La storia della Mito comincia nel 1989 quando la Cagiva decide di aggiornare il suo 125 stradale la C12R Freccia già da tempo sul mercato con un discreto successo. Nasce la Mito, motore della Freccia a 7 marce con un sistema di scarico ottimizzato nonché l'utilizzo di materiali più leggeri come l'alluminio. Diventa subito competitiva grazie all'interesse e agli investimenti di Cagiva nelle competizioni, diviene il 125 più performante sul mercato italiano.
La prima serie
La Mito inizialmente era prevista in due versioni, nuda e carenata, ma a causa di problemi di produzione delle carene di grandi dimensioni, il debutto avvenne solo con la versione priva delle carene anteriori e inferiori.
Nel giro di pochi mesi venne messa a listino la versione carenata (replica della Cagiva C589) e il kit carene per convertire i modelli scarenati, inoltre vennero prodotte moltissime colorazioni, dalla "verde acqua" alla serie limitata "Denim" (con targhetta numerata sulla piastra di sterzo).
La prima serie era caratterizzata da un balzo tecnologico molto importante rispetto alla Freccia, per quanto concerne la ciclistica, quindi dal telaio, sospensioni e dall'impianto frenante, ma per quanto riguarda il motore venne riutilizzata l'unità termica della Cagiva Freccia C10 ANNIVERSARY (del '88) con la relativa valvola di scarico, mentre la versione Racing (introdotta nel '91 e prodotta anche nel '92) utilizza un unità termica aggiornata e derivata dall'ultima versione sportiva della Freccia, la Freccia C12 SP: Lucky Explorer (del '90), l'aggiornamento consisteva nell'uso di un uscita del travaso di scarico da 35 al posto di quella da 33.
Seconda serie
Nel 1992 viene aggiornato il progetto Cagiva e nasce cosi la Mito II con diverse modifiche globali, come l'introduzione di un pannello che chiude il foro al di sotto del radiatore presente nella parte inferiore delle carene (800070303) e l'adozione dei nuovi specchietti non più richiudibili (800075541 sinistro, 800075541 destro, al posto dei precedenti 80062685 sinistro, 80062686 destro). Le sospensioni passano da 38mm a 40mm e ne viene modificata la regolazione. Oltre all'alluminio viene utilizzato anche il carbonio e i freni anteriori Brembo vengono ulteriormente migliorati. Nel 1993 con la Mito II Replica che introduce il nuovo motore che prevede anche l'uso del pistone monofascia, le carene laterali traforate (in modo differente a seconda della replica) viene anche costruita una seconda versione Lawson dedicata al pilota che correva in GP500 per Cagiva con il numero 7 e la versione Explorer; esse ebbero il 10% di successo in più rispetto alla produzione normale, inoltre nel '94 venne prodotta la colorazione "the evolution of a Myth" con serbatoio blu oceano e carene laterali bicolore blue oltreoceano e nero (con separazione netta con una linea orizzontale che parte dalla parte inferiore del serbatoio), con cupolino e codone arancioni, con la presenza di una linea a zig zag per sfumare il passaggio dalle carene laterali al codone, il nome scritto in stile graffito in grigio e ombreggiato ed il nome della colorazione impresso in nero a caratteri maiuscoli sul codone.
Terza serie
Nel 1994 nasce la Mito Ev che segna un vero e proprio stravolgimento del 125 sportivo di Cagiva. Il design grazie a Sergio Robbiano riprende quello della Ducati 916 (disegnata da Tamburini) e le modifiche interne sono diverse, come lo scarico aggiornato, anche Marzocchi migliora le sospensioni, il cruscotto subisce qualche ritocco e la marmitta viene alzata di qualche centimetro. Ne risultò una moto veloce e potente dalla guida sportiva a accattivante, le carene mantengono la soluzione chiusa al di sotto del radiatore, ma in modo meno stringente in quando si sfruttano direttamente le carene inferiori e non un pannello dedicato.
Nel 1997 vi è il cambio di alcuni sponsor e il raffinamento di alcuni materiali, vengono prodotte diverse versioni tra come la colorazione Lucky Strike e SP di colore giallo e nero e fanno la comparsa i primi modelli depotenziati, ma sempre a 7 marce.
Quarta serie
La Mito Ev in precedenza è sempre stata a 7 marce ma in seguito alla legge sulla depotenziazione dei 125 si passò a 6 marce con 11kw, per fortuna o per astuzia dei tecnici Cagiva la depotenziazione è fatta con tecniche facilmente eliminabili. Le tinte ora sono omogenee (rosso, giallo, nero, grigio) con portanumeri bianchi (solo rossa a gialla), come già fatti nel 1996, ma ora con i fianchetti sottoserbatoio neri, fino al 2004 quando viene introdotta una nuova tinta unica senza tabelle portanumeri.
Il settore gare CRC (Centro Ricerche Cagiva) negli ultimi anni completamente assente ebbe come suo tributo alla Mito Ev un kit Sport Production in grado di trasformare la Mito stradale in moto da gara. Dopo un brutta crisi il Gruppo Cagiva, MvAgusta e Husquarna è di nuovo tornato operativo e la Mito continua a essere prodotta con successo. L'aggiunta dei nuovi capitali al gruppo Mv ha stimolato tutta l'azienda, cosi è nato il Trofeo Mito Kappa, monomarca di sole Mito 125 nato nel 2005.
Sempre in quell'anno fu presentata al Salone di Milano la Mito 525 SP, moto da pista su base Mito Ev SP con estetica in stile Cagiva C594 da GP, con la quale verrà corso il trofeo Mito Kappa 2006. Nel 2007 viene annunciata la nuova livrea, carene nere lucide con portanumeri bianchi e cerchi oro e alla fine dello stesso anno viene annunciata la rivoluzione con la nuova Mito SP525 stradale al Salone di Milano, derivata dalla omonima versione da pista.
Quinta serie
La SP525 stradale debutta sul mercato nel 2008 e possiede un motore 2 tempi Euro 3 con il sistema Dell'Orto ECS per ridurre l'impatto inquinante. Cupolino, frecce, codone e specchietti sono nuovi, la carena laterale viene rivista con l'adozione di una rete metallica per la chiusura delle carene al di sotto del radiatore, in modo da garantire un maggiore afflusso d'aria senza permette il passaggio dello sporco, mentre la ciclistica rimane invariata. Le livree sono differenti tra cui nero, bianco, rosso/grigio in stile F4, e rosso mentre i cerchi diventano neri.
La saga continua fino al 2012.
da mitoclub.com
La prima serie
Nel giro di pochi mesi venne messa a listino la versione carenata (replica della Cagiva C589) e il kit carene per convertire i modelli scarenati, inoltre vennero prodotte moltissime colorazioni, dalla "verde acqua" alla serie limitata "Denim" (con targhetta numerata sulla piastra di sterzo).
La prima serie era caratterizzata da un balzo tecnologico molto importante rispetto alla Freccia, per quanto concerne la ciclistica, quindi dal telaio, sospensioni e dall'impianto frenante, ma per quanto riguarda il motore venne riutilizzata l'unità termica della Cagiva Freccia C10 ANNIVERSARY (del '88) con la relativa valvola di scarico, mentre la versione Racing (introdotta nel '91 e prodotta anche nel '92) utilizza un unità termica aggiornata e derivata dall'ultima versione sportiva della Freccia, la Freccia C12 SP: Lucky Explorer (del '90), l'aggiornamento consisteva nell'uso di un uscita del travaso di scarico da 35 al posto di quella da 33.
Seconda serie
Nel 1992 viene aggiornato il progetto Cagiva e nasce cosi la Mito II con diverse modifiche globali, come l'introduzione di un pannello che chiude il foro al di sotto del radiatore presente nella parte inferiore delle carene (800070303) e l'adozione dei nuovi specchietti non più richiudibili (800075541 sinistro, 800075541 destro, al posto dei precedenti 80062685 sinistro, 80062686 destro). Le sospensioni passano da 38mm a 40mm e ne viene modificata la regolazione. Oltre all'alluminio viene utilizzato anche il carbonio e i freni anteriori Brembo vengono ulteriormente migliorati. Nel 1993 con la Mito II Replica che introduce il nuovo motore che prevede anche l'uso del pistone monofascia, le carene laterali traforate (in modo differente a seconda della replica) viene anche costruita una seconda versione Lawson dedicata al pilota che correva in GP500 per Cagiva con il numero 7 e la versione Explorer; esse ebbero il 10% di successo in più rispetto alla produzione normale, inoltre nel '94 venne prodotta la colorazione "the evolution of a Myth" con serbatoio blu oceano e carene laterali bicolore blue oltreoceano e nero (con separazione netta con una linea orizzontale che parte dalla parte inferiore del serbatoio), con cupolino e codone arancioni, con la presenza di una linea a zig zag per sfumare il passaggio dalle carene laterali al codone, il nome scritto in stile graffito in grigio e ombreggiato ed il nome della colorazione impresso in nero a caratteri maiuscoli sul codone.
Terza serie
Nel 1994 nasce la Mito Ev che segna un vero e proprio stravolgimento del 125 sportivo di Cagiva. Il design grazie a Sergio Robbiano riprende quello della Ducati 916 (disegnata da Tamburini) e le modifiche interne sono diverse, come lo scarico aggiornato, anche Marzocchi migliora le sospensioni, il cruscotto subisce qualche ritocco e la marmitta viene alzata di qualche centimetro. Ne risultò una moto veloce e potente dalla guida sportiva a accattivante, le carene mantengono la soluzione chiusa al di sotto del radiatore, ma in modo meno stringente in quando si sfruttano direttamente le carene inferiori e non un pannello dedicato.
Nel 1997 vi è il cambio di alcuni sponsor e il raffinamento di alcuni materiali, vengono prodotte diverse versioni tra come la colorazione Lucky Strike e SP di colore giallo e nero e fanno la comparsa i primi modelli depotenziati, ma sempre a 7 marce.
Quarta serie
La Mito Ev in precedenza è sempre stata a 7 marce ma in seguito alla legge sulla depotenziazione dei 125 si passò a 6 marce con 11kw, per fortuna o per astuzia dei tecnici Cagiva la depotenziazione è fatta con tecniche facilmente eliminabili. Le tinte ora sono omogenee (rosso, giallo, nero, grigio) con portanumeri bianchi (solo rossa a gialla), come già fatti nel 1996, ma ora con i fianchetti sottoserbatoio neri, fino al 2004 quando viene introdotta una nuova tinta unica senza tabelle portanumeri.
Il settore gare CRC (Centro Ricerche Cagiva) negli ultimi anni completamente assente ebbe come suo tributo alla Mito Ev un kit Sport Production in grado di trasformare la Mito stradale in moto da gara. Dopo un brutta crisi il Gruppo Cagiva, MvAgusta e Husquarna è di nuovo tornato operativo e la Mito continua a essere prodotta con successo. L'aggiunta dei nuovi capitali al gruppo Mv ha stimolato tutta l'azienda, cosi è nato il Trofeo Mito Kappa, monomarca di sole Mito 125 nato nel 2005.
Sempre in quell'anno fu presentata al Salone di Milano la Mito 525 SP, moto da pista su base Mito Ev SP con estetica in stile Cagiva C594 da GP, con la quale verrà corso il trofeo Mito Kappa 2006. Nel 2007 viene annunciata la nuova livrea, carene nere lucide con portanumeri bianchi e cerchi oro e alla fine dello stesso anno viene annunciata la rivoluzione con la nuova Mito SP525 stradale al Salone di Milano, derivata dalla omonima versione da pista.
Quinta serie
La SP525 stradale debutta sul mercato nel 2008 e possiede un motore 2 tempi Euro 3 con il sistema Dell'Orto ECS per ridurre l'impatto inquinante. Cupolino, frecce, codone e specchietti sono nuovi, la carena laterale viene rivista con l'adozione di una rete metallica per la chiusura delle carene al di sotto del radiatore, in modo da garantire un maggiore afflusso d'aria senza permette il passaggio dello sporco, mentre la ciclistica rimane invariata. Le livree sono differenti tra cui nero, bianco, rosso/grigio in stile F4, e rosso mentre i cerchi diventano neri.
La saga continua fino al 2012.
da mitoclub.com
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