IO TI SOGNO COSI?
Alcuni concept della SW Design
Di Andrea Tessieri
Come avrete letto nell?inchiesta pubblicata nell?ultimo numero (che si occupava di raccogliere pareri sul design della 999 e della Multistrada), le Ducati di oggi stanno vivendo una fase particolare per quanto riguarda lo stile che le contraddistingue. In pratica, se prima i bicilindrici di Borgo Panigale mettevano d?accordo tutti (o quasi) sul fronte di linee e forme, adesso ognuno si sente in diritto di dire la sua. Capita infatti con una certa frequenza che alcuni dei nostri lettori ci inviino disegni ed elaborazioni grafiche della Ducati dei loro sogni. Tra questi, per?, c?? anche chi le moto le disegna di mestiere ed ecco dunque che Antonio Sassi della SW Design di Reggio Emilia ha voluto inviarci alcune proposte aventi come oggetto una possibile Ducati... del futuro! Alla prima occhiata, sembrerebbe una sorta di Monster pi? sportivo, ma a ben guardare ci si accorge che con la nuda bolognese questo concept non ha nulla a che vedere. Certo, gli elementi caratteristici che distinguono i prodotti Ducati ci sono tutti, vedi motore bicilindrico a L (in questo caso il potentissimo Testastretta) e telaio in traliccio di tubi, ma la veste estetica ? completamente inedita. Anche se ?virtuale?, infatti, questa Ducati gioca su soluzioni stilistiche estremamente interessanti, come i fianchetti che si agganciano ai lati del serbatoio e che fungono contemporaneamente da convogliatori dell?aria per il radiatore e da elemento di congiunzione con il cupolino. Quest?ultimo ? in realt? quello di una MV F4 ulteriormente ?affilato?, grazie all?utilizzo della computer grafica, mentre i pi? attenti si saranno accorti che il parafango anteriore ? stato ?clonato? dalla 999, cos? come i cerchi ruota. A proposito di quest?ultimi, sembra quasi che l?anteriore sia della stessa larghezza del posteriore, accentuando notevolmente quella che ? la caratterizzazione motard del concept targato SW Design. Piuttosto che una naked, infatti, il modello in questione sembra una streetfighter, a giudicare dal minimalismo riservato al codino (nel quale si ipotizza anche l?uscita dell?impianto di scarico in stile F1, con tanto di doppi megafoni tagliati a fetta di salame...) e dalla grande aggressivit? della parte frontale, con linee e volumi protesi sulla ruota davanti, la quale pertanto d? l?impressione di grande solidit?. Le parentele relative alla base ciclistica proseguono con il forcellone posteriore della Mike Hailwood Evolution, caratterizzato da un bellissimo monobraccio in traliccio di tubi in tinta col telaio. La forcella ? invece la ?hlins a steli rovesciati della Aprilia RSV, dotata di piedino ad attacco radiale per le pinze dei freni Brembo a quattro pastiglie e quattro pistoncini. Tutta ?roba? regolarmente in commercio, dunque, ma che mixata in questo modo conferisce all?insieme grande dinamismo, oltre a far immaginare un comportamento su strada da far tremare i polsi perfino al pi? incallito degli smanettoni. Ben studiato appare anche il lato ergonomico, con la sella che si raccorda felicemente con il serbatoio e che riserva la giusta spaziosit? alle eventuali esigenze di un pilota. Non altrettanto si pu? dire del cupolino che, anche sulla versione di colore blu, appare davvero troppo vicino ai manubri e, di conseguenza, irrealizzabile all?atto pratico senza che questi vadano a interferirvi. Bello e funzionale, invece, appare lo studio relativo ai convogliatori che fanno confluire l?aria sul radiatore, in un caso perfettamente integrati nel serbatoio a mo? di carenatura, nell?altro sulla falsa riga di quanto avviene sulle moto da fuoristrada, con due piccole bandelle che lasciano in bella evidenza il telaio sottostante.
Da notare, inoltre, che sul secondo esemplare ? stato previsto un forcellone in alluminio di tipo tradizionale a due bracci, con tanto di capriata superiore di rinforzo, mentre il codino, in questo caso, ? ancora pi? appuntito rispetto alla variante rossa. Bello, a tal proposito, il cromatismo usato per le sovrastrutture, dove al posto della solita veste a tinta unita troviamo un bicolore basato sul contrasto tra l?azzurro, al quale fa da richiamo il telaio, e il nero, mentre i cerchi grigi riprendono la base cromatica di motore e forcellone. Altro particolare apprezzabile ?, inoltre, la scritta Ducati in bella evidenza sul convogliatore dell?aria, seguita dalla sigla che identifica questo modello: 000. A parte la disposizione dello scarico, provvisto di doppia uscita all?interno del codino, e l?eccessiva compattezza del cupolino, anche in questo caso la base tecnica pare ampiamente realizzabile nella realt?, anche se ? chiaro che per risolvere tutti i vari problemi legati alla definizione di una moto di questo tipo (posizionamento della batteria, air-box, capacit? serbatoio del carburante adeguata ecc...) sarebbe necessario ben altro che un ?semplice? disegno al computer. Resta il fatto, per?, che le due proposte della SW Design hanno spunti molto interessanti a livello di caratterizzazione per quello che potrebbe essere un potenziale sostituto, o parte integrante, della famiglia Monster.
Alcuni concept della SW Design
Di Andrea Tessieri
Come avrete letto nell?inchiesta pubblicata nell?ultimo numero (che si occupava di raccogliere pareri sul design della 999 e della Multistrada), le Ducati di oggi stanno vivendo una fase particolare per quanto riguarda lo stile che le contraddistingue. In pratica, se prima i bicilindrici di Borgo Panigale mettevano d?accordo tutti (o quasi) sul fronte di linee e forme, adesso ognuno si sente in diritto di dire la sua. Capita infatti con una certa frequenza che alcuni dei nostri lettori ci inviino disegni ed elaborazioni grafiche della Ducati dei loro sogni. Tra questi, per?, c?? anche chi le moto le disegna di mestiere ed ecco dunque che Antonio Sassi della SW Design di Reggio Emilia ha voluto inviarci alcune proposte aventi come oggetto una possibile Ducati... del futuro! Alla prima occhiata, sembrerebbe una sorta di Monster pi? sportivo, ma a ben guardare ci si accorge che con la nuda bolognese questo concept non ha nulla a che vedere. Certo, gli elementi caratteristici che distinguono i prodotti Ducati ci sono tutti, vedi motore bicilindrico a L (in questo caso il potentissimo Testastretta) e telaio in traliccio di tubi, ma la veste estetica ? completamente inedita. Anche se ?virtuale?, infatti, questa Ducati gioca su soluzioni stilistiche estremamente interessanti, come i fianchetti che si agganciano ai lati del serbatoio e che fungono contemporaneamente da convogliatori dell?aria per il radiatore e da elemento di congiunzione con il cupolino. Quest?ultimo ? in realt? quello di una MV F4 ulteriormente ?affilato?, grazie all?utilizzo della computer grafica, mentre i pi? attenti si saranno accorti che il parafango anteriore ? stato ?clonato? dalla 999, cos? come i cerchi ruota. A proposito di quest?ultimi, sembra quasi che l?anteriore sia della stessa larghezza del posteriore, accentuando notevolmente quella che ? la caratterizzazione motard del concept targato SW Design. Piuttosto che una naked, infatti, il modello in questione sembra una streetfighter, a giudicare dal minimalismo riservato al codino (nel quale si ipotizza anche l?uscita dell?impianto di scarico in stile F1, con tanto di doppi megafoni tagliati a fetta di salame...) e dalla grande aggressivit? della parte frontale, con linee e volumi protesi sulla ruota davanti, la quale pertanto d? l?impressione di grande solidit?. Le parentele relative alla base ciclistica proseguono con il forcellone posteriore della Mike Hailwood Evolution, caratterizzato da un bellissimo monobraccio in traliccio di tubi in tinta col telaio. La forcella ? invece la ?hlins a steli rovesciati della Aprilia RSV, dotata di piedino ad attacco radiale per le pinze dei freni Brembo a quattro pastiglie e quattro pistoncini. Tutta ?roba? regolarmente in commercio, dunque, ma che mixata in questo modo conferisce all?insieme grande dinamismo, oltre a far immaginare un comportamento su strada da far tremare i polsi perfino al pi? incallito degli smanettoni. Ben studiato appare anche il lato ergonomico, con la sella che si raccorda felicemente con il serbatoio e che riserva la giusta spaziosit? alle eventuali esigenze di un pilota. Non altrettanto si pu? dire del cupolino che, anche sulla versione di colore blu, appare davvero troppo vicino ai manubri e, di conseguenza, irrealizzabile all?atto pratico senza che questi vadano a interferirvi. Bello e funzionale, invece, appare lo studio relativo ai convogliatori che fanno confluire l?aria sul radiatore, in un caso perfettamente integrati nel serbatoio a mo? di carenatura, nell?altro sulla falsa riga di quanto avviene sulle moto da fuoristrada, con due piccole bandelle che lasciano in bella evidenza il telaio sottostante.
Da notare, inoltre, che sul secondo esemplare ? stato previsto un forcellone in alluminio di tipo tradizionale a due bracci, con tanto di capriata superiore di rinforzo, mentre il codino, in questo caso, ? ancora pi? appuntito rispetto alla variante rossa. Bello, a tal proposito, il cromatismo usato per le sovrastrutture, dove al posto della solita veste a tinta unita troviamo un bicolore basato sul contrasto tra l?azzurro, al quale fa da richiamo il telaio, e il nero, mentre i cerchi grigi riprendono la base cromatica di motore e forcellone. Altro particolare apprezzabile ?, inoltre, la scritta Ducati in bella evidenza sul convogliatore dell?aria, seguita dalla sigla che identifica questo modello: 000. A parte la disposizione dello scarico, provvisto di doppia uscita all?interno del codino, e l?eccessiva compattezza del cupolino, anche in questo caso la base tecnica pare ampiamente realizzabile nella realt?, anche se ? chiaro che per risolvere tutti i vari problemi legati alla definizione di una moto di questo tipo (posizionamento della batteria, air-box, capacit? serbatoio del carburante adeguata ecc...) sarebbe necessario ben altro che un ?semplice? disegno al computer. Resta il fatto, per?, che le due proposte della SW Design hanno spunti molto interessanti a livello di caratterizzazione per quello che potrebbe essere un potenziale sostituto, o parte integrante, della famiglia Monster.
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