Salve,
chi vi scrive ? un ragazzo di 32 anni con la passione innata per la motocicletta.
Solalmente nel 1997 ebbi l?occasione, sino ad allora negata, di poter salire sopra un mezzo a due ruote che non fosse unicamente adibito al trasporto per la citt?. La sensazione che provai durante quegli istanti fu qualcosa che solo i motociclisti possono capire per intensit? ed emozione. Il cervello perdette il controllo del cuore con la medesima velocit? con cui scocca la scintilla di una candela, mentre brividi meravigliosi pervasero ogni parte del mio corpo al ritmo di uno scarico.
Mi sembr? di aver conosciuto un vecchio amico ed ebbi la netta sensazione di essere parte di quel mondo affascinante da sempre, pur senza averne la minima consapevolezza.
Il passo che mi port? al primo acquisto fu qualcosa di estremamente breve e deciso. Il ragazzo tranquillo e morigerato che tutti conoscevano era uscito dal bozzolo come una farfalla per rivelarsi a tutti come qualcosa di diverso. Un rombo come battito cardiaco e freddi derivati dell'acciaio come appendici del corpo.
Esiste una sottile linea che divide la passione dall?amore pi? sfrenato. Quel confine non era stato superato, bens? cancellato per sempre dalla memoria. Solo chi ha provato la stessa felicit? nell?unione con un mezzo meccanico potrebbe comprendere i sorrisi che compaiono sul viso danzando tra le curve di una strada di montagna.
L'evoluzione successiva, dalla prima pensante moto, ? stata quasi naturale. Mi sono sempre sentito italiano sino nel midollo. Non ho mai creduto che politici e burocrati, con la loro mediocrit?, fossero lo specchio del nostro paese. L?Italia ? un enorme generatore di passioni dove la volont? e le idee dei singoli riescono spesso ad emergere sopperendo alle inefficienze pubbliche. Verde, bianco e rosso sono colori quasi privi di significato quando si parla di cose qualunque? ma diventano orgoglio puro quando diventano realt? capaci, nel loro piccolo, di far vedere a tutto il pianeta quanto questi pochi milioni di persone sappiano di essere, sotto molti aspetti, le migliori.
Monster 900i.e. divenne presto la sigla del definitivo suggello tra la mia anima e quel demonio chiamato motocicletta. Due cilindri con distribuzione desmodromica ed un cuore, il mio. I momenti belli passati con questo prodotto dell?ingegno italiano non sono qualcosa di narrabile solamente con le fredde parole. Il morso allo stomaco sentendo il rumore allo scarico, l?eccitazione della frenata al limite e la confidenza che si ripone nel proprio mezzo e la voglia di guardarlo ancora una volta prima di chiudere la porta del garage... non sono cose che chiunque possa capire.
La prova in pista ? stata quasi una conseguenza naturale degli eventi ed essenziale per imparare cosa fossero i veri limiti. Non si trattava di mettersi in gioco, ma semplicemente di scoprire in sicurezza quanto salda fosse la complicit? tra uomo e macchina. Nella corsia di accelerazione vi erano belve poderose con gli occhi a mandorla ed una voce rauca quanto nervosa. Noi due assieme, piccoli ed indifesi eravamo intimoriti davanti a tali potenze, ma poco importava poich? si era assieme.
Misano Adriatico. Non ? solo un ridente paesino della Romagna, alla quale orgogliosamente appartengo. E? una meta. E? un punto di arrivo. E? un punto di partenza. E? un sogno che si realizza per me, pilota con poche capacit?, nonch? per il mio destriero che, con le sue vibrazioni amichevoli, comunica di essere pronto a fidarsi di me..
Accelero senza provare alcuna piet? e sento chiaramente l?apertura di ?Enter sandman? dei Metallica risuonarmi nella mente. Ora non si pensa. Non pi?. Adesso ? giunto il tempo di essere fratelli all?interno del nastro d?asfalto.
Giro di riscaldamento. Sono concentrato. Memorizzo ogni curva al massimo delle mie possibilit?. E' giunta l'ora di spingere, ma nel rettilineo vedo sfrecciare bolidi con sigle tutti uguali come se fossi fermo. Non ne hanno visti molti come noi due e forse bisogna farsi rispettare. Molti frenano presto, ma noi no. Noi non siamo come loro. Noi attendiamo. Li vedo sfilare e si curva. Le marmitte strisciano sui granelli della pista e le ginocchiere diventano palesemente roventi. All?uscita il nemico ? passato e siamo davanti a tanti, io ed il mostriciattolo bolognese, a doverci confrontare la paura della staccata successiva.
Alla fine della giornata qualcuno ci ha tolto brandelli di vernice e qualcuno torner? a casa raccontando il profumo che si sente dagli scarichi di una Ducati. Noi sicuramente torneremo felici di aver mostrato tutto il nostro orgoglio e la nostra tenacia senza aver rischiato la pelle.
Poi? perch? c?? sempre un poi nella vita. Strada tranquilla. Giretto con gli amici senza competizione. La strada non ? un luogo dove esibire coraggio, ma la mente si distrae e, dentro una banale curva, lo sporco ci tradisce entrambi. Siamo sul terreno in un attimo che sembra eterno e dopo qualche secondo di paura ci troviamo a contare i danni.
Non mi sono pi? sentito lo stesso. Il pilota cade, non la moto. Questa ? la realt?, ma lo stato emotivo ? differente. Ci lasciamo e finisce un?epoca per il mio cuore motociclistico.
Seguono anni passati comunque in compagnia delle due ruote. Migliaia e migliaia di chilometri si susseguono. Suzuki e Yamaha mi fanno compagnia in molti momenti belli. Stupendi mezzi meccanici che, lo ammetto, per? mi appaiono come promotori finanziari in cerca di clienti. Guido in inverno e guido in estate, ma senza avere quello spunto che ti convince a fare il tuo breve giro anche quando il termometro consiglia miti momenti accanto al camino.
Passa un?Aprilia RSVmille. Moto meravigliosa che non dimenticher? mai. Le sue qualit? sono notevoli, ma il mio spirito non ? pi? quello di una volta. Mi diverto, ma si esaurisce piano piano quel fuoco che tutti mi hanno sempre visto dentro mentre parlavo di motori.
Voglio stare tranquillo. Arriva di nuovo una stupenda orientale. Perfetta e magnifica. Non ha difetti. Mi segue sempre con una guida facile e sembra volermi bene. Riesce a fare in modo soddisfacente tutto quello che io le chiedo di fare. Siamo una discreta coppia di amici, ma non siamo fratelli.
La vita prende pieghe impensabili. La mia ragazza, che amo alla follia, decide di acquistare con il mio aiuto un vecchio Monster 620 ad iniezione. Sono abbastanza contrariato. Ci sono moto maggiormente facili ed affidabili, ma lei sostiene che quella la chiamava da tempo immemorabile. Non capisco quello che intende dirmi, ma per amore l?aiuto a trovare un mezzo adatto a lei.
Non funziona nulla. Spie che si accendono ingiustificatamente dopo averla lavata, carburazione precaria, problemi allo sfiato del serbatoio, viti lente e fascette a spasso per i tubi di scarico sono solo alcuni dei problemi che si presentano.
Ci mettiamo di buona lena e li risolviamo quasi tutti senza l?ausilio di un meccanico specializzato. La moto ? finalmente pronta per poter girare. Il motore ? irregolare, la frenata brusca, la posizione di guida d?attacco e la stabilit? assoluta... ? una Ducati vecchio stampo nonostante la presenza dell'elettronica.
La mia met? mi chiede di guidarla con lei come passeggero, giusto per saggiare le potenzialit? del mezzo. Partiamo. L?acceleratore affonda, ma gli effetti non sono di quelli che fanno gridare al miracolo. Per?, come detto in precedenza, c?? sempre un per? nella vita. Il rumore mi pervade e mi entra dentro al cuore con un'impeto molto superiore ai cavalli erogati. Strano. Non ci sono abituato.
Arriva una rotonda. Sono sempre cauto, ma non ho voglia di frenare presto come al solito. Non pi? Mi prendo un margine di sicurezza e mi lancio dentro con la sensazione di essere un campione della MotoGP. Tutto funziona come mi ricordavo. Le scarpe di consumano sulla striscia d?asfalto e tutto mi sembra di nuovo facile, quasi naturale come camminare.
Decido di non usare pi? quella moto. Ormai sono un uomo. Ho un mutuo. La mia cavalcatura orientale ? perfetta e probabilmente anche la moto maggiormente adatta alle mie esigenze. Giro solo quando la temperatura ? alta. Non utilizzo mai la moto di notte e sicuramente non mi cerco guai prendendola quando le condizioni atmosferiche non siano perfette.
Strano. Mi ricordo di un tempo in cui il meteo era un particolare ininfluente per i miei giri.
Sono felice. Normalmente direi. Finch?, in quanto la vita ? piena di sorprese, non mi si presenta una scelta stravagante. Ho messo un annuncio di vendita qualche tempo addietro nella speranza di poter incassare e diminuire i miei debiti per la casa. In realt? non ne avrei un bisogno cos? impellente, sono ormai convinto in cuor mio che la mia passione per la moto (esempio un tempo per tutti i miei amici motorizzati) sia lentamente svanendo.
Un concessionario, preso da esigenze di carattere commerciale, mi offre una moto tutta rossa, turistica e costruita a Borgo Panigale in cambio della mia. Si tratta di una ST3. Questo mezzo ? stato poco apprezzato dal mercato, ma ho sempre creduto nella validit? del segmento sport-tourer e l'estetica non mi ? mai nemmeno dispiaciuta troppo (sebbene non mi entusiasmi). Faccio un paio di conti in tasca e decido di tentare questo scambio alla pari.
Firmo le carte, ma sono sempre meno convinto. Ci siamo. E' giunta l'ora di tornare a casa in sella alla bella bolognese in preda ai dubbi per il nuovo acquisto.
Metto in moto il propulsore ed accade l'inaspettato. Pochi istanti e compaiono un mare di ricordi a sommergermi. La tonalit? dello scarico ? perfetta e mi infonde ancora quella musica dentro alla mente. La sento di nuovo. Si tratta di un vecchio pezzo degli anni ?70 suonato dai Deep Purple e mi accompagner? per tutto il viaggio di ritorno.
Parto ed ? magnifico. Ci capiamo subito. Non devo pensare a come guidare, nello stesso modo in cui di solito non pensiamo quando corriamo oppure camminiamo. Cosa mi ? successo ?
La passione. E? tornata pi? forte di prima.ed anche tirare quella durissima leva della frizione (a secco) mi sembra stupendo.
Passano i giorni ed arriva il week-end. Fuori ? freddo e c?? un sacco di nebbia. Esco... ovviamente in moto. Arrivo dal concessionario Ducati di zona ed attacco discorso con tutti i presenti chiaccherando come facevo un tempo e sentendo ogni motociclista come mio amico. Non voglio pi? vendere la moto e, anzi, voglio farle un bel tagliando per vederla felice e magari un filo pi? trattabile ai bassi regimi.
Ci siamo ritrovati. Oggi si presenta con una veste differente. Ha un?elegante carenatura ed un propulsore rivisto con l'aggiunta di una valvola, una candela per cilindro ed il raffreddamento a liquido... ma ? lei. Lo sento.
Oggi guardo fuori dalla finestra. Piove. Non minaccia di piovere. Piove adesso, ma ho voglia di uscire in moto. Quasi quasi lo faccio. Lei si trova in garage. Mi ammicca sempre ed io non riesco ad evitare di guardarla un'ultima volta prima di chiudere la porta del garage. Sono anni che queste cose non mi succedevano.
Cosa posso dire ?
Non sono cose spiegabili. Pu? approvarle oppure disprezzarle, ma puoi capirle se le hai sentite dentro. Non producono le migliori moto del mondo a Bologna e di questo sono sicuro. Ognuno deve sentire battere il cuore per la marca che pi? sente vicina al proprio modo di vivere le due ruote, ma nel mio caso hanno qualcosa di unico ed irripetibile. La passione non si misura con i numeri, e non si pu? recensire sulle pagine di un giornale. Tutte quelle sensazioni uditive, olfattive, tattili ed emozionali appartengono solo al vero appassionato ed alla sua moto... una Ducati per me... che riesce prima di tutto a farlo sentire libero e? MOTOCICLISTA.
chi vi scrive ? un ragazzo di 32 anni con la passione innata per la motocicletta.
Solalmente nel 1997 ebbi l?occasione, sino ad allora negata, di poter salire sopra un mezzo a due ruote che non fosse unicamente adibito al trasporto per la citt?. La sensazione che provai durante quegli istanti fu qualcosa che solo i motociclisti possono capire per intensit? ed emozione. Il cervello perdette il controllo del cuore con la medesima velocit? con cui scocca la scintilla di una candela, mentre brividi meravigliosi pervasero ogni parte del mio corpo al ritmo di uno scarico.
Mi sembr? di aver conosciuto un vecchio amico ed ebbi la netta sensazione di essere parte di quel mondo affascinante da sempre, pur senza averne la minima consapevolezza.
Il passo che mi port? al primo acquisto fu qualcosa di estremamente breve e deciso. Il ragazzo tranquillo e morigerato che tutti conoscevano era uscito dal bozzolo come una farfalla per rivelarsi a tutti come qualcosa di diverso. Un rombo come battito cardiaco e freddi derivati dell'acciaio come appendici del corpo.
Esiste una sottile linea che divide la passione dall?amore pi? sfrenato. Quel confine non era stato superato, bens? cancellato per sempre dalla memoria. Solo chi ha provato la stessa felicit? nell?unione con un mezzo meccanico potrebbe comprendere i sorrisi che compaiono sul viso danzando tra le curve di una strada di montagna.
L'evoluzione successiva, dalla prima pensante moto, ? stata quasi naturale. Mi sono sempre sentito italiano sino nel midollo. Non ho mai creduto che politici e burocrati, con la loro mediocrit?, fossero lo specchio del nostro paese. L?Italia ? un enorme generatore di passioni dove la volont? e le idee dei singoli riescono spesso ad emergere sopperendo alle inefficienze pubbliche. Verde, bianco e rosso sono colori quasi privi di significato quando si parla di cose qualunque? ma diventano orgoglio puro quando diventano realt? capaci, nel loro piccolo, di far vedere a tutto il pianeta quanto questi pochi milioni di persone sappiano di essere, sotto molti aspetti, le migliori.
Monster 900i.e. divenne presto la sigla del definitivo suggello tra la mia anima e quel demonio chiamato motocicletta. Due cilindri con distribuzione desmodromica ed un cuore, il mio. I momenti belli passati con questo prodotto dell?ingegno italiano non sono qualcosa di narrabile solamente con le fredde parole. Il morso allo stomaco sentendo il rumore allo scarico, l?eccitazione della frenata al limite e la confidenza che si ripone nel proprio mezzo e la voglia di guardarlo ancora una volta prima di chiudere la porta del garage... non sono cose che chiunque possa capire.
La prova in pista ? stata quasi una conseguenza naturale degli eventi ed essenziale per imparare cosa fossero i veri limiti. Non si trattava di mettersi in gioco, ma semplicemente di scoprire in sicurezza quanto salda fosse la complicit? tra uomo e macchina. Nella corsia di accelerazione vi erano belve poderose con gli occhi a mandorla ed una voce rauca quanto nervosa. Noi due assieme, piccoli ed indifesi eravamo intimoriti davanti a tali potenze, ma poco importava poich? si era assieme.
Misano Adriatico. Non ? solo un ridente paesino della Romagna, alla quale orgogliosamente appartengo. E? una meta. E? un punto di arrivo. E? un punto di partenza. E? un sogno che si realizza per me, pilota con poche capacit?, nonch? per il mio destriero che, con le sue vibrazioni amichevoli, comunica di essere pronto a fidarsi di me..
Accelero senza provare alcuna piet? e sento chiaramente l?apertura di ?Enter sandman? dei Metallica risuonarmi nella mente. Ora non si pensa. Non pi?. Adesso ? giunto il tempo di essere fratelli all?interno del nastro d?asfalto.
Giro di riscaldamento. Sono concentrato. Memorizzo ogni curva al massimo delle mie possibilit?. E' giunta l'ora di spingere, ma nel rettilineo vedo sfrecciare bolidi con sigle tutti uguali come se fossi fermo. Non ne hanno visti molti come noi due e forse bisogna farsi rispettare. Molti frenano presto, ma noi no. Noi non siamo come loro. Noi attendiamo. Li vedo sfilare e si curva. Le marmitte strisciano sui granelli della pista e le ginocchiere diventano palesemente roventi. All?uscita il nemico ? passato e siamo davanti a tanti, io ed il mostriciattolo bolognese, a doverci confrontare la paura della staccata successiva.
Alla fine della giornata qualcuno ci ha tolto brandelli di vernice e qualcuno torner? a casa raccontando il profumo che si sente dagli scarichi di una Ducati. Noi sicuramente torneremo felici di aver mostrato tutto il nostro orgoglio e la nostra tenacia senza aver rischiato la pelle.
Poi? perch? c?? sempre un poi nella vita. Strada tranquilla. Giretto con gli amici senza competizione. La strada non ? un luogo dove esibire coraggio, ma la mente si distrae e, dentro una banale curva, lo sporco ci tradisce entrambi. Siamo sul terreno in un attimo che sembra eterno e dopo qualche secondo di paura ci troviamo a contare i danni.
Non mi sono pi? sentito lo stesso. Il pilota cade, non la moto. Questa ? la realt?, ma lo stato emotivo ? differente. Ci lasciamo e finisce un?epoca per il mio cuore motociclistico.
Seguono anni passati comunque in compagnia delle due ruote. Migliaia e migliaia di chilometri si susseguono. Suzuki e Yamaha mi fanno compagnia in molti momenti belli. Stupendi mezzi meccanici che, lo ammetto, per? mi appaiono come promotori finanziari in cerca di clienti. Guido in inverno e guido in estate, ma senza avere quello spunto che ti convince a fare il tuo breve giro anche quando il termometro consiglia miti momenti accanto al camino.
Passa un?Aprilia RSVmille. Moto meravigliosa che non dimenticher? mai. Le sue qualit? sono notevoli, ma il mio spirito non ? pi? quello di una volta. Mi diverto, ma si esaurisce piano piano quel fuoco che tutti mi hanno sempre visto dentro mentre parlavo di motori.
Voglio stare tranquillo. Arriva di nuovo una stupenda orientale. Perfetta e magnifica. Non ha difetti. Mi segue sempre con una guida facile e sembra volermi bene. Riesce a fare in modo soddisfacente tutto quello che io le chiedo di fare. Siamo una discreta coppia di amici, ma non siamo fratelli.
La vita prende pieghe impensabili. La mia ragazza, che amo alla follia, decide di acquistare con il mio aiuto un vecchio Monster 620 ad iniezione. Sono abbastanza contrariato. Ci sono moto maggiormente facili ed affidabili, ma lei sostiene che quella la chiamava da tempo immemorabile. Non capisco quello che intende dirmi, ma per amore l?aiuto a trovare un mezzo adatto a lei.
Non funziona nulla. Spie che si accendono ingiustificatamente dopo averla lavata, carburazione precaria, problemi allo sfiato del serbatoio, viti lente e fascette a spasso per i tubi di scarico sono solo alcuni dei problemi che si presentano.
Ci mettiamo di buona lena e li risolviamo quasi tutti senza l?ausilio di un meccanico specializzato. La moto ? finalmente pronta per poter girare. Il motore ? irregolare, la frenata brusca, la posizione di guida d?attacco e la stabilit? assoluta... ? una Ducati vecchio stampo nonostante la presenza dell'elettronica.
La mia met? mi chiede di guidarla con lei come passeggero, giusto per saggiare le potenzialit? del mezzo. Partiamo. L?acceleratore affonda, ma gli effetti non sono di quelli che fanno gridare al miracolo. Per?, come detto in precedenza, c?? sempre un per? nella vita. Il rumore mi pervade e mi entra dentro al cuore con un'impeto molto superiore ai cavalli erogati. Strano. Non ci sono abituato.
Arriva una rotonda. Sono sempre cauto, ma non ho voglia di frenare presto come al solito. Non pi? Mi prendo un margine di sicurezza e mi lancio dentro con la sensazione di essere un campione della MotoGP. Tutto funziona come mi ricordavo. Le scarpe di consumano sulla striscia d?asfalto e tutto mi sembra di nuovo facile, quasi naturale come camminare.
Decido di non usare pi? quella moto. Ormai sono un uomo. Ho un mutuo. La mia cavalcatura orientale ? perfetta e probabilmente anche la moto maggiormente adatta alle mie esigenze. Giro solo quando la temperatura ? alta. Non utilizzo mai la moto di notte e sicuramente non mi cerco guai prendendola quando le condizioni atmosferiche non siano perfette.
Strano. Mi ricordo di un tempo in cui il meteo era un particolare ininfluente per i miei giri.
Sono felice. Normalmente direi. Finch?, in quanto la vita ? piena di sorprese, non mi si presenta una scelta stravagante. Ho messo un annuncio di vendita qualche tempo addietro nella speranza di poter incassare e diminuire i miei debiti per la casa. In realt? non ne avrei un bisogno cos? impellente, sono ormai convinto in cuor mio che la mia passione per la moto (esempio un tempo per tutti i miei amici motorizzati) sia lentamente svanendo.
Un concessionario, preso da esigenze di carattere commerciale, mi offre una moto tutta rossa, turistica e costruita a Borgo Panigale in cambio della mia. Si tratta di una ST3. Questo mezzo ? stato poco apprezzato dal mercato, ma ho sempre creduto nella validit? del segmento sport-tourer e l'estetica non mi ? mai nemmeno dispiaciuta troppo (sebbene non mi entusiasmi). Faccio un paio di conti in tasca e decido di tentare questo scambio alla pari.
Firmo le carte, ma sono sempre meno convinto. Ci siamo. E' giunta l'ora di tornare a casa in sella alla bella bolognese in preda ai dubbi per il nuovo acquisto.
Metto in moto il propulsore ed accade l'inaspettato. Pochi istanti e compaiono un mare di ricordi a sommergermi. La tonalit? dello scarico ? perfetta e mi infonde ancora quella musica dentro alla mente. La sento di nuovo. Si tratta di un vecchio pezzo degli anni ?70 suonato dai Deep Purple e mi accompagner? per tutto il viaggio di ritorno.
Parto ed ? magnifico. Ci capiamo subito. Non devo pensare a come guidare, nello stesso modo in cui di solito non pensiamo quando corriamo oppure camminiamo. Cosa mi ? successo ?
La passione. E? tornata pi? forte di prima.ed anche tirare quella durissima leva della frizione (a secco) mi sembra stupendo.
Passano i giorni ed arriva il week-end. Fuori ? freddo e c?? un sacco di nebbia. Esco... ovviamente in moto. Arrivo dal concessionario Ducati di zona ed attacco discorso con tutti i presenti chiaccherando come facevo un tempo e sentendo ogni motociclista come mio amico. Non voglio pi? vendere la moto e, anzi, voglio farle un bel tagliando per vederla felice e magari un filo pi? trattabile ai bassi regimi.
Ci siamo ritrovati. Oggi si presenta con una veste differente. Ha un?elegante carenatura ed un propulsore rivisto con l'aggiunta di una valvola, una candela per cilindro ed il raffreddamento a liquido... ma ? lei. Lo sento.
Oggi guardo fuori dalla finestra. Piove. Non minaccia di piovere. Piove adesso, ma ho voglia di uscire in moto. Quasi quasi lo faccio. Lei si trova in garage. Mi ammicca sempre ed io non riesco ad evitare di guardarla un'ultima volta prima di chiudere la porta del garage. Sono anni che queste cose non mi succedevano.
Cosa posso dire ?
Non sono cose spiegabili. Pu? approvarle oppure disprezzarle, ma puoi capirle se le hai sentite dentro. Non producono le migliori moto del mondo a Bologna e di questo sono sicuro. Ognuno deve sentire battere il cuore per la marca che pi? sente vicina al proprio modo di vivere le due ruote, ma nel mio caso hanno qualcosa di unico ed irripetibile. La passione non si misura con i numeri, e non si pu? recensire sulle pagine di un giornale. Tutte quelle sensazioni uditive, olfattive, tattili ed emozionali appartengono solo al vero appassionato ed alla sua moto... una Ducati per me... che riesce prima di tutto a farlo sentire libero e? MOTOCICLISTA.
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