Poco meno di un anno f?, al salone di Milano, ero l?. Osservavo simulando
noia e indifferenza, quella che gi? sapevo che sarebbe diventata la mia
prossima moto. Tra decine di stands, luminosi e luccicanti come un luna
park, riuscivo ad emozionarmi solo davanti a lei. C'erano le nuove
giapponesi 1000, con mandrie di cavalli cos? numerose da riempire tutte le
praterie del far-west, linee tese e spigolose cos? futuriste da mettere a
disagio pure Mazzinga Zeta e pesi piuma da modella anoressica. Tutto, sulla
carta patinata delle locandine, favoriva le costruzioni orientali, ma io, da
buon cancello nostrano, forse intimorito da tanta tecnologia, non riuscivo a
farmi coinvolgere da questi gioielli. Gira che ti rigira, mi ritrovavo
sempre l?, allo stand Aprilia, a rimirare la RSV'04. Non so spiegare con
precisione la sensazione, ma era l'unica moto che trasmetteva le mie
vibrazioni, provocando una inconscia attrazione.
Di l? a un mese mi sarei ritrovato in sella proprio a quella moto,
percorrendo centinaia di chilometri non curante del freddo, felice e
contento come un bamboccio.
Gi? allora cercai di descrivere le mie prime impressioni, sia statiche che
dinamiche, ben sapendo che l'obbiettivit? di quei momenti sarebbe stata
offuscata da troppi fattori quali l'emozione per la novit? o le condizioni
climatiche avverse.
Oggi invece posso provare a essere pi? obbiettivo, sia per quanto riguarda
la parte estetico/costruttiva che quella dinamica, avendo percorso oltre
8500km sia su strada che in pista.
Design: 7.5
Sotto certi punti di vista la si potrebbe accusare di "plagio", ma
osservandola attentamente si scopre che pur seguendo alcuni temi cari alla
scuola giapponese, Aprilia ? riuscita ancora una volta a interpretare a modo
tutto suo il concetto di Super Bike. Ogni scelta viene motivata da precise
esigenze tecniche e dinamiche. Per cui niente scarico sotto il codone perch?
si migliora l'agilit? nei cambi di direzione. Via alla presa d'aria sul
muso, che fa il verso alla Honda ma in effetti ? la soluzione pi? razionale.
E vista la voragine a centro cupolino, pare obbligata la scelta del doppio
faro, da molti criticato. Quindi una estetica prima funzionale che bella, ma
che per questo non ? mai anonima. Ci si pu? trovare rapiti da un telaio e un
forcellone che non sfigurerebbero messi l?, puliti di tutto, sopra un
tappeto pregiato, in mezzo a un salone.
Un commento positivo per le grafiche sobrie, segno che la linea ? pulita.
Il voto relativamente basso lo giustifico principalmente perch? come cliente
e non come pilota, avrei sacrificato un po' di "sostanza" in nome dell'originalit?.
Realizzazione: 8.5
La moto appare decisamente ben fatta. Le carene si smontano in un attimo con
una brugola e le plastiche appaiono di buona qualit?. Non mi spiego alcuni
adesivi non coperti da trasparente(come quello sul parafango anteriore) e la
delicatezza del trasparente sul serbatoio.
Cavi e centraline sono raggruppati in maniera abbastanza ordinata e cmq
nascosti alla vista. Non siamo a livello di Honda ma il miglioramento
rispetto alla precedente ? netto.
Ponte di comando: 10
Il colpo d'occhio stando seduti in moto ? decisamente gratificante. Ci si
trova di fronte a un cruscotto molto compatto e con innumerevoli funzioni,
tra cui il cronometro con memorizzabili 40tempi. La piastra di sterzo ?
decisamente bella e segue l'attuale tendenza di scaricare con grossi fori la
parte centrale. I comandi al manubrio sono abbastanza moderni e se non fosse
per il solito comando frecce invertito rispetto alla avvisatore acustico(ma
per chi guida RSV ? la norma) rasenterebbero la perfezione. Le leve freno e
frizione sono regolabili ed entrambe semi-radiali.
Peccato per gli specchietti retrovisori, molto belli ma decisamente poco
funzionali.
Posizione di guida: 10
Personalmente la trovo perfetta. Anche caricando maggiormente l'anteriore(sfilando
le forcelle) non ci si sente mai affaticati. L'abitabilit? ? abbondante per
tutti e le quote di sella, manubrio e pedane consentono una guida sportiva e
di corpo ma senza costringere il pilota in posizioni scomode. Unico neo
rispetto alla precedente ? una minore protezione aerodinamica, ma lo
considero un giusto pegno da pagare in nome di una linea pi? aggressiva.
Tralascio volutamente ogni commento tecnico relativo al motore e alla
ciclistica perch? non sono in grado di dire cose realmente interessanti e
sensate, per cui passo direttamente a quella che ? la parte pi? succosa. La
prova dinamica.
Guida: 9.5
Piano, piano. non mi picchiate!
Avrei voluto stampare un 10 e lode, ma per farlo mi sarei dovuto fregiare
della carica di pilota. Invece io sono un onesto manovale del manubrio, con
tutti i limiti(del pilota) che ne conseguono. Quindi capirete che quelli che
per me possono sembrare dei difetti, per un pilota, in pista possono essere
dei grandi vantaggi.
Partiamo da motore. Il Magnesium ? decisamente migliore rispetto al vecchio
V60?. Consente perentori allunghi anche oltre i 10500rpm senza mollarti mai.
Prima, seconda e terza sembrano davvero infinite mentre le ultime due marce
ti sparano a velocit? stellari con un minimo calo di giri tra l'una e l'altra.
In quel di Monza ho avuto la sconvolgente esperienza di entrare in sesta
piena all'ingresso della Biassono, e chi gira a Monza sa cosa significa.
Per contro, la presenza del catalizzatore lo ha reso decisamente pi? fiacco
fino a 6000rpm. Non vi preoccupate, un bel paio di scarichi aperti e il
mondo cambia! I rettilinei si accorciano e la ruota anteriore si trasforma
in un divertente accessorio fino all'inserimento della terza marcia!
La ciclistica ? fantastica. Molto svelta e "comunicativa", ti d? l'esatto
riscontro di quello che st? succedendo sotto le ruote. L'ho trovata u po'
meno "amichevole" del modello precedente, nel senso che ci metti un po' di
pi? a darle del "TU", per? una volta settata a dovere mi ? sembrata anche
migliore della precedente nella guida al limite. Una nota di colore ? data
dalla sensazione di gestire meglio le perdite di aderenza del posteriore.
Non so se dipenda dal motore con erogazione pi? fluida o se sia proprio una
caratteristica della ciclistica, ma senti spesso la gomma post che in curva
allarga proporzionalmente a quanto apri il gas, senza mai apparire
incontrollata.
A proposito di gas, una nota negativa la riscontro nella manopola secondo me
con corsa troppo lunga, ma una volta fatta l'abitudine non ci sono problemi.
Passiamo ai freni. Il posteriore c'? e se non ricordo male, funziona meglio
di quello montato sul vecchio modello. L'anteriore invece ? la dimostrazione
che (per dirla a modo di un mio caro amico) anche in paradiso esiste la
prima classe! Il "triple-bridge" montato sulla versione precedente era gi?
il top della categoria! L'aggiunta della pompa radiale ha ulteriormente
innalzato il livello portandolo all'eccellenza. Non c'? la pompa ad attacco
radiale, ma siamo certi che serva? Non saprei, non ho mai avuto l'esigenza
di avere qualcosa in pi?. L'impianto attuale si ? mostrato resistentissimo
alla fatica, depositario di una potenza esagerata ma allo stesso tempo molto
modulabile. In una parola, perfetto. Bisogna solo ricordarsi di non
strizzarlo troppo, altrimenti il 360? ? a portata!
Un ultimo accenno alla posizione del passeggero. A sentire la mia
inseparabile zavorrina, sulla '04 ci si trova seduti pi? in basso, quindi
pi? comodi rispetto alla vecchia. Ovviamente manca ogni tipo di appiglio ma
per chi fa da passeggero a queste moto ? la norma.
Giudizio finale:
La attuale RSV ha raggiunto livelli qualitativi e prestazionali degni di un
prodotto maturo. La proverbiale affidabilit? del Rotax ? rimasta invariata e
questa ? un'ottima notizia. Le doti dinamiche si confermano sopraffine e ben
al disopra delle capacita del sottoscritto.
Con questa moto ci si tolgono immense soddisfazioni ovunque, sia in pista
che per strada ma anche(mi sia consentito) in garage, osservandola per
intensi minuti immersi nel silenzio.
Bull
noia e indifferenza, quella che gi? sapevo che sarebbe diventata la mia
prossima moto. Tra decine di stands, luminosi e luccicanti come un luna
park, riuscivo ad emozionarmi solo davanti a lei. C'erano le nuove
giapponesi 1000, con mandrie di cavalli cos? numerose da riempire tutte le
praterie del far-west, linee tese e spigolose cos? futuriste da mettere a
disagio pure Mazzinga Zeta e pesi piuma da modella anoressica. Tutto, sulla
carta patinata delle locandine, favoriva le costruzioni orientali, ma io, da
buon cancello nostrano, forse intimorito da tanta tecnologia, non riuscivo a
farmi coinvolgere da questi gioielli. Gira che ti rigira, mi ritrovavo
sempre l?, allo stand Aprilia, a rimirare la RSV'04. Non so spiegare con
precisione la sensazione, ma era l'unica moto che trasmetteva le mie
vibrazioni, provocando una inconscia attrazione.
Di l? a un mese mi sarei ritrovato in sella proprio a quella moto,
percorrendo centinaia di chilometri non curante del freddo, felice e
contento come un bamboccio.
Gi? allora cercai di descrivere le mie prime impressioni, sia statiche che
dinamiche, ben sapendo che l'obbiettivit? di quei momenti sarebbe stata
offuscata da troppi fattori quali l'emozione per la novit? o le condizioni
climatiche avverse.
Oggi invece posso provare a essere pi? obbiettivo, sia per quanto riguarda
la parte estetico/costruttiva che quella dinamica, avendo percorso oltre
8500km sia su strada che in pista.
Design: 7.5
Sotto certi punti di vista la si potrebbe accusare di "plagio", ma
osservandola attentamente si scopre che pur seguendo alcuni temi cari alla
scuola giapponese, Aprilia ? riuscita ancora una volta a interpretare a modo
tutto suo il concetto di Super Bike. Ogni scelta viene motivata da precise
esigenze tecniche e dinamiche. Per cui niente scarico sotto il codone perch?
si migliora l'agilit? nei cambi di direzione. Via alla presa d'aria sul
muso, che fa il verso alla Honda ma in effetti ? la soluzione pi? razionale.
E vista la voragine a centro cupolino, pare obbligata la scelta del doppio
faro, da molti criticato. Quindi una estetica prima funzionale che bella, ma
che per questo non ? mai anonima. Ci si pu? trovare rapiti da un telaio e un
forcellone che non sfigurerebbero messi l?, puliti di tutto, sopra un
tappeto pregiato, in mezzo a un salone.
Un commento positivo per le grafiche sobrie, segno che la linea ? pulita.
Il voto relativamente basso lo giustifico principalmente perch? come cliente
e non come pilota, avrei sacrificato un po' di "sostanza" in nome dell'originalit?.
Realizzazione: 8.5
La moto appare decisamente ben fatta. Le carene si smontano in un attimo con
una brugola e le plastiche appaiono di buona qualit?. Non mi spiego alcuni
adesivi non coperti da trasparente(come quello sul parafango anteriore) e la
delicatezza del trasparente sul serbatoio.
Cavi e centraline sono raggruppati in maniera abbastanza ordinata e cmq
nascosti alla vista. Non siamo a livello di Honda ma il miglioramento
rispetto alla precedente ? netto.
Ponte di comando: 10
Il colpo d'occhio stando seduti in moto ? decisamente gratificante. Ci si
trova di fronte a un cruscotto molto compatto e con innumerevoli funzioni,
tra cui il cronometro con memorizzabili 40tempi. La piastra di sterzo ?
decisamente bella e segue l'attuale tendenza di scaricare con grossi fori la
parte centrale. I comandi al manubrio sono abbastanza moderni e se non fosse
per il solito comando frecce invertito rispetto alla avvisatore acustico(ma
per chi guida RSV ? la norma) rasenterebbero la perfezione. Le leve freno e
frizione sono regolabili ed entrambe semi-radiali.
Peccato per gli specchietti retrovisori, molto belli ma decisamente poco
funzionali.
Posizione di guida: 10
Personalmente la trovo perfetta. Anche caricando maggiormente l'anteriore(sfilando
le forcelle) non ci si sente mai affaticati. L'abitabilit? ? abbondante per
tutti e le quote di sella, manubrio e pedane consentono una guida sportiva e
di corpo ma senza costringere il pilota in posizioni scomode. Unico neo
rispetto alla precedente ? una minore protezione aerodinamica, ma lo
considero un giusto pegno da pagare in nome di una linea pi? aggressiva.
Tralascio volutamente ogni commento tecnico relativo al motore e alla
ciclistica perch? non sono in grado di dire cose realmente interessanti e
sensate, per cui passo direttamente a quella che ? la parte pi? succosa. La
prova dinamica.
Guida: 9.5
Piano, piano. non mi picchiate!
Avrei voluto stampare un 10 e lode, ma per farlo mi sarei dovuto fregiare
della carica di pilota. Invece io sono un onesto manovale del manubrio, con
tutti i limiti(del pilota) che ne conseguono. Quindi capirete che quelli che
per me possono sembrare dei difetti, per un pilota, in pista possono essere
dei grandi vantaggi.
Partiamo da motore. Il Magnesium ? decisamente migliore rispetto al vecchio
V60?. Consente perentori allunghi anche oltre i 10500rpm senza mollarti mai.
Prima, seconda e terza sembrano davvero infinite mentre le ultime due marce
ti sparano a velocit? stellari con un minimo calo di giri tra l'una e l'altra.
In quel di Monza ho avuto la sconvolgente esperienza di entrare in sesta
piena all'ingresso della Biassono, e chi gira a Monza sa cosa significa.
Per contro, la presenza del catalizzatore lo ha reso decisamente pi? fiacco
fino a 6000rpm. Non vi preoccupate, un bel paio di scarichi aperti e il
mondo cambia! I rettilinei si accorciano e la ruota anteriore si trasforma
in un divertente accessorio fino all'inserimento della terza marcia!
La ciclistica ? fantastica. Molto svelta e "comunicativa", ti d? l'esatto
riscontro di quello che st? succedendo sotto le ruote. L'ho trovata u po'
meno "amichevole" del modello precedente, nel senso che ci metti un po' di
pi? a darle del "TU", per? una volta settata a dovere mi ? sembrata anche
migliore della precedente nella guida al limite. Una nota di colore ? data
dalla sensazione di gestire meglio le perdite di aderenza del posteriore.
Non so se dipenda dal motore con erogazione pi? fluida o se sia proprio una
caratteristica della ciclistica, ma senti spesso la gomma post che in curva
allarga proporzionalmente a quanto apri il gas, senza mai apparire
incontrollata.
A proposito di gas, una nota negativa la riscontro nella manopola secondo me
con corsa troppo lunga, ma una volta fatta l'abitudine non ci sono problemi.
Passiamo ai freni. Il posteriore c'? e se non ricordo male, funziona meglio
di quello montato sul vecchio modello. L'anteriore invece ? la dimostrazione
che (per dirla a modo di un mio caro amico) anche in paradiso esiste la
prima classe! Il "triple-bridge" montato sulla versione precedente era gi?
il top della categoria! L'aggiunta della pompa radiale ha ulteriormente
innalzato il livello portandolo all'eccellenza. Non c'? la pompa ad attacco
radiale, ma siamo certi che serva? Non saprei, non ho mai avuto l'esigenza
di avere qualcosa in pi?. L'impianto attuale si ? mostrato resistentissimo
alla fatica, depositario di una potenza esagerata ma allo stesso tempo molto
modulabile. In una parola, perfetto. Bisogna solo ricordarsi di non
strizzarlo troppo, altrimenti il 360? ? a portata!
Un ultimo accenno alla posizione del passeggero. A sentire la mia
inseparabile zavorrina, sulla '04 ci si trova seduti pi? in basso, quindi
pi? comodi rispetto alla vecchia. Ovviamente manca ogni tipo di appiglio ma
per chi fa da passeggero a queste moto ? la norma.
Giudizio finale:
La attuale RSV ha raggiunto livelli qualitativi e prestazionali degni di un
prodotto maturo. La proverbiale affidabilit? del Rotax ? rimasta invariata e
questa ? un'ottima notizia. Le doti dinamiche si confermano sopraffine e ben
al disopra delle capacita del sottoscritto.
Con questa moto ci si tolgono immense soddisfazioni ovunque, sia in pista
che per strada ma anche(mi sia consentito) in garage, osservandola per
intensi minuti immersi nel silenzio.
Bull
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