Ho trovato questo articolo Gpone,secondo me merita abbastanza così lo metto pure qua
“Mi fai battere forte il cuore” recita come un bacio il romantico adesivo apparso su una moto nei box della pista indonesiana di Lombok, pochi giorni fa. La dichiarazione è opera del Bez e su sfondo bianco si levava a piccole lettere nere dal codino della sua Aprilia RSV4, in occasione del loro primo appuntamento.
Assume un valore in certo senso simbolico la scelta di posizionare parole appassionate proprio lì, sul codino dell’Aprilia. Da quando nel 2009 la creatura di Noale ha fatto irruzione nel mondo delle maxisportive, quel codino minuto e affilato che non smette ancora oggi di stupire, è subito diventato un dettaglio caratteristico della sua estetica, in netta controtendenza ai fondoschiena ben più generosi e “arroganti” delle concorrenti. In generale, l’intera linea della RSV4 era avanguardistica e come tale aveva all’improvviso fatto invecchiare di un’era geologica il design dominante e troppo voluminoso del segmento.
L’Aprilia imponeva un salto d’epoca al paradigma stilistico delle moderne Superbike. Nel corso di pochi anni, infatti, le forme delle moto cambiarono radicalmente e l’archetipo seguito fu proprio quello scolpito nelle linee-modello della RSV4. I codoni, per l’appunto, divennero codini, brevi, tesi all’in su sembravano nasini alla francese, soffiati e taglienti. Le forme tondeggianti di carene e cupolini parvero invece come appuntirsi sotto colpi futuristici di scalpello, agli spigoli dell’organismo metallico da rivestire aderivano ora panneggi essenziali. L’immagine corpulenta della potenza bruta, racchiusa negli indomabili Milloni anni ‘90, veniva travolta da un nuovo canone, quello della leggerezza. Il prodotto di serie Aprilia, pensato per esordire a gamba tesa nel Mondiale SBK strizzava l’occhio come mai nessuno prima al mondo dei prototipi, un mondo che già a inizio millennio si era convertito (in particolare con la Honda RC211V) a forme liberty, agili e snelle.
Ma facciamo un po' di storia e ripercorriamo i passi che nel corso di 15 anni hanno permesso alla RSV4 di trasformarsi e mantenere uno standard competitivo di primissimo livello pur senza rinunciare mai a conservare i propri tratti identitari, sia tecnici, sia estetici. Un progetto radicalmente innovativo e insieme fedele all’origine.
Aprilia RSV4 - 2009, nasce un sogno
Dicevi Aprilia, pensavi a tre cose: ronzio, fumo bluastro e odore di miscela. L’epoca antica dei due tempi da competizione era da sempre stato il cosmo d’elezione per le figlie di Noale. Venti mondiali piloti dal 1992 al 2008, l’ultimo con Marco Simoncelli, in mezzo, solo per citare i nostri: Gramigni, Rossi, Locatelli, Biaggi, Capirossi, Rossi, Melandri. E per le strade dello Stivale generazioni di ragazzi sparsi fra grandi città e province proiettavano nelle Aprilia di piccola cilindrata i primi sogni da appassionati. Crebbe una scuola di motociclismo all’aria aperta, nelle cartelle spilli, getti, candele color nocciola e il compito di cogliere la miglior carburazione per ogni stagione dell’anno, estate, inverno, caldo, freddo, secco, umido, sole, pioggia. Piccoli trucchi segreti per fare del motore un elemento organico all’aria dei paesaggi, da quella marina a quella rarefatta degli altipiani.
Poi l’evento 2009. Il ronzio mutò in una voce cupa, un rombo ancestrale. Inglobata dal Gruppo Piaggio, l’Aprilia decide di tornare in campo nel Mondiale delle derivate di serie dopo la breve parentesi 1999/2002 e lo fa scegliendo di affidare il progetto al padre dei motoristi italiani, l’ingegner Claudio Lombardi, forgiato dall’esperienza in Lancia e Ferrari. Preso il motore bicilindrico a V di 60 gradi che equipaggiava la RSV1000, Lombardi ne aprì di un fiato l’angolo, portandolo a 65, ma soprattutto raddoppiò il numero dei cilindri. Il V4 stradale della casa veneta, capace dal primo gemito di sprigionare 180cv, era nato e si trattava di un cuore dalla natura racing.
Per il nuovo nascituro venne scelto un alloggio anch’esso sportivo, ovvero il telaio derivato dalle 250 del Motomondiale. L’amalgama di elementi da competizione aveva generato un 1000 dalle dimensioni estremamente contenute e rastremate, piccola quasi fosse un 600. Inoltre, l’Aprilia venne concepita per consentire un numero di regolazioni mai viste prima su una moto di serie, come la possibilità di regolare l’altezza del motore e del pivot forcellone o quella di cambiare l’inclinazione al canotto di sterzo.
Il debutto nella stagione 2009 non filò liscio, come era facile prevedere per un progetto del tutto vergine, l’RSV4 guidata da Max Biaggi era una moto ancora acerba che necessitava di essere sgrezzata. Tuttavia, dalla seconda parte di stagione il diamante viene raffinato, si pulisce dalle ruvidità più ispide e l’insieme di scelte innovative su cui si era puntato iniziano a fruttare. Una vittoria e sei podi pongono le basi che nel 2010 porteranno l’Aprilia in livrea Alitalia a vincere il primo titolo mondiale della sua storia nella Superbike, con un bottino di 10 primi posti e 14 podi. Aprilia RSV4 - Nel 2012 arriva una elettronica da urlo
Nel 2010 Bmw e nel 2011 Ducati introducono nel mercato delle sportive di serie i primi controlli elettronici. Aprilia si fa attendere un pizzico per lanciare nel 2012 il primo vero aggiornamento del suo modello di punta. Non vi saranno stravolgimenti nell’area motoristica e telaistica, il V4 guadagna 4cv, viene abbassato di 5mm per migliorare la stabilità ed il telaio resta pressocché invariato. Ma è soprattutto nella nuova frontiera dell’elettronica che Aprilia alza l’asticella e sbaraglia la concorrenza. Esordisce su tutte le versioni l’APRC riservato nel 2011 solamente alla Factory Special Edition.
Si tratta del primo sistema di gestione dei controlli elettronici dotato di ATC, AWC, ALC; AQS e tre diverse modalità di guida selezionabili (Road, Sport e Race). Il pacchetto si dimostra di gran lunga il più sensibile ed accurato della scena e con la complicità del bilanciatissimo DNA ciclistico, la maxi di Noale viene nuovamente incoronata regina di categoria con Max Biaggi nel 2012 e Sylvain Guintoli nel 2014. Aprilia RSV4 - Dal 2015 al 2019 non servono rivoluzioni
In questo quadriennio il più grande step compiuto dalla casa veneta riguarda il motore, con il V4 che sfonderà il tetto dei 200cv, 201 per l’esattezza. Tali potenze richiederanno pertanto di essere rese gestibili da piccoli aggiustamenti ciclistici ed elettronici, con l’obiettivo di non compromettere precisione e guidabilità. Per imbrigliare l’ira dei nuovi cavalli il reparto sviluppo opterà di abbassare ulteriormente il motore e di allungare il forcellone posteriore.
Stesso obiettivo, dicevamo, per il pacchetto elettronico, che dall’ottima base di partenza si doterà di una centralina Magneti Marelli molto più sofisticata da interfacciare alla piattaforma inerziale IMU, collaborazione decisiva per sfruttare potenze di calcolo ed elaborazione dati precedentemente inaccessibili. In questa fase il palmares Aprilia si arricchisce del titolo SuperStock 1000 conquistato dall’attuale tester MotoGP Lorenzo Savadori. Aprilia RSV4 - Nel 2019 arrivano il motore 1100 e le ali da MotoGP
A fine decennio anche l’Aprilia cede alla tentazione ipertrofica che aveva già ammaliato qualche rivale e porta il suo motore da 1000cc a 1078cc. Anche l’alesaggio si gonfia e dopo anni vengono abbandonati i 78mm per fare posto a 3mm in più. Questa, che è la prima piccola rivoluzione nella vita della RSV4, lascia immutato l’immarcescibile telaio e coinvolge, invece, l’estetica. La linea, a dire il vero, resta fedele alla tradizione, l’RSV4 è ancora riconoscibile per i suoi tratti tipici, ma compaiono per la prima volta su una moto di serie le appendici aerodinamiche da MotoGP, confermando l’indole avveniristica della casa veneta.
La nuova cilindrata comporta anche un incremento di potenza, con il V4 che ora raggiunge la bella cifra di 217cv. L’Aprilia, tuttavia, sarà brava a spalmare la cavalleria su un arco di erogazione molto ampio. E’ fuori dubbio che d’ora in poi verrà richiesto un pilota che sa quello che fa e anche piuttosto in forma. L’erogazione mixa egregiamente spinta e linearità, forza e pastosità, soprattutto ai medi regimi. Lei comunque ti accorcia lo spazio-tempo, le curve arrivano in faccia a velocità shockanti e le frenate vanno affrontate ogni volta con aggressività e decisione, col fiato corto. Grazie alle alette progredisce l’inserimento in curva, l’aria accarezza l’anteriore e lo accompagna. Tuttavia, l’RSV4 continua a preservare il suo equilibrio genetico, pur richiedendo un incremento di attenzione al pilota non professionista, questi non viene strattonato da una furia impazzita, bensì condotto a migliorare giro dopo giro la sua tecnica. Aprilia RSV4 - Il 2021 è l'anno per una nuova ergonomia
Oltre ad ottenere la stringente omologazione Euro5 e il forcellone posteriore a capriata inferiore, a 12 anni dal lancio la maxisportiva si consegna alla rivisitazione estetica più profonda della sua storia. L’iconico family feeling non va del tutto disperso, chi guarda una RSV4 ne riconosce ancora impresso il volto delle antenate, ma il salto è comunque importante. Le alette vengono questa volta integrate nelle carene laterali, per ridurne la resistenza di avanzamento, e la ruota anteriore viene scoperta notevolmente per migliorare l’agilità nei cambi di direzione. Il motore resta a quota 217cv e non subisce variazioni sostanziali. A cambiare insieme all’estetica è invece l’ergonomia, pensata per rendere l’Aprilia, di natura minuta, ospitale anche per i piloti più alti. Viene pertanto ridisegnato il serbatoio, ben sfiancato ai lati, allargata la sella e leggermente decompressa la triangolazione sella, pedane, manubri.
Chi scrive conosce profondamente la RSV4 MY2021. La prima sensazione che si avverte salendo sulla punta di diamante della produzione di Noale è quella di mettersi alla guida di una moto limpidamente votata al racing. Entrando in pista l’impatto è immediato, lei ti fa capire in poche curve che se vuoi spingere e cercare il tempo, lo devi saper fare, lo devi cioè fare senza troppe sbavature, senza approssimazioni, tornando ai box per riflettere su difetti di guida e curando subito la messa a punto. L’RSV4 è una moto precisa che richiede precisione, una moto sensibile che richiede sensibilità. Il limite è posto più un alto, ma per raggiungerlo tu e lei dovete essere centrati, cuciti l’uno per l’altra, come un abito d’alta sartoria per il corpo della modella che lo indosserà. Aprilia RSV4 - Il MY 2025 attinge a piene mani dalla RS-GP
Lo scorso 4 novembre l’Aprilia ha svelato al mondo la RSV4 MY2025. A balzare subito all’occhio è la nuova veste aerodinamica, che abbandona le ali integrate alla carena per andare avvicinarsi alle RS-GP della classe regina e munirsi del vistoso alettone anteriore che si promette di ridurre del 6% il Cx e dell’8% la tendenza all’impennata. Interessante anche la proposta del pacchetto elettronico, dal prossimo anno infatti sarà possibile effettuare un setting ‘corner by corner’, soluzione ambiziosa e specialistica che debutterà per la prima volta su una moto di serie. Continua a non cedere il telaio, il quale sarà chiamato ad ospitare un V4 che guadagna altri 3cv oltre ai 217 del 2021. Aprilia, siamo impazienti, di provare la nuova creatura tra i cordoli.
“Mi fai battere forte il cuore” recita come un bacio il romantico adesivo apparso su una moto nei box della pista indonesiana di Lombok, pochi giorni fa. La dichiarazione è opera del Bez e su sfondo bianco si levava a piccole lettere nere dal codino della sua Aprilia RSV4, in occasione del loro primo appuntamento.
Assume un valore in certo senso simbolico la scelta di posizionare parole appassionate proprio lì, sul codino dell’Aprilia. Da quando nel 2009 la creatura di Noale ha fatto irruzione nel mondo delle maxisportive, quel codino minuto e affilato che non smette ancora oggi di stupire, è subito diventato un dettaglio caratteristico della sua estetica, in netta controtendenza ai fondoschiena ben più generosi e “arroganti” delle concorrenti. In generale, l’intera linea della RSV4 era avanguardistica e come tale aveva all’improvviso fatto invecchiare di un’era geologica il design dominante e troppo voluminoso del segmento.
L’Aprilia imponeva un salto d’epoca al paradigma stilistico delle moderne Superbike. Nel corso di pochi anni, infatti, le forme delle moto cambiarono radicalmente e l’archetipo seguito fu proprio quello scolpito nelle linee-modello della RSV4. I codoni, per l’appunto, divennero codini, brevi, tesi all’in su sembravano nasini alla francese, soffiati e taglienti. Le forme tondeggianti di carene e cupolini parvero invece come appuntirsi sotto colpi futuristici di scalpello, agli spigoli dell’organismo metallico da rivestire aderivano ora panneggi essenziali. L’immagine corpulenta della potenza bruta, racchiusa negli indomabili Milloni anni ‘90, veniva travolta da un nuovo canone, quello della leggerezza. Il prodotto di serie Aprilia, pensato per esordire a gamba tesa nel Mondiale SBK strizzava l’occhio come mai nessuno prima al mondo dei prototipi, un mondo che già a inizio millennio si era convertito (in particolare con la Honda RC211V) a forme liberty, agili e snelle.
Ma facciamo un po' di storia e ripercorriamo i passi che nel corso di 15 anni hanno permesso alla RSV4 di trasformarsi e mantenere uno standard competitivo di primissimo livello pur senza rinunciare mai a conservare i propri tratti identitari, sia tecnici, sia estetici. Un progetto radicalmente innovativo e insieme fedele all’origine.
Aprilia RSV4 - 2009, nasce un sogno
Dicevi Aprilia, pensavi a tre cose: ronzio, fumo bluastro e odore di miscela. L’epoca antica dei due tempi da competizione era da sempre stato il cosmo d’elezione per le figlie di Noale. Venti mondiali piloti dal 1992 al 2008, l’ultimo con Marco Simoncelli, in mezzo, solo per citare i nostri: Gramigni, Rossi, Locatelli, Biaggi, Capirossi, Rossi, Melandri. E per le strade dello Stivale generazioni di ragazzi sparsi fra grandi città e province proiettavano nelle Aprilia di piccola cilindrata i primi sogni da appassionati. Crebbe una scuola di motociclismo all’aria aperta, nelle cartelle spilli, getti, candele color nocciola e il compito di cogliere la miglior carburazione per ogni stagione dell’anno, estate, inverno, caldo, freddo, secco, umido, sole, pioggia. Piccoli trucchi segreti per fare del motore un elemento organico all’aria dei paesaggi, da quella marina a quella rarefatta degli altipiani.
Poi l’evento 2009. Il ronzio mutò in una voce cupa, un rombo ancestrale. Inglobata dal Gruppo Piaggio, l’Aprilia decide di tornare in campo nel Mondiale delle derivate di serie dopo la breve parentesi 1999/2002 e lo fa scegliendo di affidare il progetto al padre dei motoristi italiani, l’ingegner Claudio Lombardi, forgiato dall’esperienza in Lancia e Ferrari. Preso il motore bicilindrico a V di 60 gradi che equipaggiava la RSV1000, Lombardi ne aprì di un fiato l’angolo, portandolo a 65, ma soprattutto raddoppiò il numero dei cilindri. Il V4 stradale della casa veneta, capace dal primo gemito di sprigionare 180cv, era nato e si trattava di un cuore dalla natura racing.
Per il nuovo nascituro venne scelto un alloggio anch’esso sportivo, ovvero il telaio derivato dalle 250 del Motomondiale. L’amalgama di elementi da competizione aveva generato un 1000 dalle dimensioni estremamente contenute e rastremate, piccola quasi fosse un 600. Inoltre, l’Aprilia venne concepita per consentire un numero di regolazioni mai viste prima su una moto di serie, come la possibilità di regolare l’altezza del motore e del pivot forcellone o quella di cambiare l’inclinazione al canotto di sterzo.
Il debutto nella stagione 2009 non filò liscio, come era facile prevedere per un progetto del tutto vergine, l’RSV4 guidata da Max Biaggi era una moto ancora acerba che necessitava di essere sgrezzata. Tuttavia, dalla seconda parte di stagione il diamante viene raffinato, si pulisce dalle ruvidità più ispide e l’insieme di scelte innovative su cui si era puntato iniziano a fruttare. Una vittoria e sei podi pongono le basi che nel 2010 porteranno l’Aprilia in livrea Alitalia a vincere il primo titolo mondiale della sua storia nella Superbike, con un bottino di 10 primi posti e 14 podi. Aprilia RSV4 - Nel 2012 arriva una elettronica da urlo
Nel 2010 Bmw e nel 2011 Ducati introducono nel mercato delle sportive di serie i primi controlli elettronici. Aprilia si fa attendere un pizzico per lanciare nel 2012 il primo vero aggiornamento del suo modello di punta. Non vi saranno stravolgimenti nell’area motoristica e telaistica, il V4 guadagna 4cv, viene abbassato di 5mm per migliorare la stabilità ed il telaio resta pressocché invariato. Ma è soprattutto nella nuova frontiera dell’elettronica che Aprilia alza l’asticella e sbaraglia la concorrenza. Esordisce su tutte le versioni l’APRC riservato nel 2011 solamente alla Factory Special Edition.
Si tratta del primo sistema di gestione dei controlli elettronici dotato di ATC, AWC, ALC; AQS e tre diverse modalità di guida selezionabili (Road, Sport e Race). Il pacchetto si dimostra di gran lunga il più sensibile ed accurato della scena e con la complicità del bilanciatissimo DNA ciclistico, la maxi di Noale viene nuovamente incoronata regina di categoria con Max Biaggi nel 2012 e Sylvain Guintoli nel 2014. Aprilia RSV4 - Dal 2015 al 2019 non servono rivoluzioni
In questo quadriennio il più grande step compiuto dalla casa veneta riguarda il motore, con il V4 che sfonderà il tetto dei 200cv, 201 per l’esattezza. Tali potenze richiederanno pertanto di essere rese gestibili da piccoli aggiustamenti ciclistici ed elettronici, con l’obiettivo di non compromettere precisione e guidabilità. Per imbrigliare l’ira dei nuovi cavalli il reparto sviluppo opterà di abbassare ulteriormente il motore e di allungare il forcellone posteriore.
Stesso obiettivo, dicevamo, per il pacchetto elettronico, che dall’ottima base di partenza si doterà di una centralina Magneti Marelli molto più sofisticata da interfacciare alla piattaforma inerziale IMU, collaborazione decisiva per sfruttare potenze di calcolo ed elaborazione dati precedentemente inaccessibili. In questa fase il palmares Aprilia si arricchisce del titolo SuperStock 1000 conquistato dall’attuale tester MotoGP Lorenzo Savadori. Aprilia RSV4 - Nel 2019 arrivano il motore 1100 e le ali da MotoGP
A fine decennio anche l’Aprilia cede alla tentazione ipertrofica che aveva già ammaliato qualche rivale e porta il suo motore da 1000cc a 1078cc. Anche l’alesaggio si gonfia e dopo anni vengono abbandonati i 78mm per fare posto a 3mm in più. Questa, che è la prima piccola rivoluzione nella vita della RSV4, lascia immutato l’immarcescibile telaio e coinvolge, invece, l’estetica. La linea, a dire il vero, resta fedele alla tradizione, l’RSV4 è ancora riconoscibile per i suoi tratti tipici, ma compaiono per la prima volta su una moto di serie le appendici aerodinamiche da MotoGP, confermando l’indole avveniristica della casa veneta.
La nuova cilindrata comporta anche un incremento di potenza, con il V4 che ora raggiunge la bella cifra di 217cv. L’Aprilia, tuttavia, sarà brava a spalmare la cavalleria su un arco di erogazione molto ampio. E’ fuori dubbio che d’ora in poi verrà richiesto un pilota che sa quello che fa e anche piuttosto in forma. L’erogazione mixa egregiamente spinta e linearità, forza e pastosità, soprattutto ai medi regimi. Lei comunque ti accorcia lo spazio-tempo, le curve arrivano in faccia a velocità shockanti e le frenate vanno affrontate ogni volta con aggressività e decisione, col fiato corto. Grazie alle alette progredisce l’inserimento in curva, l’aria accarezza l’anteriore e lo accompagna. Tuttavia, l’RSV4 continua a preservare il suo equilibrio genetico, pur richiedendo un incremento di attenzione al pilota non professionista, questi non viene strattonato da una furia impazzita, bensì condotto a migliorare giro dopo giro la sua tecnica. Aprilia RSV4 - Il 2021 è l'anno per una nuova ergonomia
Oltre ad ottenere la stringente omologazione Euro5 e il forcellone posteriore a capriata inferiore, a 12 anni dal lancio la maxisportiva si consegna alla rivisitazione estetica più profonda della sua storia. L’iconico family feeling non va del tutto disperso, chi guarda una RSV4 ne riconosce ancora impresso il volto delle antenate, ma il salto è comunque importante. Le alette vengono questa volta integrate nelle carene laterali, per ridurne la resistenza di avanzamento, e la ruota anteriore viene scoperta notevolmente per migliorare l’agilità nei cambi di direzione. Il motore resta a quota 217cv e non subisce variazioni sostanziali. A cambiare insieme all’estetica è invece l’ergonomia, pensata per rendere l’Aprilia, di natura minuta, ospitale anche per i piloti più alti. Viene pertanto ridisegnato il serbatoio, ben sfiancato ai lati, allargata la sella e leggermente decompressa la triangolazione sella, pedane, manubri.
Chi scrive conosce profondamente la RSV4 MY2021. La prima sensazione che si avverte salendo sulla punta di diamante della produzione di Noale è quella di mettersi alla guida di una moto limpidamente votata al racing. Entrando in pista l’impatto è immediato, lei ti fa capire in poche curve che se vuoi spingere e cercare il tempo, lo devi saper fare, lo devi cioè fare senza troppe sbavature, senza approssimazioni, tornando ai box per riflettere su difetti di guida e curando subito la messa a punto. L’RSV4 è una moto precisa che richiede precisione, una moto sensibile che richiede sensibilità. Il limite è posto più un alto, ma per raggiungerlo tu e lei dovete essere centrati, cuciti l’uno per l’altra, come un abito d’alta sartoria per il corpo della modella che lo indosserà. Aprilia RSV4 - Il MY 2025 attinge a piene mani dalla RS-GP
Lo scorso 4 novembre l’Aprilia ha svelato al mondo la RSV4 MY2025. A balzare subito all’occhio è la nuova veste aerodinamica, che abbandona le ali integrate alla carena per andare avvicinarsi alle RS-GP della classe regina e munirsi del vistoso alettone anteriore che si promette di ridurre del 6% il Cx e dell’8% la tendenza all’impennata. Interessante anche la proposta del pacchetto elettronico, dal prossimo anno infatti sarà possibile effettuare un setting ‘corner by corner’, soluzione ambiziosa e specialistica che debutterà per la prima volta su una moto di serie. Continua a non cedere il telaio, il quale sarà chiamato ad ospitare un V4 che guadagna altri 3cv oltre ai 217 del 2021. Aprilia, siamo impazienti, di provare la nuova creatura tra i cordoli.
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