ragioni di sicurezza, mi verr? poi spiegato, perch? se, per esempio, sei in autostrada e ti cade la "mattonella" dalla tasca, sarebbe decisamente troppo pericoloso il blocco del motore), e se si usa un navigatore non specifico, si creano delle interferenze e il GPS va in tilt.
Ducati Multistrada protagonista MotoGP Zamagni 04
La Multistrada diventa presto protagonista del paddock
La Multistrada 1200S mi viene consegnata da Riccardo Capacchione, collega di Due Ruote: gli ci vuole circa un quarto d'ora per spiegarmi il funzionamento di tutte le diavolerie elettroniche. Perch?, come detto, non c'? solo la chiave, ma bisogna anche imparare come passare da una mappatura all'altra, come regolare le sospensioni, come bloccare lo sterzo (anche questo elettronico), come cambiare le informazioni sul pannello di controllo (o pi? semplicemente cruscotto se preferite). Insomma, prima di salire in sella e partire ci vuole un po' di pazienza, memorizzare alcuni movimenti che solo dopo molti chilometri diventeranno naturali. E sorge anche un dubbio: la povera batteria, regger? a tutto questo stress? Regger?, con mia grande sorpresa...
SI PARTE
La "mia" Multistrada ha le borse laterali, discretamente capienti, soprattutto quella sinistra, dove non ci sono gli scarichi. Si riempiono facilmente, ma si chiudono con approssimazione: cos? sistemo tutte le cose dentro a sacchetti di plastica.
"Sono borse della pre-serie, in quelle in vendita non entra pi? l'acqua", mi assicurano dalla Ducati quando segnalo il problema. Non ho modo di verificare: non posso far altro che fidarmi. E' mercoled? 16 giugno quando parto da Milano con destinazione Silverstone: l'obiettivo ? arrivarci gioved? attorno all'ora di pranzo, attraversando la Svizzera, la parte orientale della Francia, il Tunnel sotto la Manica e parte dell'Inghilterra, per un totale di circa 1400 km. La giornata ? uggiosa e piuttosto fredda per il periodo, ma non indosso i pantaloni antipioggia, commettendo un errore imperdonabile, come se non avessi mai fatto un viaggio prima. Arrivo a Chiasso e inizia a piovere forte, ma ormai ? inutile infilare l'antipioggia: spero che, prima o poi, smetta e di asciugarmi con l'aria, ma cos? non sar?...
Con l'asfalto bagnato viaggio attorno a 130 km/h in assoluta sicurezza, utilizzando la mappatura "touring" e la taratura delle sospensioni per una persona e le borse. Fa un freddo cane, ci sono una decina di gradi e cos? decido di riscaldare le manopole, ma non sono capace e per quanti tentativi faccia non riesco ad accendere l'apposita resistenza e devo rinunciare: maledetta elettronica, perch? non c'? un semplice pulsante come su tutte le moto!
Viaggiando a questa velocit? si fanno tranquillamente 300 km con un pieno, con il cruscotto che ti segnala perfettamente quanta strada hai fatto dal distributore, quanta ne puoi ancora fare prima di rimanere a piedi, la media, la velocit? massima, il consumo medio e quello istantaneo. Insomma, ci sono tutte le informazioni possibili e immaginabili, compresa la marcia utilizzata, indicazione che personalmente ritengo molto utile.
"L'ho chiesta io - mi spiega Vitto Guareschi, team manager della Ducati MotoGP, uno che ha avuto un ruolo importante nello sviluppo della Multistrada -: quando vado a girare in pista al Mugello con la GP10 (Vitto ha fato per anni il collaudatore della MotoGP, nda) per me ? fondamentale avere la certezza della marcia che sto utilizzando. Cos? ho ritenuto che fosse importante anche quando vai per strada".
Concordo totalmente. Una volta in Francia alterno autostrade e strade statali, sempre rigorosamente sotto la pioggia: in tutta Europa, sono poche le nazioni cos? "amiche" dei motociclisti come la Francia, dove le autostrade costano meno per le moto, le statali sono generalmente belle, ben asfaltate e in contesti meravigliosi, gli automobilisti hanno un rispetto unico per i motociclisti, tanto che basta che ti scorgano nello specchietto per spostarsi a destra e agevolarti il sorpasso. Inoltre, c'? una collaborazione incredibile tra motociclisti e questo non ti fa mai sentire solo, anche nelle strade pi? isolate. Insomma, una nazione da attraversare in lungo e in largo, particolarmente piacevole con la Multistrada, per comodit? e rapidit? di spostamento.
SOTTO IL TUNNEL
Al tunnel sotto alla Manica arrivo gioved? mattina attorno alle 10, dopo un pezzo di autostrada finalmente con il sole, ma con un forte vento, situazione che non turba pi? di tanto la Multistrada. Conviene comprare un biglietto di andata e ritorno nelle 24 ore - costo 72 euro, contro i 105 della tratta sola andata, mentre se si prenota prima il viaggio via Internet si risparmia circa il 30% - e se si ? fortunati, come lo sono stato io, venti minuti dopo si ? gi? sul treno, sul quale vengono caricate auto e moto. Si parte e dopo un paio di minuti si entra in galleria: fa una certa impressione sapere che sopra alla tua testa ci sono milioni di metri cubi d'acqua... Con me c'? un motociclista inglese di vecchia data, in sella a una BMW R80: subito mi chiede informazioni sulla Ducati, affermando: "E' la pi? bella moto che abbia mai visto, un sogno...". Lo faccio salire. "Bella, mi sembra anche maneggevole".
Piace a tutti. Perfino ai bmwisti, categoria di motociclisti generalmente interessati esclusivamente, o quasi, ai prestigiosi modelli della Casa bavarese. Ma la Ducati Multistrada 1200 S ? davvero una bella moto, dalla spiccata personalit? estetica e dalle grandi qualit? tecniche. Ecco perch?, ovunque si vada con la bicilindrica di Borgo Panigale, si viene seguiti da occhi curiosi e interessati e spesso ti viene anche chiesto un giudizio. Molti con la stessa motivazione: "Voglio comprare una moto, ma non vorrei prendere la solita GS: la Multistrada mi sembra una valida alternativa".
Lo ?, anche se l'anima ? differente, perch? rimane pur sempre una Ducati, quindi con una caratterizzazione maggiormente sportiva rispetto a quella di una BMW (e di qualsiasi altra Casa). Un mezzo polivalente, estremamente divertente in qualsiasi situazione, dalla citt? all'autostrada, dai passi di montagna ai tranquilli spostamenti, dalle statali veloci alle strade bianche: me ne sono reso conto totalizzando quasi 6.000 km in meno di un mese, percorsi quest'estate all'inseguimento dei GP di Gran Bretagna (Silverstone), Olanda (Assen) e Catalunya (Barcellona).
La mia non ? e non vuole essere una prova tradizionale - compito che lascio volentieri ai colleghi di Moto.it, molto pi? bravi ed esperti di me (grazie Giovanni: ecco qui la prova. Ndr) -, piuttosto un test in giro per l'Europa fatto da un normale appassionato di moto.
APPROCCIO TRAUMATICO
L'approccio, dico la verit?, ? piuttosto traumatico. La Ducati mi ha affidato la versione "S", ovvero quella pi? sofisticata, con le quattro mappature differenti per il motore (caratteristica presente anche sulla versione base) e le sospensioni Ohlins regolabili elettronicamente. Altra peculiarit?, comune a entrambi i modelli: la chiave elettronica. Un aggeggio che ritengo "infernale", assolutamente inutile, con nessun vantaggio - a mio modo di vedere, naturalmente - rispetto a una chiave tradizionale. In pratica, funziona cos?: basta che la "mattonella" (cos? soprannominata tanto ? grossa e pesante...) sia nel raggio di tre metri dalla centralina, che la Multistrada si mette in moto con un bottone posto sul lato destro del manubrio. Ma per riuscirci, devi sapere come fare. Non solo, e qui anticipo due inconvenienti della chiave elettronica emersi durante il viaggio: una volta accesa, la moto continua a funzionare anche se non si ha pi? con s? la chiave (per ragioni di sicurezza, mi verr? poi spiegato, perch? se, per esempio, sei in autostrada e ti cade la "mattonella" dalla tasca, sarebbe decisamente troppo pericoloso il blocco del motore), e se si usa un navigatore non specifico, si creano delle interferenze e il GPS va in tilt.
Ducati Multistrada protagonista MotoGP Zamagni 04
La Multistrada diventa presto protagonista del paddock
La Multistrada 1200S mi viene consegnata da Riccardo Capacchione, collega di Due Ruote: gli ci vuole circa un quarto d'ora per spiegarmi il funzionamento di tutte le diavolerie elettroniche. Perch?, come detto, non c'? solo la chiave, ma bisogna anche imparare come passare da una mappatura all'altra, come regolare le sospensioni, come bloccare lo sterzo (anche questo elettronico), come cambiare le informazioni sul pannello di controllo (o pi? semplicemente cruscotto se preferite). Insomma, prima di salire in sella e partire ci vuole un po' di pazienza, memorizzare alcuni movimenti che solo dopo molti chilometri diventeranno naturali. E sorge anche un dubbio: la povera batteria, regger? a tutto questo stress? Regger?, con mia grande sorpresa...
SI PARTE
La "mia" Multistrada ha le borse laterali, discretamente capienti, soprattutto quella sinistra, dove non ci sono gli scarichi. Si riempiono facilmente, ma si chiudono con approssimazione: cos? sistemo tutte le cose dentro a sacchetti di plastica.
"Sono borse della pre-serie, in quelle in vendita non entra pi? l'acqua", mi assicurano dalla Ducati quando segnalo il problema. Non ho modo di verificare: non posso far altro che fidarmi. E' mercoled? 16 giugno quando parto da Milano con destinazione Silverstone: l'obiettivo ? arrivarci gioved? attorno all'ora di pranzo, attraversando la Svizzera, la parte orientale della Francia, il Tunnel sotto la Manica e parte dell'Inghilterra, per un totale di circa 1400 km. La giornata ? uggiosa e piuttosto fredda per il periodo, ma non indosso i pantaloni antipioggia, commettendo un errore imperdonabile, come se non avessi mai fatto un viaggio prima. Arrivo a Chiasso e inizia a piovere forte, ma ormai ? inutile infilare l'antipioggia: spero che, prima o poi, smetta e di asciugarmi con l'aria, ma cos? non sar?...
Con l'asfalto bagnato viaggio attorno a 130 km/h in assoluta sicurezza, utilizzando la mappatura "touring" e la taratura delle sospensioni per una persona e le borse. Fa un freddo cane, ci sono una decina di gradi e cos? decido di riscaldare le manopole, ma non sono capace e per quanti tentativi faccia non riesco ad accendere l'apposita resistenza e devo rinunciare: maledetta elettronica, perch? non c'? un semplice pulsante come su tutte le moto!
Viaggiando a questa velocit? si fanno tranquillamente 300 km con un pieno, con il cruscotto che ti segnala perfettamente quanta strada hai fatto dal distributore, quanta ne puoi ancora fare prima di rimanere a piedi, la media, la velocit? massima, il consumo medio e quello istantaneo. Insomma, ci sono tutte le informazioni possibili e immaginabili, compresa la marcia utilizzata, indicazione che personalmente ritengo molto utile.
"L'ho chiesta io - mi spiega Vitto Guareschi, team manager della Ducati MotoGP, uno che ha avuto un ruolo importante nello sviluppo della Multistrada -: quando vado a girare in pista al Mugello con la GP10 (Vitto ha fato per anni il collaudatore della MotoGP, nda) per me ? fondamentale avere la certezza della marcia che sto utilizzando. Cos? ho ritenuto che fosse importante anche quando vai per strada".
Concordo totalmente. Una volta in Francia alterno autostrade e strade statali, sempre rigorosamente sotto la pioggia: in tutta Europa, sono poche le nazioni cos? "amiche" dei motociclisti come la Francia, dove le autostrade costano meno per le moto, le statali sono generalmente belle, ben asfaltate e in contesti meravigliosi, gli automobilisti hanno un rispetto unico per i motociclisti, tanto che basta che ti scorgano nello specchietto per spostarsi a destra e agevolarti il sorpasso. Inoltre, c'? una collaborazione incredibile tra motociclisti e questo non ti fa mai sentire solo, anche nelle strade pi? isolate. Insomma, una nazione da attraversare in lungo e in largo, particolarmente piacevole con la Multistrada, per comodit? e rapidit? di spostamento.
SOTTO IL TUNNEL
Al tunnel sotto alla Manica arrivo gioved? mattina attorno alle 10, dopo un pezzo di autostrada finalmente con il sole, ma con un forte vento, situazione che non turba pi? di tanto la Multistrada. Conviene comprare un biglietto di andata e ritorno nelle 24 ore - costo 72 euro, contro i 105 della tratta sola andata, mentre se si prenota prima il viaggio via Internet si risparmia circa il 30% - e se si ? fortunati, come lo sono stato io, venti minuti dopo si ? gi? sul treno, sul quale vengono caricate auto e moto. Si parte e dopo un paio di minuti si entra in galleria: fa una certa impressione sapere che sopra alla tua testa ci sono milioni di metri cubi d'acqua... Con me c'? un motociclista inglese di vecchia data, in sella a una BMW R80: subito mi chiede informazioni sulla Ducati, affermando: "E' la pi? bella moto che abbia mai visto, un sogno...". Lo faccio salire. "Bella, mi sembra anche maneggevole".
Comment