La nascita del Cucciolo fu particolarmente avventurosa. Durante la Seconda Guerra Mondiale viveva a Torino l'Avvocato e scrittore Aldo Farinelli, collaboratore della nota ditta Siata (Societ? Italiana Applicazioni Tecniche Auto-Aviatorie). Subito dopo l'armistizio del 1943 l'Avv. Farinelli inizi? in segreto e contro le direttive del Governo (la guerra era ancora in corso) il progetto di un motore ausiliario di piccola cilindrata, da applicare senza particolari trasformazioni al telaio di una comune bicicletta. Egli aveva infatti compreso la necessit? di un mezzo di trasporto piccolo, semplice ed affidabile, adatto a soddisfare il bisogno di mobilit? che si sarebbe creato al termine del conflitto. Le difficilissime condizioni economiche non avrebbero permesso a molti l'acquisto di un mezzo pi? costoso, non solo per il prezzo, ma per la difficolt? di procurarsi il carburante: obiettivo essenziale era perci? garantire il minimo consumo possibile. Tale caratteristica poteva essere raggiunta solo da un piccolo motore a quattro tempi, capace inoltre di adattarsi a svariati tipi di combustibile grazie ad un basso rapporto di compressione. Dopo aver raccolto materiali sufficienti a costruire il primo esemplare del micromotore, nel 1944 l'Avv. Farinelli collaudava il prototipo del Cucciolo sulle strade di Torino.
Al termine del conflitto la Siata fu pronta ad avviare la produzione: gi? il 26 Luglio 1945 annunciava al pubblico il nuovo prodotto. Era il primo progetto automobilistico del dopoguerra in Europa! I primi esemplari di Cucciolo furono rapidamente assorbiti dal mercato torinese e nel 1946 la Siata decise di fronteggiare la crescente richiesta aprendo un proprio ufficio vendite in Via Leonardo da Vinci 23 a Torino, ma ben presto tale scelta si rivel? inadeguata a soddisfare le esigenze del mercato. La soluzione al problema venne con l' accordo tra la Siata e la Ducati, azienda controllata dall' IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), che si incaric? dapprima della produzione ed in seguito anche della vendita del Cucciolo, riconoscendo alla Siata ed all' Avv. Farinelli una quota per ogni motore venduto. La produzione, che nel 1946 aveva superato i 15000 motori, raggiunse negli anni seguenti le 25000 unit? . Nel 1949 oltre 60000 Cucciolo circolavano sulle strade italiane, rappresentando circa la met? dell'intero mercato nazionale dei ciclomotori. Il Cucciolo inoltre raccolse numerosi consensi anche all'estero, dove venne esportato in alcune migliaia di esemplari.
Al termine del conflitto la Siata fu pronta ad avviare la produzione: gi? il 26 Luglio 1945 annunciava al pubblico il nuovo prodotto. Era il primo progetto automobilistico del dopoguerra in Europa! I primi esemplari di Cucciolo furono rapidamente assorbiti dal mercato torinese e nel 1946 la Siata decise di fronteggiare la crescente richiesta aprendo un proprio ufficio vendite in Via Leonardo da Vinci 23 a Torino, ma ben presto tale scelta si rivel? inadeguata a soddisfare le esigenze del mercato. La soluzione al problema venne con l' accordo tra la Siata e la Ducati, azienda controllata dall' IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), che si incaric? dapprima della produzione ed in seguito anche della vendita del Cucciolo, riconoscendo alla Siata ed all' Avv. Farinelli una quota per ogni motore venduto. La produzione, che nel 1946 aveva superato i 15000 motori, raggiunse negli anni seguenti le 25000 unit? . Nel 1949 oltre 60000 Cucciolo circolavano sulle strade italiane, rappresentando circa la met? dell'intero mercato nazionale dei ciclomotori. Il Cucciolo inoltre raccolse numerosi consensi anche all'estero, dove venne esportato in alcune migliaia di esemplari.
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